Wmo: il 2023 ha frantumato tutti i record climatici (VIDEO)

Condizioni meteorologiche estreme che hanno lasciato una scia di devastazione e disperazione

[30 Novembre 2023]

Il nuovo “WMO provisional State of the Global Climate report”, pubblicato dalla World meterorological organization in occasione dell’apertura  COP28 Unfccc a Dubai, conferma che «Il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato. I dati fino alla fine di ottobre mostrano che l’anno è stato  di circa 1,40 gradi Celsius (con un margine di incertezza di ±0,12° C) al di sopra della baseline preindustriale 1850-1900. La differenza tra il 2023, il 2016 e il 2020 – precedentemente classificati come gli anni più caldi – è tale che è molto improbabile che gli ultimi due mesi influenzino la classificaz.

Gli ultimi 9 anni, dal 2015 al 2023, sono stati i più caldi mai registrati. Il riscaldamento dovuto a El Niño, emerso durante la primavera del 2023 nell’emisfero settentrionale e sviluppatosi rapidamente durante l’estate, probabilmente alimenterà ulteriormente il caldo nel 2024, perché El Niño di solito ha il maggiore impatto sulle temperature globali dopo il suo picco.

Presentando il report, il segretario generale della Wmo Petteri Taalas ha sottolineato che «I livelli di gas serra sono a livelli record. Le temperature globali sono record. L’innalzamento del livello del mare è a livelli record. Il ghiaccio marino antartico è ai minimi storici. E’ una cacofonia assordante di dischi rotti- Queste sono più che semplici statistiche. Rischiamo di perdere la corsa per salvare i nostri ghiacciai e frenare l’innalzamento del livello del mare. Non possiamo tornare al clima del XX secolo, ma dobbiamo agire ora per limitare i rischi di un clima sempre più inospitale in questo e nei prossimi secoli. Le condizioni meteorologiche estreme stanno distruggendo vite umane e mezzi di sussistenza ogni giorno, sottolineando la necessità imperativa di garantire che tutti siano protetti da servizi di allarme rapido».

I Messaggi chiave del WMO provisional State of the Global Climate report sono:

Gas serra.

Le concentrazioni osservate dei tre principali gas serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – hanno raggiunto livelli record nel 2022, l’ultimo anno per il quale sono disponibili valori globali consolidati. I dati in tempo reale provenienti da località specifiche mostrano che i livelli dei tre gas serra hanno continuato ad aumentare nel 2023.

Temperature globali

La temperatura media globale in prossimità della superficie nel 2023 (fino a ottobre) è stata di circa 1,40 (± 0,12°C) al di sopra della media del periodo 1850-1900. Sulla base dei dati fino a ottobre, è praticamente certo che il 2023 sarà l’anno più caldo in 174 anni di dati osservativi, superando i precedenti anni più caldi congiunti, il 2016 con 1,29 (± 0,12° C) sopra la media 1850-1900 e il 2020 a 1,27 (±0,13° C9.

Per quanto riguarda l’oceano, temperature globali mensili record sono state osservate – da aprile a ottobre – e, a partire da un po’ più tardi, per la terra da luglio a ottobre.

Giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre 2023 hanno superato ciascuno il record precedente per il rispettivo mese con un ampio margine in tutti i dataset utilizzati dalla Wmo per il climate report. Luglio è in genere il mese più caldo dell’anno a livello globale e quindi luglio 2023 è diventato il mese più caldo mai registrato.

Temperature della superficie del mare  

Le temperature medie globali della superficie del mare (SST) hanno raggiunto un livello record osservato per il periodo dell’anno, a partire dalla tarda primavera dell’emisfero settentrionale. Da aprile a settembre (l’ultimo mese per il quale disponiamo di dati) si sono verificati tutti livelli caldi record, mentre i record di luglio, agosto e settembre sono stati superati ciascuno con un ampio margine (da 0,21 a 0,27° C circa). Un caldo eccezionale è stato registrato nell’Atlantico settentrionale orientale, nel Golfo del Messico e nei Caraibi e in vaste aree dell’Oceano Antartico, con diffuse ondate di caldo marino.

Contenuto di calore dell’oceano

Il contenuto di calore dell’oceano ha raggiunto il livello più alto nel 2022, l’ultimo anno intero di dati disponibile nel registro delle osservazioni di 65 anni. Si prevede che il riscaldamento continuerà, un cambiamento che è irreversibile su scale temporali centenarie e millenarie. Tutti i dati concordano sul fatto che i tassi di riscaldamento degli oceani mostrano un aumento particolarmente forte negli ultimi due decenni.

Innalzamento del livello del mare

Nel 2023, il livello medio globale del mare ha raggiunto un livello record nei dati satellitari (dal 1993), riflettendo il continuo riscaldamento degli oceani e lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali. Il tasso di aumento del livello medio globale del mare negli ultimi dieci anni (2013-2022) è più del doppio del tasso di aumento del livello del mare nel primo decennio dei dati satellitari (1993-2002).

Criosfera

A febbraio L’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il minimo record assoluto per l’era satellitare (dal 1979 ad oggi). L’estensione del ghiaccio è stata al minimo storico per il periodo dell’anno da giugno in poi. Il massimo annuale di settembre è stato di 16,96 milioni di km2, circa 1,5 milioni di km2 al di sotto della media del periodo 1991-2020 e 1 milione di km2 al di sotto del precedente minimo record, registrato nel 1986.

L’estensione del ghiaccio marino artico è rimasta ben al di sotto della norma, con l’estensione massima e minima annuale del ghiaccio marino che è stata rispettivamente la quinta e la sesta più bassa mai registrate.

I ghiacciai del Nord America occidentale e delle Alpi europee hanno vissuto una stagione di scioglimento estremo. In Svizzera negli ultimi due anni i ghiacciai hanno perso circa il 10% del loro volume residuo.

Eventi meteorologici e climatici estremi

Gli eventi meteorologici e climatici estremi hanno avuto impatti importanti su tutti i continenti abitati. Questi hanno incluso grandi inondazioni, cicloni tropicali, caldo estremo e siccità e incendi boschivi.

Le inondazioni associate alle precipitazioni estreme causate dal ciclone mediterraneo Daniel hanno colpito Grecia, Bulgaria, Turchia e Libia con perdite di vite umane particolarmente pesanti in Libia a settembre.

Il ciclone tropicale Freddy di febbraio e marzo è stato uno dei cicloni tropicali più longevi del mondo, con impatti importanti su Madagascar, Mozambico e Malawi. Il ciclone tropicale Mocha, a maggio, è stato uno dei cicloni più intensi mai osservati nel Golfo del Bengala.

Il caldo estremo ha colpito molte parti del mondo. Alcuni degli eventi più significativi si sono verificati nell’Europa meridionale e nel Nord Africa, soprattutto nella seconda metà di luglio, quando si è verificato un caldo intenso ed eccezionalmente persistente. Le temperature in Italia hanno raggiunto i 48,2° C, mentre temperature record sono state registrate a Tunisi (Tunisia) 49,0° C, Agadir (Marocco) 50,4° C e Algeri (Algeria) 49,2° C.

La stagione degli incendi in Canada è andata ben oltre qualsiasi record registrato in precedenza. La superficie totale bruciata a livello nazionale al 15 ottobre era di 18,5 milioni di ettari, più di 6 volte la media decennale (2013-2022). Gli incendi hanno provocato anche un grave inquinamento da fumo, in particolare nelle aree densamente popolate del Canada orientale e degli Stati Uniti nordorientali. L’incendio più mortale dell’anno si è verificato alle Hawaii, con almeno 99 morti segnalati: l’incendio più mortale negli Stati Uniti da oltre 100 anni.

Cinque stagioni consecutive di siccità nel Grande Corno d’Africa sono state seguite da inondazioni, provocando ulteriori sfollamenti. La siccità ha ridotto la capacità del suolo di assorbire acqua, aumentando il rischio di inondazioni con l’arrivo delle piogge in aprile e maggio.

La siccità a lungo termine si è intensificata in molte parti dell’America Centrale e del Sud America. Nel nord dell’Argentina e in Uruguay, le precipitazioni da gennaio ad agosto sono state dal 20 al 50% inferiori alla media, con conseguenti perdite di raccolti  e bassi livelli di stoccaggio dell’acqua.

Impatti socioeconomici

I rischi meteorologici e climatici hanno esacerbato le sfide legate alla sicurezza alimentare, alle migrazioni di popolazione e agli impatti sulle popolazioni vulnerabili. Hanno continuato a innescare nuovi sfollamenti prolungati e secondari e ad aumentare la vulnerabilità di molti che erano già stati sradicati a causa di  complesse situazioni multicausali di conflitto e violenza.

In un videomessaggio che accompagna il rapporto Wmo sul clima, il segretario generale dell’Onu António Guterres, sottolinea che «Quest’anno abbiamo visto comunità in tutto il mondo colpite da incendi, inondazioni e temperature torride. Il caldo globale record dovrebbe far correre i brividi lungo la schiena dei leader mondiali» e per questo  guterres li esorta a «Impegnarsi in un’azione urgente in occasione dei negoziati delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, COP28. C’è ancora speranza. Abbiamo la roadmap per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C ed evitare il peggiore caos climatico. Ma abbiamo bisogno che i leader diano il via alla COP28 a una corsa per mantenere in vita il limite di 1,5 gradi: stabilendo aspettative chiare per il prossimo ciclo di piani d’azione per il clima e impegnandosi in partenariati e finanziamenti per renderli possibili; Impegnandosi a triplicare le energie rinnovabili e a raddoppiare l’efficienza energetica; impegnandosi a eliminare gradualmente i combustibili fossili, con un quadro temporale chiaro allineato al limite di 1,5 gradi».

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  • 2023 WMO provisional State of the Global Climate report - English – Animation