Stiell alla Cop28: necessario un risultato con la massima ambizione

Esorto i negoziatori a rifiutare l’incrementalismo. "Io vinco, tu perdi" è la ricetta per il fallimento collettivo

[11 Dicembre 2023]

Oggi, alla vigilia della conclusione della COP28 Unfccc di Dubai, Simon Stiell il segretario esecutivo dell’United Nations Framework Convention on Climate Change, ha letto di fronte ai giornalisti s accreditati alla Conferenza delle parti un appello rivolto soprattutto ai delegati, in particolare di quei Paesi che con le loro politiche dilatorie rischiano di far segnare l’ennesimo fallimento per un vertice climatico sul quale si nutrivano fin da subito non grandi speranze. Ecco cosa ha detto Stiell:

Non abbiamo un minuto da perdere in questo cruciale tragitto verso casa, e nessuno di noi ha dormito molto, quindi sarò incredibilmente breve nelle mie osservazioni.

I negoziatori hanno la possibilità, proprio qui a Dubai, nelle prossime 24 ore, di avviare un nuovo capitolo, che sia davvero vantaggioso per le persone e il pianeta. La massima ambizione climatica significa più posti di lavoro, economie più forti, crescita economica più forte, meno inquinamento, salute migliore.

Molta più resilienza, proteggendo le persone in ogni Paese dai lupi del clima che sono alle nostre porte. Energia sicura, accessibile e sicura per tutti, attraverso una rivoluzione dell’energia rinnovabile che non lasci indietro nessun Paese o comunità, abbandonando invece la nostra dipendenza dai combustibili fossili. E come ho detto molte volte, la finanza deve essere il fondamento per potenziare l’azione per il clima su tutti i fronti.

Un nuovo testo arriverà a breve, nei prossimi minuti. Ma le aree in cui è necessario negoziare le opzioni si sono notevolmente ristrette. Ora siamo qui per discutere due questioni. Uno: quanto è elevata la nostra ambizione in termini di mitigazione? E due: siamo disposti a sostenere questa transizione con i mezzi di sostegno adeguati per realizzarla.

Lasciatemi assicurarvi che, dal nostro punto di vista dell’UN Climate Change, i più alti livelli di ambizione sono possibili per entrambi. Ripeto: entrambi possono raggiungere i massimi livelli di ambizione. Ma se ne riduciamo uno, riduciamo la nostra capacità di ottenerne l’altro.

Questo  ci lascia quindi con la domanda: come possiamo ottenere, da qui, un accordo significativo? Primo: eliminando i blocchi tattici non necessari. E ce ne sono stati molti lungo questo viaggio. Il Global Stocktake deve aiutare tutti i Paesi a uscire da questo caos. Qualsiasi mina strategica che lo fa esplodere per uno, lo fa esplodere per tutti. Il mondo ci sta guardando, così come lo fanno 4.000 membri dei media globali e migliaia di osservatori qui a Dubai. Non c’è nessun posto dove nascondersi.

Secondo: esorto i negoziatori a rifiutare l’incrementalismo. Ogni ritorno indietro dall’ambizione più elevata costerà innumerevoli milioni di vite, non nel prossimo ciclo politico o economico, con cui i futuri leader dovranno confrontarsi, ma proprio ora, in ogni Paese.

Terzo: preservare e rispettare il posto di ogni parte al tavolo. Inclusione, rappresentanza e trasparenza sono i principi chiave di questo processo. E quarto: in questo ultimo quarto punto tutti gli occhi sono puntati sul premio. Questo significa che i risultati più ambiziosi devono rimanere al centro dell’attenzione. La realtà è che i risultati più ambiziosi sono l’unico modo per tutti i governi di lasciare Dubai con una vittoria alle spalle.

Una cosa è certa: “Io vinco, tu perdi” è la ricetta per il fallimento collettivo. In definitiva, è in gioco la sicurezza di 8 miliardi di persone. La scienza è la spina dorsale dell’Accordo di Parigi, soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi di temperatura mondiale e il limite planetario di 1,5° C. Quel centro deve reggere.