Si può prevedere il 95% delle mega-alluvioni

Un nuovo metodo consente di migliorare significativamente le previsioni, utilizzando dati europei provenienti da aree idrologicamente simili

[13 Novembre 2023]

Come spiegano all’università di Bologna, «Le mega-alluvioni sono inondazioni che hanno una magnitudo di gran lunga superiore a quella di inondazioni avvenute in precedenza in una data località. Si tratta di fenomeni catastrofici, che causando enormi danni e spesso provocano molte vittime. Sono però anche fenomeni rari, e questo li rende estremamente difficili da prevedere».

Cosa possiamo aspettarci nello scenario peggiore? Nelle regioni ad alto rischio di inondazioni la domanda importante è: per quali eventi estremi dovrebbero essere previste le misure di protezione? Spesso a questo si risponde semplicemente guardando alla storia: le peggiori inondazioni degli ultimi decenni o secoli sono considerate un limite superiore realistico per quel  che ci si può aspettare per il futuro. Ma questo può essere fuorviante, come hanno dimostrato negli ultimi anni le cosiddette “mega-alluvioni”. Di tanto in tanto si verificano eventi di piena estremi, casi straordinari che non erano considerati possibili sulla base dei dati locali o che si escludeva che si potessero verificare in modo così ravvicinato nel tempo.

Qualcosa di simile è successo in primavera in Romagna e ancora pochi giorni fa in Toscana, proprio mentre un team di internazionale di ricercatori guidato da Miriam Bertola e Günter Blöschl dell’Institut für Wasserbau und Ingenieurhydrologie della Technische Universität Wien (TU Wien) pubblicava su Nature Geoscience lo studio “Megafloods in Europe can be anticipated from observations in hydrologically similar catchments” che dimostra che, «Se si considera l’intero continente europeo, queste sorprese locali non sono più sorprendenti. Se si prendono in considerazione i dati di altre regioni con condizioni idrologiche simili, l’entità di queste “mega inondazioni” diventa improvvisamente prevedibile».

Secondo il team di ricercatori a forte partecipazione italiana – Marco Borga, Eleonora Dallan università di Padova; Attilio Castellarin e Alberto Montanari università di Bologna; Giovanni Chirico università di Napoli Federico II: Pierluigi Claps, Daniele Ganora e Alberto Viglione  Politecnico di Torino; Elena Volpi università Roma III; Giuseppe Tito Aronica università di Messina – «Questo ha conseguenze drastiche sul modo in cui deve essere dimensionata la protezione contro le inondazioni».

Lo studio prende il via dalla devastante alluvione avvenuta in Germania e Belgio nel 2021 e nella quale sono morte più di 220 persone. Blöschl ricorda che «Non ci si aspettava un evento di questa portata. Prevedere l’entità di tali mega inondazioni è molto difficile».

Finora la strategia abituale è stata quella di esaminare statisticamente le precedenti inondazioni avvenute in una regione: la probabilità di inondazioni minori è elevata, quella di inondazioni maggiori una probabilità più bassa. Da questo si può provare a estrapolare la probabilità di inondazioni ancora maggiori. Ma il nuovo studio dimostra che esiste una strategia molto migliore: l’elaborato progetto di ricerca ha analizzato i dati dal 1810 al 2021 provenienti da oltre 8.000 stazioni di misurazione in tutta Europa. Il team di ricerca è riuscito a dimostrare che in questo modo si potevano prevedere inondazioni come quella che è verificata nel bacino del Reno nel 2021 e dice che «In realtà, se si includono anche i dati continentali, i risultati rientrano ampiamente nell’intervallo previsto». Il nuovo studio dimostra che nel 95,5% dei casi sarebbe stato possibile prevedere la portata degli eventi di piena eccezionali avvenuti in Europa negli scorsi decenni, sulla base di eventi precedenti avvenuti in luoghi idrologicamente simili.

La Bertola evidenzia che «Il passo decisivo è stato quello di prevedere le mega inondazioni in un unico luogo utilizzando i dati di bacini fluviali simili in altri luoghi del continente. In ogni bacino fluviale possiamo imparare da altre aree che hanno caratteristiche climatiche e idrologiche simili dove potrebbero essersi già verificate mega inondazioni».

Alla TU Wien fanno notare che «Se si esaminano simultaneamente i dati storici sulle inondazioni di tutte queste aree, emerge uno schema: le “mega-inondazioni” localmente sorprendenti sono spesso al di sotto o vicino al limite superiore delle inondazioni precedenti osservate in regioni simili. Utilizzando una maggiore quantità di dati, un valore anomalo statistico su scala locale diventa qualcosa di previsto su scala continentale».

Blöschl aggiunge: «E’ importante considerare non solo le aree geograficamente adiacenti, ma anche le aree con condizioni simili – queste possono trovarsi anche più lontane. E’ quindi essenziale andare oltre la valutazione nazionale del rischio di alluvioni e condividere informazioni sulle mega-inondazioni in Paesi e continenti, per ridurre il fattore sorpresa del loro verificarsi e salvare vite umane».

Montanari, professore al Dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali (DICAM) dell’università di Bologna, conferma: «Per poter anticipare le mega-alluvioni dobbiamo osservare quello che succede in altri paesi e altre regioni del continente europeo: in questo modo possiamo aumentare la consapevolezza del rischio ed essere più preparati ad affrontare questi eventi estremi. Per arrivare a questo risultato, è fondamentale guardare oltre la semplice valutazione nazionale del rischio alluvione e condividere le informazioni relative a questi fenomeni a livello continentale e globale».

Castellarin, anche lui del DICAM, conclude: «Questo è il primo studio che analizza il fenomeno delle mega-alluvioni in modo sistematico su tutto il continente europeo, con l’obiettivo di prevedere possibili eventi di piena eccezionali a partire da casi passati”,. “In questo modo, abbiamo mostrato che bacini idrografici che condividono processi simili nella generazione delle alluvioni, inclusi i livelli delle precipitazioni e i percorsi idrologici e di infiltrazione, producono conseguenze simili quando si passa da eventi più ridotti a fenomeni di dimensioni maggiori».