Riscaldamento del mare: i gusci delle cozze dell’Atlantico diventano più porosi

Dal 1902 il Nord Atlantico ha registrato aumenti stagionali della temperatura fino a 3 gradi Celsius

[22 Aprile 2024]

Lo studio “Using Museum collections to assess the impact of industrialization on mussel (Mytilus edulis) calcification”, pubblicato su PLOS ONE da Leanne Melbourne e Nathalie Goodkin dell’American Museum of Natural History di New York hanno scoperto che «Negli ultimi 120 anni la porosità – o buchi su piccola scala – nei gusci delle cozze lungo la costa orientale degli Stati Uniti è aumentata, potenzialmente a causa del riscaldamento delle acque».

Lo studio, che ha analizzato i moderni gusci di cozze rispetto agli esemplari della collezione storica del Museo e la Melbourne ricorda che «Le cozze sono importanti su così tanti livelli: forniscono habitat sulle barriere coralline, filtrano l’acqua, proteggono le coste durante le tempeste e sono importanti anche dal punto di vista commerciale: adoro le cozze e so che lo fanno anche molte altre persone. I cambiamenti ambientali causati dall’uomo stanno minacciando la capacità delle cozze e di altri molluschi di formare i loro gusci, e dobbiamo capire meglio quali rischi deriveranno da questo in futuro».

Precedenti studi sulla cozza comune (Mytilus edulis) hanno utilizzato esperimenti di laboratorio per studiare come il riscaldamento e l’acidificazione dell’oceano influiscono sulla forma e sulla funzione di questi importanti invertebrati marini. Per tracciare i cambiamenti ambientali negli ambienti naturali, La Melbourne e la Goodkin hanno attinto a una risorsa storica: la grande collezione di bivalvi dell’American Museum of Natural History, che risale alla fine del 1800. La Goodkin, curatrice del Dipartimento di Scienze della Terra e Planetarie del Museo, evidenzia che «Le collezioni dei musei sono ideali per mostrare il cambiamento su lunghi periodi di tempo. Gli organismi negli ambienti naturali hanno una lenta esposizione al cambiamento delle condizioni, con più tempo per adattarsi e più di un fattore di stress. Gli esperimenti di laboratorio sono ottimi per distinguere i singoli driver, ma non è così che funzionano le cose nel mondo reale».

La Melbourne si è concentrata sulle conchiglie raccolte all’inizio del 1900 e negli anni ’60 in 5 siti: Nahant Bay nel Massachusetts, l’estremità meridionale di Cape Cod, la punta del Long Island Sound, la parte occidentale di Long Island Sound e il porto di New York. Poi ha confrontato questi esemplari storici con campioni moderni provenienti dagli stessi siti e ha condotto una serie di confronti tra i quali lo spessore dei gusci, la loro superficie e volume e la densità e porosità. Lo studio ha rilevato che «Le conchiglie raccolte oggi sono significativamente più porose di quelle raccolte negli anni ’60 e più porose di quelle raccolte in alcuni siti all’inizio del 1900, suggerendo che l’aumento della temperatura ha portato ad un aumento della porosità».

Dal 1902 il Nord Atlantico ha registrato aumenti stagionali della temperatura fino a 3 gradi Celsius, ma il riscaldamento non è stato uniforme, il che potrebbe spiegare alcune delle variazioni di porosità nei campioni storici. Anche l’influenza dell’oscillazione del Nord Atlantico, un fenomeno meteorologico che ha portato temperature dell’acqua più fredde del previsto negli anni ’60, è un fattore determinante.

All’American Museum of Natural History fanno notare che «La porosità influisce sull’integrità strutturale dei gusci dei molluschi, rendendoli più deboli e potenzialmente più suscettibili ai danni. E’ necessario ulteriore lavoro per determinare in che modo il cambiamento della temperatura, in particolare, potrebbe influenzare queste popolazioni di mitili».

La Melbourne conclude: «Sappiamo che i servizi ecosistemici delle cozze e delle barriere coralline dipendono dalla solida formazione delle conchiglie. Se formano gusci più deboli, si romperanno più facilmente e potremmo perdere questi importanti organismi. Ma pima abbiamo bisogno di ulteriori studi a livello di scienza dei materiali per esaminare cosa sta succedendo».