Nell’American Jobs Plan di Biden c’è anche lo stop ai finanziamenti ai combustibili fossili

Gli ambientalisti Usa: bene ma si può fare di più. Greenpeace: no alla retorica xenofoba anticinese

[1 Aprile 2021]

Il presidente statunitense Joe Biden ha presentato il suo American Jobs Plan, che si impegna a investire equamente nelle infrastrutture del Paese per affrontare la crisi climatica e creare milioni di buoni posti di lavoro a sostegno delle famiglie. Nella scheda informativa la Casa Bianca afferma che «Ogni dollaro speso per ricostruire la nostra infrastruttura durante l’amministrazione Biden verrà utilizzato per prevenire, ridurre e resistere agli impatti della crisi climatica». Una proposta che stanzia centinaia di miliardi di dollari di investimenti per combattere il cambiamento climatico e importanti finanziamenti per progetti di energia pulita. Il piano chiede al Congresso di approvare investimenti per 2,25 trilioni di dollari nei prossimi 8 anni per creare 5 milioni di posti di lavoro migliorando le infrastrutture Usa  rafforzando l’economia dell’assistenza; eliminare i sussidi alle compagnie dei combustibili fossili, anche se – come fa notare Greenpeace Usa – non include un elenco completo dei sussidi e delle scappatoie fiscali e non specifichi a quanto ammonteranno i tagli; investimenti per 16 miliardi di dollari in un programma per la creazione di posti di lavoro per bonificare i pozzi di petrolio e gas abbandonati; approvare il Protecting the Right to Organize (PRO) Act e rafforzare gli standard del lavoro; accelerare la produzione di elettricità pulita tramite crediti d’imposta e standard federali in materia di appalti.

Per Dan Lashof, direttore del World Resources Institute United States, «Questo non è solo un piano infrastrutturale, è un coraggioso bold down payment per un’economia nuova, più forte, più equa e resiliente. L’American Jobs Plan è un investimento trasformativo nel nostro futuro che accelererebbe la ripresa economica, creerebbe milioni di buoni posti di lavoro e metterebbe gli Stati Uniti sulla buona strada per affrontare finalmente la crisi climatica.  Le misure per l’energia pulita presenti in questa proposta ne fanno il più grande impegno per soluzioni climatiche nella storia americana.  Sono entusiasta di vedere importanti investimenti in infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, elettrificazione di scuolabus, efficienza energetica degli edifici, modernizzazione della rete, energia pulita e trasporto sostenibile. La nostra analisi dimostra che questi tipi di investimenti possono generare posti di lavoro, stimolare la crescita economica e proteggere la salute pubblica. Il piano di investimenti renderà anche gli Stati Uniti più competitivi mentre il mondo corre verso un futuro di energia pulita. Ora spetta al Congresso portare avanti questo pacchetto tanto necessario. Esiste un ampio sostegno pubblico per investimenti infrastrutturali su larga scala e misure di recupero pulite ed eque. Il Congresso deve essere all’altezza e agire per il futuro del nostro Paese».

Lashof  si riferisce a tre recenti sondaggi mostrano l’enorme sostegno dell’opinione pubblica statunitense al  piano Build Back Better di Biden: un sondaggio dimostra che il 69% degli elettori vuole che il Congresso approvi il pacchetto proposto da Biden, mentre un altro mostra che il 67% degli elettori esprime un sostegno simile quando si tratta di chiedere che il governo investa nella modernizzazione delle infrastrutture. Il terzo sondaggio mostra che il 64% degli elettori sostiene almeno il 50% degli investimenti per la ripresa destinati alle comunità in prima linea.

Commentando l’American Jobs Plan, Sierra Club, la più grande, influentre e diffusa associazione ambientalista Usa ricorda che nel suo piano  “How to Build Back Better“, mostra l’entità degli investimenti necessari e ora chiede «Un pacchetto di ripresa economica in linea con il THRIVE Act che investa 1.000 miliardi di dollari all’anno per fornire oltre 15 milioni di posti di lavoro a sostegno delle famiglie in settori della nostra economia, come il ripristino dell’ecosistema, la produzione pulita, l’agricoltura rigenerativa, il potenziamento delle infrastrutture e degli edifici, l’energia e i trasporti puliti, i servizi pubblici e la cura dei bambini e gli anziani. Almeno il 50% di questi investimenti deve andare alle comunità in prima linea che hanno sopportato decenni di investimenti insufficienti. Tutti gli investimenti devono includere salari adeguati e garanzie sui benefici e l’accesso ai sindacati e un’equa assunzione che favorisca le donne, i neri, gli indigeni e le persone di colore».

Il responsabile clima di Greenpeace Usa, Ashley Thomson, ricorda che «Solo nel 2018, l’inquinamento da combustibili fossili ha ucciso 350.000 americani. Nemmeno un centesimo delle nostre tasse dovrebbe andare a corporations  che distruggono il nostro clima e avvelenano le comunità nere, gli indigeni e altre comunità di colore. Applaudiamo la decisione del presidente Biden di eliminare i sussidi alle società di combustibili fossili come parte dell’American Jobs Plan e sollecitiamo il Congresso a far seguire l’approvazione dell’End Polluter Welfare Act».

Ogni anno, negli Usa le corporations  dei combustibili fossili ricevono 20 miliardi di dollari in sussidi diretti, 15 miliardi dei quali dal governo federale e l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili è popolare non solo tra gli elettori di Biden ma anche in buona parte di quelli di Trump. Un recente sondaggio di Data for Progress ha rilevato che il 55% di tutti gli elettori sostiene la fine dei sussidi ai combustibili fossili rispetto al solo 26% che si oppone. Il sostegno è ancora più alto tra i democratici.

Gli ambientalisti e gli attivisti climatici chiedono a Biden di spostare gli investimenti dalle industrie inquinanti alla giustizia climatica, economica e razziale come pilastro dei suoi sforzi per la ripresa post COvid-19. 300 importanti sindacati, organizzazioni per la giustizia razziale e associzazioni ambientaliste e gruppi per il clima statuinitensi si sono mobilitati in tutto il Paese si sono mobilitate  per chiedere una ripresa economica federale globale e un pacchetto infrastrutturale modellato  sull’agenda THRIVE, approvata da oltre 100 membri del Congresso e che chiede di investire 1 trilione di dollari all’anno per creare immediatamente più di 15 milioni posti di lavoro puliti e dignitosi  e porre fine alla crisi della disoccupazione, dimezzando l’inquinamento climatico entro il 2030 e promuovere la giustizia razziale, indigena, di genere, ambientale ed economica.

Il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, sembra dà un giudizio positivo dell’American Jobs Plan: «Mentre iniziamo a voltare pagina passando dalla pandemia alla ripresa, il presidente Biden ha presentato il suo ambizioso piano, che comprende che il prossimo capitolo deve essere una storia di equità, giustizia e vera azione climatica. In questo momento, la nazione ha un’opportunità storica per intraprendere un cambiamento trasformativo al livello delle crisi che affrontiamo, promuovendo aria e acqua più pulite, salari più alti, maggiore equità, comunità più sane e un clima più stabile. Possiamo basarci su questa proposta per creare milioni di posti di lavoro ben retribuiti – sufficienti per porre fine virtualmente alla crisi della disoccupazione – in modo che ogni persona in questo Paese abbia la possibilità di prosperare. Ora è il momento di grandi e coraggiosi investimenti in energia pulita, infrastrutture resilienti, veicoli elettrici e in una rete elettrica affidabile che ridurrà l’inquinamento climatico quasi della metà entro il 2030. E dobbiamo mantenere nel tempo questi investimenti cruciali, secondo standard rigorosi, questo inizierebbe a smantellare il razzismo sistemico e l’ineguaglianza economica che ha creato zone di sacrificio, caricando le comunità con gli effetti sproporzionati di inquinamento, povertà, pandemia e crisi della salute pubblica.  La visione che Biden ha presentato oggi è un passo fondamentale verso l’adempimento degli impegni che ha preso. Mentre lavoriamo per elaborare una legislazione per mantenere la promessa di ricostruire l’America, dobbiamo enfatizzare il “meglio” e prendere a cuore il fatto che non possiamo tornare a un “normale” che era ingiusto e malsano per così tanti».

Greenpeace Usa sembra essere molto più cauta e critica e Thomson, pur riconoscendo i passi avanti del Piano di Biden, evidenzia che «Allo stesso tempo, l’ambizione del presidente in questo momento non è all’altezza delle crisi interconnesse che affliggono il nostro Paese. Non basta tornare alla normalità. Il nostro movimento ha fornito al presidente Biden un  progetto  per creare 15 milioni di posti di lavoro promuovendo la giustizia razziale ed economica, e non accetteremo niente di meno. Inoltre, siamo preoccupati che il piano si presenti come un contrappeso alle “ambizioni di una Cina autocratica”. Questo tipo di sentimento nazionalistico non ha posto nel nostro futuro e alimenta solo le fiamme della xenofobia. Dopo un anno di crescenti crimini d’odio contro le comunità AAPI ( Asian American and Pacific Islander), esortiamo il presidente Biden a ricordare che è stato eletto con il mandato di promuovere la giustizia razziale, non per perpetuare la retorica divisiva di Trump».