India, la metropoli di Chennai finisce sott’acqua. Cambiamenti climatici e speculazione edilizia

Anche la plastica ha contribuito alla cattiva gestione del territorio nella capitale del Tamil Nadu

[7 Dicembre 2023]

Un ciclone che ha colpito la costa meridionale dell’India all’inizio di questa settimana ha sommerso la capitale dello Stato del Tamil Nadu, Chennai, che ha difficoltà a tornare alla normalità. L’alluvione ha fatto almeno 18 vittime nel Tamil Nadu e BBC News India sottolinea che «Le autorità stanno cercando di eliminare l’acqua piovana dalle case e dalle strade nei sobborghi della città. Alcuni residenti affermano di non essere in grado di accedere ai beni di prima necessità e di subire frequenti interruzioni di corrente».

Il ciclone si è abbattuto il 5 dicembre sul vicino Stato dell’Andhra Pradesh dove risulta morto un bambino e si segnalano gravi danni ai raccolti.

Dopo il novembre più piovoso dell’ultimo secolo, il primo dicembre a Chennai sono caduti circa 490 mm di pioggia, il 4 dicembre 290 mm e il dipartimento meteorologico indiano classifica le precipitazioni superiori a 21 mm come estremamente abbondanti.

A molti sono tornate in mente le inondazioni mortali del 2015 che hanno ucciso più di 200 persone a Chennai, una delle città più grandi dell’India con 4,3 milioni di abitanti, che è anche un importante centro industriale.

Gli esperti affermano che molte città indiane sono impreparate ad affrontare eventi meteorologici estremi. Le inondazioni sono un campanello d’allarme per le brulicanti città dell’India, costruite con l’aspettativa che l’ambiente si adattasse per soddisfare la necessità di crescita della città, ma la scarsa pianificazione urbana si è trasformata in un’edilizia incontrollata e molto spesso abusiva.

La crescente disconnessione con la natura dell’India sempre più urbanizzata si manifesta anche nell’incapacità di pianificatori, costruttori, amministratori e persino della gente comune di comprendere la potenza degli eventi naturali. La Corporation of Chennai e la  Chennai Metropolitan Development Authority sono responsabili dell’approvazione dei piani edilizi e della pianificazione urbanistica e della sua attuazione. Nel 2008 è stato preparato un piano regolatore generale, ma gran parte della metropoli  è cresciuta senza un piano, senza nessuna attenzione per i corsi d’acqua e senza prevedere eventi meteorologici estremi.

Come scrive The Indian Express, «Quello che vent’anni fa poteva essere un bacino, un lago, un canale o un fiume, oggi è sede di strutture residenziali e industriali a più piani».

Secondo il comune di Chennai. in città ci sono più di 150.000 strutture abusive e sono  scomparsi più di 300 stagni, canali e laghi.

L’information technology park di Chennai è allagato perché è stato costruito dove le acque di due laghi separati convergono e scorrono verso un torrente vicino. Molte delle strutture informatiche della città sono costruite su paludi, corpi idrici e corsi d’acqua. I famosi centri di produzione automobilistica della città si trovano nel bacino idrografico dei laghi. La pista del trafficato aeroporto di Chennai è finita sott’acqua e i treni sono rimasti bloccati per tre giorni.

Nityanand Jayaraman è uno scrittore e attivista sociale di Chennai ricorda di aver partecipato  a iniziative contro la principale scuola di ingegneria IIT Madras che aveva abbattuto più di 52 acri di foresta, inclusi 8.000 alberi vetusti, tra il 2001 e il 2013, come parte di un’importante espansione edilizia che ha visto la realizzazione di 39 progetti di ristrutturazione e nuova costruzione nel suo campus è adiacente a un parco nazionale. Jayaraman sottolinea che «A seguito di un ordinanza governativa che esonera gli istituti scolastici dalla necessità di ottenere l’autorizzazione per le attività di costruzione, lo scorso gennaio il National Green Tribunal ha respinto una petizione per fermare la costruzione di nuovi edifici nel campus, ma ha impedito all’istituto di abbattere alberi senza permesso, come richiesto dalla legge indiana«.

La plastica è un altro problema evidenziato delle inondazioni: «Dopo il primo intenso acquazzone di metà novembre, i rifiuti di plastica trascinati nei fiumi dall’acqua piovana sono stati spinti in mare dai fiumi in piena – scrive Jayaraman su BBC News Tamil – Durante l’alta marea, la plastica veniva gettata direttamente sulle spiagge della città in riva al mare. La grande quantità di plastica visibile nei rifiuti della spiaggia cittadina  ha messo in luce un’altra falla nelle difese della città. La plastica è praticamente indistruttibile. Quel  che non viene dilavato in mare tende ad accumularsi nei canali d’acqua, nelle acque piovane e nelle reti fognarie, impedendo e persino bloccando il deflusso. Chiaramente, lo sviluppo edilizio indiscriminato e una pianificazione urbana scadente hanno contribuito alle inondazioni nella quarta città più popolosa dell’India».

Il quotidiano Mint ha scritto che l’impatto economico delle inondazioni è grave perché molte imprese, compreso i fornitore di Apple Foxconn, hanno dovuto interrompere la produzione è stata.

L’amministrazione di Chennai sta utilizzando attrezzature per pompare l’acqua dalle strade nella periferia meridionale della città per consentire la circolazione dei veicoli. J Radhakrishnan, il commissario della Greater Chennai Corporation, ha detto alla BBC Tamil che «Le autorità hanno pompato quanta più acqua possibile dopo 36 ore di pioggia continua. Mercoledì sera le acque alluvionali si erano ritirate in tre quarti della città».

Negli ultimi tre giorni migliaia di persone sono state evacuate nei campi di soccorso e molti sono stati salvati dalle loro case allagate su gommoni e altre imbarcazioni. Si sta anche cercando di ripristinare la fornitura di acqua potabile in alcune zone.

Ma gli esperti avvertono che la dilagante speculazione edilizia ha lasciato poco spazio per far defluire l’acqua piovana. David Manohar, un ambientalista che studia le inondazioni urbane ha denunciato in un’intervista a BBC Tamil che «In alcuni sobborghi di Chennai, Le case vengono allagate ogni volta che piove forte perché gli edifici sono stati costruiti nei bacini idrografici paludosi di laghi e stagni».

Raj Bhagat P, un esperto di geoanalisi, ha detto Alla Reuters che «Sebbene migliori sistemi di drenaggio delle acque piovane possano arginare le inondazioni, anche questo non aiuterebbe molto durante piogge molto forti ed estremamente forti», come quelle sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico- .

Il premier del Tamil Nadu, MK Stalin, a capo della Secular Progressive Alliance 8una coalizione tra Partiti comunisti, Partito del Congresso e altre forze politiche minori regionaliste e laiche) ha chiesto un aiuto federale di urgenza di 50 miliardi di rupie (600 milioni di dollari) per  intervenire sulle infrastrutture che sono state più gravemente colpite.

Radhakrishnan ha assicurato che «Le autorità effettueranno un’indagine per identificare le aree in cui gli scarichi delle acque piovane non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Ma è un processo lungo. Ora ci concentriamo sul lavoro di salvataggio».