Incendi in Grecia, Wwf: tragedia per gli uomini e la natura

Copernicus: ad agosto Grecia e Tenerife gravemente colpite dagli incendi

[24 Agosto 2023]

Il Wwf «Si unisce al drammatico cordoglio per la tragedia che ha visto morire tra le fiamme 18 migranti ed è costretto ancora una volta a constatare come il destino delle persone sia intrinsecamente legato a quello della natura e degli ecosistemi».

Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), ricorda che «La Grecia e l’isola spagnola di Tenerife sono state teatro di incendi boschivi nelle ultime settimane, che hanno provocato diverse evacuazioni e hanno colpito duramente gli abitanti di queste regioni».

Il CAMS ha monitorato il trasporto del fumo di questi eventi per capire meglio come si stanno evolvendo e come stanno influenzando l’atmosfera ed evidenzia che «La Grecia, dal 20 agosto, è stata colpita da incendi significativi, dopo quelli che hanno interessato Rodi e l’Attica a metà luglio. I più recenti di questi episodi sono stati osservati nelle regioni della Macedonia orientale e della Beozia, e sono stati chiaramente osservati dalle immagini visibili e dai rilevamenti di incendi attivi dai satelliti a partire dal 20 agosto. I venti e le temperature elevate in questo periodo hanno creato condizioni favorevoli all’aumento dell’attività degli incendi.

Le previsioni CAMS della profondità ottica dell’aerosol e delle concentrazioni di monossido di carbonio mostrano il presunto trasporto di fumo di questi incendi boschivi verso sud, attraverso la Grecia e verso il Mediterraneo orientale nei prossimi giorni».

Il 16 agosto, un grande incendio boschivo ha iniziato a diffondersi rapidamente a Tenerife, l’isola più grande delle Canarie. Il Global Fire Assimilation System (GFAS) mostra i valori giornalieri del potere radiativo totale degli incendi (FRP) e le emissioni stimate per le Isole Canarie per il periodo compreso tra il 16 e il 20 agosto. Le emissioni totali di carbonio stimate per le Isole Canarie per il mese di agosto (con dati fino al 22 agosto) sono pari a 0.3 megatonnellate di carbonio, i valori più alti per qualsiasi agosto degli ultimi due decenni.

Mark Parrington, senior scientist CAMS, ha commentato: »Le emissioni causate dagli incendi che abbiamo monitorato in Grecia negli ultimi giorni di agosto si presentano in un periodo di fine estate simile a quello dei grandi incendi che hanno colpito il Paese nel 2007 e nel 2021. Seguono l’aumento delle emissioni degli incendi che hanno colpito Rodi e l’Attica nel mese di luglio, che sono state le più alte emissioni stimate per luglio negli ultimi due decenni. Continuiamo a monitorare attentamente la situazione».

E il Wwf sottolinea che «Gli incendi che hanno drammaticamente spezzato vite umane – facilitati dall’estrema siccità di cui ha sofferto anche quest’anno la Grecia e dalle temperature record (aiutati dai venti intensi che prevalgono in questo periodo dell’anno) – sono anche colpevoli della distruzione della foresta di Dadia, al confine con la Turchia, uno dei più importanti hotspot di biodiversità in Europa».

Pur essendo ancora troppo presto per valutare la portata dell’impatto o per fornire numeri precisi, il Wwf evidenzia come «L’incendio abbia incenerito il nucleo della foresta in cui si trova una delle poche popolazioni riproduttive (30-35 coppie) di avvoltoio monaco (Aegypius monachus) della penisola balcanica, distruggendo i vecchi pini neri che ospitano i nidi. La presenza di pini secolari è indispensabile per il futuro di questi rari avvoltoi che da tempo non nidificano più in Italia, da un lato per la scomparsa di habitat idonei per la nidificazione e dall’altro per bracconaggio e antropizzazione diffusa del territorio».

Il fuoco ha colpito anche i nidi di un altro raro avvoltoio: capovaccaio (Neophron percnopterus). che vive nella foresta di Dadia e le  5 coppie che nidificano in Grecia sono tutte nell’area colpita dagli incendi.
Il Wwf sottolinea che «Importanti tratti della foresta di Dadia che si erano salvati da un precedente incendio lo scorso anno sono ora andati definitivamente persi. A rendere ancora più drammatica la situazione è stata la convergenza dell’incendio della foresta di Dadia con le fiamme di un altro incendio, innescato nel sud di Evros e che a sua volta ha distrutto aree protette importanti – soprattutto per i rapaci – e che ora si sta dirigendo verso la zona umida di Ramsar nel delta di Evros. L’area bruciata ad oggi è di quasi 30.000 ettari ma le fiamme sono ancora attive».

Da più di 30 anni il Wwf lavora nella foresta di Dadia per proteggere l’importante hotspot di biodiversità costituito da antiche foreste mediterranee e dalle preziose popolazioni di avvoltoi. In particolare, il Parco nazionale di “Dadia-Lefkimi-Soufli” è di importanza globale nonché una delle aree protette più importanti a livello europeo. La foresta è costituita principalmente da pino nero (Pinus nigra) e pino calabro (Pinus brutia), insieme a querce e altre specie decidue, oltre che da arbusti di macchia mediterranea. L’intero habitat ospita 3 specie (avvoltoio monaco, grifone e capovaccaio) delle 4 specie di avvoltoi presenti in Europa, oltre a essere uno degli ultimi rifugi rimasti per 36 diverse specie di rapaci minacciate, come l’aquila di mare, l’aquila minore e l’aquila imperiale orientale.

Il Wwf conclude: «Oramai sappiamo che la crisi climatica amplifica e peggiora l’intensità, la frequenza e la dimensione degli incendi nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo intero. Tuttavia, anche in questo caso gli impatti potevano essere minori se si fosse posta maggiore attenzione alle misure di prevenzione che da anni il WWF chiede di applicare. La perdita di vite umane, la distruzione della biodiversità gravano come macigni sulla coscienza di comunità e governi che avrebbero potuto e dovuto fare molto di più per migliorare la sicurezza dei territori e per proteggere valori insostituibili.Speriamo e crediamo che questa ennesima tragedia possa aiutarci a capire che dobbiamo reagire al rischio incendi con più prevenzione, educazione, sensibilizzazione, investimenti e mezzi dedicati. Non possiamo permetterci di perdere questa battaglia».