Il mondo non riesce a proteggere dai disastri le persone con disabilità (VIDEO)

Indagine Onu su persone disabili e disastri rivela una grave mancanza di progressi rispetto 10 anni fa

[13 Ottobre 2023]

Secondo il nuovo un rapporto “2023 Global Survey on Persons with Disabilities and Disasters”, pubblicato dall’United Nations Office for Disaster Risk Reduction (UNDRR), che riassume i risultati della seconda indagine globale sulle persone con disabilità e disastri, «Le persone con disabilità si trovano ad affrontare una scioccante mancanza di sostegno per far fronte ai disastri, senza alcun progresso nell’ultimo decennio, nonostante l’enorme aumento dei disastri climatici in tutto il mondo. La mancanza di progressi potrebbe costituire una violazione del diritto internazionale».

Le persone con disabilità costituiscono il 16% della popolazione mondiale e, in alcuni casi, restano tragicamente uccise dai disastri a un tasso da 2 a 4 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Per valutare i progressi sulle politiche governative che dovrebbero proteggere dai disastri, l’indagine UNDRR ha raccolto oltre 6.000 risposte provenienti da 132 Paesi e i risultati sono stati confrontati con quelli dealla prima indagine condotta nel 2013 e pubblicati in occasione dell’International Day for Disaster Risk Reduction che si celebra oggi e che ha per tema la lotta alla disuguaglianza.

La nuova indagine ha rilevato «Progressi limitati sull’inclusione della disabilità negli ultimi 10 anni, senza progressi significativi in ​​nessuna regione». Nello specifico, «L’84% degli intervistati nel 2023 ha riferito di non avere un piano di preparazione personale in caso di disastro, come conoscere le vie di evacuazione, i rifugi disponibili e avere scorte di emergenza». Nel 2013, erano il  71%.

L’UNDRR evidenzia che «In particolare, i risultati del 2023 dimostrano che se fosse fornito un preavviso sufficiente, il 39% degli intervistati ha dichiarato che non avrebbe avuto difficoltà a evacuare, rispetto al 26%, se non ci fosse stato alcun preavviso. Questo avviene in un contesto globale in cui la metà dei paesi non dispone di sistemi di allarme rapido e dimostra l’importanza dell’iniziativa Early Warnings for All delle Nazioni Unite che lavora per coprire tutti, ovunque entro il 2027».

Presentando il rapporto, Mami Mizutori, rappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu per la riduzione del rischio di catastrofi e responsabile dell’UNDRR, ha detto che «Questa è una prova schiacciante di un’inaccettabile mancanza di progresso che sta lasciando indietro le persone. Le persone con disabilità devono essere protette dai disastri e questo è ancora più urgente con l’aumento dei disastri catastrofici legati al clima in tutto il mondo».

Il rapporto chiede un’inclusione significativa delle persone con disabilità nella pianificazione della riduzione del rischio di catastrofi a livello comunitario de fa notare che «Attualmente, l’86% degli intervistati si sente escluso dalla partecipazione alla pianificazione delle catastrofi a livello comunitario, lo stesso livello del 2013, nonostante gli intervistati abbiano espresso un maggiore interesse a partecipare nel 2023 (57%) rispetto al 2013 (51%). Solo l’11% degli intervistati ha dichiarato di essere a conoscenza di un piano di gestione delle catastrofi nella propria zona, in calo rispetto al 17% del 2013. Meno della metà degli intervistati (44%) non era a conoscenza della disponibilità di informazioni sul rischio di catastrofi in formati accessibili».

E l’UNDRR avverte che «I Paesi con procedimenti inadeguati per proteggere le persone con disabilità dai disastri potrebbero violare il diritto internazionale ai sensi della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, che specifica gli obblighi per garantire la protezione dai disastri e la sicurezza delle persone con disabilità. Inoltre, il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030  richiede l’inclusione della disabilità, la fornitura di informazioni accessibili sul rischio di catastrofi e la creazione di sistemi di allerta precoce inclusivi ed end-to-end.

Per Gertrude Oforiwa Fefoame, presidente dell’United Nations Committee on the Rights of Persons with Disabilities, «I risultati sono scioccanti. Stiamo deludendo le persone con disabilità. Gli Stati devono essere meglio preparati a proteggere i diritti delle persone con disabilità dai disastri, inclusa una partecipazione significativa alla pianificazione dei disastri e informazioni accessibili a tutti»-

Eddie Ndopu, global advocate dell’Onu e attivista per i diritti dei disabili, concorda: «Quando abbandoniamo le persone con disabilità in situazioni di catastrofe, alla fine tradiamo il nostro impegno a non lasciare indietro nessuno. Tutti abbiamo diritto alla vita, nessuno è usa e getta. I governi devono raddoppiare i propri sforzi e dare ascolto alle raccomandazioni, compresi i ruoli di leadership per le persone con disabilità nel processo decisionale sulla gestione delle catastrofi. Niente su di noi senza di noi».

Il rapporto fornisce esempi che devono essere ampliati a livello globale. Ad esempio, in Giordania, esiste una linea dedicata alle persone sorde per segnalare le emergenze, in Uganda, le persone con disabilità partecipano ai quadri giuridici sulla gestione dei disastri e del clima, e nel New South Wales, in Australia, i fornitori di servizi per i disabili identificano i requisiti individuali per alimentare i piani di preparazione alle emergenze della comunità.

La Mizutori  conclude: «I risultati sono un campanello d’allarme per un’azione immediata. Se c’è un lato positivo, è che con il Sendai Framework la consapevolezza e l’impegno politico sono notevolmente aumentati. Ora abbiamo bisogno di un passaggio rapido dalle promesse all’attuazione. Vite dipendono da questo».

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  • World must act on unacceptable failures to protect persons with disabilities from disasters