Guterres: perché l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è inevitabile (VIDEO)

L’era dei combustibili fossili deve finire e deve finire con giustizia ed equità

[14 Dicembre 2023]

Ieri, alla fine della 28esima Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change (COP28 Unfccc), dopo i ringraziamenti rituali al governo degli Emirati Arabi Uniti per l’ospitalità, al  presidente della COP28 Sultan Ahmed Al Jaber e il suo team per il loro duro lavoro e al segretario esecutivo dell’Unfccc Simon Stiell e ai suoi colleghi per il loro sostegno, il segretario generale dell’Onu non ha nascosto la sua evidente delusione per un risultato che altri hanno definito storico e ci ha tenuto a ringraziare soprattutto «Coloro che hanno spinto per ottenere il risultato più forte possibile, compresa la società civile e i giovani di tutto il mondo».

Guterres ha ricordato che «La COP28 si è tenuta in un momento decisivo nella lotta contro la crisi climatica, un momento che richiede la massima ambizione sia nella riduzione delle emissioni di gas serra che nella giustizia climatica.Al centro dell’attenzione i temi della transizione energetica e del futuro dei combustibili fossili. Il Global Stocktake ha chiaramente riaffermato l’imperativo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi, il che richiede drastiche riduzioni delle emissioni globali di gas serra in questo decennio. Inoltre, per la prima volta, il risultato riconosce la necessità di abbandonare i combustibili fossili,  dopo molti anni in cui la discussione su questo tema è stata bloccata. La scienza ci dice che limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi sarà impossibile senza l’eliminazione graduale di tutti i combustibili fossili in un arco di tempo coerente con questo limite. Ciò è stato riconosciuto da una coalizione crescente e diversificata di Paesi».

Poi il capo dell’Onu si è tolto qualche sassolino dalle scarpe e ha menato qualche schiaffone metaforico: «A coloro che si sono opposti a un chiaro riferimento all’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel testo della COP28, voglio dire che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è inevitabile, che gli piaccia o no. Speriamo che non arrivi troppo tardi. Naturalmente, le tempistiche, i percorsi e gli obiettivi differiranno per i paesi a diversi livelli di sviluppo. Ma tutti gli sforzi devono essere coerenti con il raggiungimento del net zero globale entro il 2050 e con il mantenimento dell’obiettivo degli 1,5 gradi. E i Paesi in via di sviluppo devono essere sostenuti in ogni fase del processo. L’era dei combustibili fossili deve finire e deve finire con giustizia ed equità».

Poi Guterres è passato ad analizzare gli aspetti positivi di quanto è successo al summit climatico di Dubai: «Allo stesso tempo, la COP28 ha concordato l’impegno a triplicare la capacità delle energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. Si sono registrati progressi anche in relazione all’adattamento e ai finanziamenti.  La COP28 ha offerto altri elementi fondamentali per il progresso, inclusa l’operatività del Fondo per le perdite e i danni, anche se gli impegni finanziari sono molto limitati. Gli impegni verso il Green Climate Fund ammontano ora alla cifra record di 12,8 miliardi di dollari per le comunità più vulnerabili al clima. Il nuovo quadro sull’azione di adattamento fornisce una serie misurabile di nuovi obiettivi per guidare l’azione e l’attuazione dell’adattamento. E ci sono linee guida chiare sul prossimo ciclo di piani d’azione nazionali per il clima del 2025 – o Nationally Determined Contributions – che tutti i governi devono iniziare a preparare ora. Sto mobilitando l’intero sistema delle Nazioni Unite per assistere in questi sforzi. Nei prossimi due anni, i governi dovranno preparare nuovi piani d’azione nazionali per il clima a livello economico. Questi piani devono essere allineati con l’obiettivo di una temperatura di 1,5 gradi e coprire tutti i gas serra. Devono inoltre essere sostenuti da politiche e regolamenti climatici credibili, tra cui un prezzo sul carbonio e la fine del finanziamento dei combustibili fossili. E sia la preparazione che l’attuazione di questi piani devono essere pienamente finanziate e sostenute».

Ma il segretario generale dell’Onu ha concluso evidenziando che c’è poco da festeggiare per i piccoli passi avanti fatti a Dubai e ha delineato la vera e propria rivoluzione necessaria: «E’ necessario molto di più per mantenere viva la speranza del limite di 1,5 gradi e garantire giustizia climatica a coloro che sono in prima linea nella crisi. Molti Paesi vulnerabili stanno annegando nel debito e rischiano di annegare a causa dell’innalzamento del livello del mare. E’ tempo di un’impennata della finanza, che includa l’adattamento, le perdite e i danni e la riforma dell’architettura finanziaria internazionale. Abbiamo bisogno di maggiori capitali e di una riforma del modello di business delle banche multilaterali di sviluppo per aumentare massicciamente il sostegno diretto – e per sfruttare molto più finanziamenti privati ​​a costi ragionevoli per l’azione climatica nei paesi in via di sviluppo. Sto lavorando con il governo del Brasile nella sua veste di presidente del G20 per contribuire a portare avanti queste riforme cruciali. Questo sarà anche uno dei principali obiettivi del Summit of the Future del prossimo settembre. Il mondo non può permettersi ritardi, indecisioni o mezze misure. Resto fiducioso che, nonostante molte differenze, il mondo possa unirsi e affrontare la sfida della crisi climatica. Il multilateralismo resta la migliore speranza dell’umanità. E’ essenziale riunirsi per trovare soluzioni climatiche reali, pratiche e significative che corrispondano alla portata della crisi climatica».

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