Riceviamo e pubblichiamo

Guerra e crisi climatica bussano alle porte della Cop28 di Dubai

L’Abbate: «Difficile credere che questo Governo voglia veramente andare dalla parte della decarbonizzazione»

[21 Novembre 2023]

Ieri alla Camera dei Deputati è stata discussa la mozione n. 1-00207 in materia di politiche per il clima e impegni per la 28a Conferenza Onu sul cambiamento climatico (Cop28) di Dubai. Riportiamo di seguito integralmente la presentazione illustrata dalla co-firmatrice Patty L’Abbate, vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera dei deputati.

Grazie, Presidente. Governo, colleghi tutti, oggi volevo iniziare con un articolo di giornale, proprio fresco di oggi. Il titolo dice: “Il clima impazzito presenta il conto. Italia terza nell’Unione europea per eventi estremi”.

Diciamo che è un titolo che forse ci tocca molto da vicino, ci racconta di come il surriscaldamento ha fatto grandi danni all’agricoltura, ma l’innalzamento della temperatura dei mari incide anche sulla produzione ittica. Quindi, non parliamo solo di danno ambientale, ma stiamo parlando di un danno economico e sociale. Guardate, le perdite economiche che sono registrate su questo articolo, che, vi dico, è di Affari&Finanza, sono pari a circa 650 miliardi di euro. Quindi, tra la siccità e le alluvioni il clima ci sta presentando il suo conto. Anche la produttività ittica è in pericolo.

Perché? Perché abbiamo il surriscaldamento del nostro mare e oltre a questo anche la acidificazione di tutti gli oceani. Questo comporta lo sviluppo di un problema molto serio, perché a volte il cambiamento climatico può essere visto come un tema modo lontano e a volte non vogliamo vederlo perché non vogliamo cambiare il nostro modo di fare economia, però, guardate, alla fine i conti no tornano.

Cosa succede? Che stiamo parlando di un danno non solo ambientale ma che ricade sulla nostra economia. Guardiamo quello che è successo in Emilia-Romagna, con l’alluvione; guardiamo quello c è successo, settimane fa, anche a Prato, nella zona di Firenze. Stanno ancora tutti aspettando che noi, come Governo, paghiamo questi danni. E dove li prendiamo questi soldi? Poi, si parla di una coperta che è corta, ma il guaio è che se non facciamo prevenzione noi continueremo ad avere danni da pagare e con quali soldi?

Per questo continuiamo a dire che non possiamo parlare solo di sostenibilità economica mettendola al primo posto. No! È collegata a quella sociale, delle persone che perdono la casa, che perdono il proprio negozio, che perdono la propria sussistenza e la propria dignità. È collegata, quindi, a livello economico e a livello sociale. È un tutt’uno: non possiamo dividere le cose.

E allora adesso ci approcciamo a questa Conferenza delle parti sul clima, quindi alla COP28. Noi come Movimento 5 stelle abbiamo presentato questa mozione. Vi illustrerò qualcosa, ma più di illustrare i punti della mozione, quello che voglio fare con voi è ragionare sul perché lo dobbiamo fare.

Un punto importante della COP28 è sicuramente: il global stocktake, cioè un bilancio globale, perché ogni anno si fa questa conferenza e ogni anno tutti gli Stati vanno lì a porre i buoni propositi per migliorare lo stato delle cose, però finalmente quest’anno dobbiamo fare una fotografia reale di quelli che sono stati i processi dei Governi, che cosa hanno fatto, i passi in avanti, il raggiungimento degli obiettivi, quegli obiettivi che abbiamo sottoscritto a Parigi nel 2015 quando abbiamo detto che dovevamo abbattere e ridurre di 1,5 gradi il riscaldamento globale. Dobbiamo valutare, quindi, l’avanzamento e pianificare delle azioni future.

C’è una cosa che ogni volta dico quando parlo di questo tema: dopo che abbiamo pianificato, c’è un organo sovranazionale che controlla e poi va a sanzionare chi veramente non si comporta in modo adeguato? Non c’è. Forse è questo il motivo per cui ci troviamo sempre nella stessa situazione e non andiamo avanti.

C’è stato adesso il sesto rapporto dell’IPCC, che è il panel intergovernativo sul cambiamento climatico: ebbene, quella è la base scientifica più importante per impostare le politiche sul clima e questa COP28 è la prima ad essere tenuta dopo questo rapporto. Il rapporto ha sancito e scritto chiaramente – stiamo parlando di una comunità scientifica internazionale – che il cambiamento climatico è causato dalle attività antropiche, ossia delle attività dell’uomo. Ha anche detto che è aumentata la frequenza, l’entità, l’estensione spaziale e la durata dell’eventi estremi.

Ci sono delle lacune sulle azioni di adattamento. Dobbiamo dire che il nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato il presidente della COP28 – l’ha già incontrato – e ha sottolineato la necessità di aumentare gli sforzi verso la decarbonizzazione e gli avanzamenti dell’agenda sul cambiamento climatico. Allora, stiamo parlando la stessa lingua, la cosa è positiva. Poi, ha aggiunto: tenendo conto della dimensione sociale, economica e dei posti di lavoro utili. Anche qui ci trova d’accordo, ma il punto sul quale non ci troviamo è che alla fine vediamo arrivare in Parlamento una serie di decreti che vanno esattamente dalla parte opposta.

Opposta perché? Perché nella nostra mozione, per esempio, noi sosteniamo la costruzione di una chiara road map globale per l’abbattimento di tutte le fonti fossili collegata a una triplicazione di rinnovabili (energia rinnovabile) e anche a un raddoppio dell’efficienza energetica (lo diciamo perché l’abbiamo letto in un report fatto da scienziati).

Voi cosa avete fatto, invece? Avete annullato il superbonus e le comunità energetiche sono ancora ferme, a zero. Ma queste azioni non facevano aumentare la sostenibilità economica, non aumentavano i posti di lavoro? Miglioravano la sostenibilità sociale, creando lavoro utile. Allora, noi non capiamo perché andate dalla parte opposta. Forse solo perché era una proposta fatta dal MoVimento 5 Stelle? La collega mi dice che sarà questo il motivo.

Poi i SAD, i sussidi ambientalmente dannosi. Ma se noi paghiamo un infrazione al’Europa perché non abbattiamo i sussidi che diamo a chi gestisce le fonti fossili, a chi, appunto, le produce, le estrae cosa stiamo dicendo? Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti come M5S e anche ordini del giorno,sono stati tutti bocciati!

Per questo ci sembra un po’ difficile credere che questo Governo voglia veramente andare dalla parte della decarbonizzazione, dalla parte di quello che ci dicono tutte le associazioni ambientaliste italiane fatte anche dei nostri giovani, che saranno quelli che si troveranno un domani a vivere in questo mondo, sono i nostri figli, guardate. Quindi, solo questo ci dovrebbe far pensare che qualcosa non va e che questo Governo sta sbagliando.

Un altro punto un po’ critico quest’anno è che la conferenza delle Parti si terrà a Dubai, siamo negli Emirati Arabi Uniti. Ora, lancio un quesito a coloro che sono a casa: è un Paese dove si estraggono, si trasportano e si vendono combustibili fossili, quindi, cosa faranno, valuteranno la loro rapida eliminazione? Questa è una cosa che ci siamo chiesti e – devo dire – che si sono chiesti anche diversi giornali. Infatti, leggendo le cronache un po’ tutti sono critici su questo punto. Gli obiettivi di decarbonizzazione come li porteranno avanti? Assisteremo ad una tornata negoziale greenwashing 2.0? Sarà questo? Ci auguriamo di no. Lo ripeto, ci auguriamo di no, non solo per i cittadini italiani, ma per tutti i cittadini a livello mondiale.

C’è una cosa positiva in questa COP, c’è una speranza: la presenza di Papa Francesco che dopo l’enciclica Laudato sì, ha replicato con la Laudate Deum e sarà presente dall’1° al 3 dicembre. Saremo presenti anche noi, anche io sarò presente, ci auguriamo, quindi, di incrociarlo e ci auguriamo che faccia capire – continua a ripeterlo Papa Francesco – che nessuno si salva da solo; continua a ripetere che ci sarà disuguaglianza e la disuguaglianza cosa porta? Quando la ricchezza non è ben distribuita porta alla guerra.

Allora, facciamo una cosa, non voglio più parlare di cambiamento climatico, adesso, voglio parlare della guerra, perché quando lo chiedo ai ragazzi, anche ai bambini, loro dicono che la prima cosa che sentono è la paura della guerra, specialmente quando vedono le immagini dei loto coetanei in televisione devastati dalle bombe e tutto quello che sta accadendo. Ma la guerra da dove parte? Dall’accaparramento delle risorse che sono limitate, risorse limitate che sono consequenzialmente collegate al cambiamento climatico, che sono collegate a un modello economico che ha fallito, non l’abbiamo fatto apposta, ma abbiamo sbagliato qualcosa, accettiamo il fatto che abbiamo sbagliato, accettiamo il fatto che se l’Europa, a volte, ci pone una serie di normative, magari possiamo andare a contrattare per far sì che, ovviamente, a livello sociale ed economico non distrugga le piccole e medie imprese italiane e quello che noi siamo stati capaci di costruire, ma occorre dialogare, non dire dei secchi no; occorre dialogare, perché se noi diciamo di no, il “no” lo stiamo dicendo a noi stessi, lo stiamo dicendo alle nostre imprese che rimarranno non competitive a livello internazionale, lo stiamo dicendo al nostro futuro. Anche perché, se non facciamo in questo modo, non ci sarà un futuro, lo ripeto, non ci sarà un futuro per i nostri ragazzi.

Lo stiamo vedendo, lo stiamo vedendo tutti i giorni. Questa mozione, quindi ci dice solo questo: sono punti tratti dal report dell’IPCC, da quello che stanno dicendo gli scienziati a livello mondiale. Ascoltiamoli, ascoltiamo la scienza, che sa qualcosa in più di noi, perché la scienza fa prevenzione; dovevamo farla noi da tempo, quando il diritto ambientale ci ha sempre detto di fare prevenzione, ma noi non l’abbiamo fatta, non perché siamo cattivi, ma perché è difficile, è difficile – capisco -, la transizione ecologica a volte fa paura, il cambiamento è difficile da portare avanti, ma la transizione ecologica è l’unica cosa che ci dice: siate attori del cambiamento, siate voi stessi attori, non subite passivamente quello che sta accadendo, altrimenti, sarà difficile avere un domani

di Patty L’Abbate, vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera dei deputati