Gli Emirati Arabi Uniti vogliono utilizzare la Cop28 per concludere accordi petroliferi

Center for Climate Reporting e BBC: il presidente della COP28 ha utilizzato il suo ruolo per favorire il commercio di petrolio con Paesi stranieri

[27 Novembre 2023]

Una serie di documenti interni trapelati attraverso un informatore e resi noti oggi dal team di giornalismo investigativo Center for Climate Reporting (CCR), in collaborazione con BBC News, rivelano «I piani del presidente della COP28 e capo della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti, Sultan Al Jaber, per discutere l’incremento del business dei combustibili fossili negli incontri bilaterali sul vertice sul clima».

Negli ultimi msi, Al Jaber, che ha continuato a ricoprire il ruolo di amministratore delegato della Compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi (Adnoc) nonostante le richieste di sue dimissioni dopo che è stato nominato presidente della 28esima Conferenza delle parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (COP28 Unfccc), della COP, ha tenuto numerosi incontri con alti funzionari governativi, reali e business leader ini tutto il mondo negli ultimi mesi. Dai briefing preparati prima degli incontri ottenuti dal CCR emerge che  «Il team della COP28 ha tranquillamente pianificato di utilizzare questo accesso come un’opportunità per aumentare le esportazioni di petrolio e gas dell’Adnoc».

I documenti trapelati e resi noti oggi anche da BBC News, includono più di 150 pagine di briefing preparati dal team COP28 per gli incontri tenuti da Al Jaber tra luglio e ottobre di quest’anno e che forniscono uno spaccato cdi quanto succede nelle discussioni “private” tra il presidente della COP28 e figure di spicco dei governi che partecipano al vertice Unfccc di Dubai che inizierà questa settimana.

CCR e BBC assicurano di aver verificato l’autenticità dei documenti trapelati dall’informatore, che si è fatto avanti a condizione di anonimato per timore di ritorsioni e scrivono che «La nostra indagine ha confermato che in almeno un’occasione una nazione ha dato seguito alle discussioni commerciali sollevate in un incontro con Al Jaber; una fonte a conoscenza delle discussioni ha anche detto a CCR che gli interessi commerciali di Adnoc sarebbero stati sollevati durante un incontro con un altro Pese. Ma non è chiaro esattamente in quante occasioni Al Jaber e i suoi colleghi abbiano discusso i punti di discussione negli incontri della COP28 con i governi stranieri. I briefing preparati prima degli incontri suggeriscono che avesse intenzione di sollevare interessi commerciali con quasi 30 Paesi. Più di una dozzina di loro contattati dalla BBC e dal CCR non hanno risposto alle richieste di commento. Diversi Paesi hanno negato di aver discusso di interessi commerciali con Al Jaber nonostante i punti di discussione apparissero nei briefing preparati prima degli incontri; altri 5 hanno affermato che non si sono svolte riunioni».

Michael Jacobs, un esperto di politica climatica dell’università di Sheffield, ha detto a CCR che «Le azioni del presidente della COP28 sembrano incredibilmente ipocrite. Gli Emirati Arabi Uniti in questo momento sono custodi di un processo Onu volto a ridurre le emissioni globali. Eppure, negli stessi incontri in cui apparentemente sta cercando di perseguire questo obiettivo, in realtà sta cercando di concludere accordi collaterali che aumenteranno le emissioni globali».

Il team della COP28 non ha negato di aver utilizzato gli incontri bilaterali sul vertice per i colloqui commerciali. Rispondendo alle accuse, un portavoce della COP28 ha dichiarato: «Il dottor Sultan ricopre una serie di incarichi oltre al suo ruolo di presidente designato della COP28. Questa è conoscenza pubblica. Le riunioni private sono private e non le commentiamo».

Oltre ai verbali dei briefing, CCR ha visto anche e-mail interne e verbali di riunioni che sollevano seri dubbi sull’indipendenza del team COP28 da Adnoc. « Ai membri dello staff del vertice sono stati comunicati i punti di discussione delle due compagnie nella cui gestione Al Jaber è coinvolto – Adnoc e la società statale di energia rinnovabile Masdar degli Emirati Arabi Uniti – “devono essere sempre inclusi”, secondo le e-mail viste e verificate da CCR». Il team della COP28 ha affermato che era «Semplicemente falso» che allo staff  fosse stato detto questo.

Nelle dichiarazioni al CCR e ad altri media, il team della presidenza della Cop28 ha ripetutamente negato le accuse di indebita influenza da parte della compagnia petrolifera. Ad esempio, a settembre un portavoce del vertice ha dichiarato a CCR che «Lo staff della COP28 è separato da qualsiasi altra entità» e che «Le operazioni della presidenza sono completamente indipendenti e autonome». Ma i briefing, le e-mail e i verbali delle riunioni trapelati dipingono un quadro diverso. Dopo le domande fatte dal  CCR, un portavoce ha anche confermato che un membro anziano della team del vertice che è stato profondamente coinvolto negli sforzi diplomatici, il direttore degli affari governativi della COP28 Mohammed Al Kaabi, lavora nell’«intero portafoglio» di Al Jaber. Un altro informatore del CCR ha confermato le affermazioni sul ruolo attuale dell’Adnoc e l’inchiesta evidenzia che «Entrambi gli informatori hanno descritto Al Kaabi come uno dei membri chiave dello staff di Al Jaber al vertice, anche se sembra che abbia un ruolo continuativo presso Adnoc. Anche le e-mail interne viste da CCR supportano le loro accuse secondo cui lo staff della COP28 è in contatto regolare con i dipendenti delle compagnie petrolifere, che producono punti di discussione sull’Adnoc mirati a Paesi specifici su richiesta del team del vertice. Si chiedono spunti di discussione anche alla società di energie rinnovabili Masdar, di cui Al Jaber è presidente. Questi vengono poi incorporati nei briefing di Al Jaber prima degli incontri con i funzionari governativi stranieri.

Un ex presidente della COP e altri esperti di negoziati Unfccc hanno dichiarato alla BBC e al CCR che i presidenti della COP non dovrebbero mai rendere gli interessi commerciali propri o del proprio paese parte dei colloqui sul clima. Per Manuel Pulgar-Vidal, presidente del vertice COP20 di Lima nel 2014, «Come presidente della COP non dovresti rappresentare alcun interesse nazionale o commerciale, è tuo compito guidare il mondo. Non puoi rappresentare gli interessi di un Paese o di un’impresa perché ciò minerebbe la fiducia nella presidenza».

Durante il meeting diplomatico pre-COP di ottobre a Dubai, Al Jaber ha incontrato diversi rappresentanti di governi, compresi quelli di Germania, Stati Uniti e Italia. Secondo il sito web della COP28, l’evento avrebbe dovuto essere «Un’opportunità chiave per il mondo di unirsi dietro l’ambizione collettiva di trasformare la risposta globale alla crisi climatica». Ma l’inchiesta evidenzia che « Nonostante le speranze di alcuni che ciò possa dare il via al processo per concordare una graduale eliminazione dei combustibili fossili, i briefing preparati per Al Jaber prima dei suoi incontri a margine del Pre-COP rivelano i suoi piani segreti per discutere come Adnoc può aumentare i miliardi di dollari di commercio che intrattiene con alcuni di questi Paesi».

Ad esempio, in un briefing preparato prima dell’incontro di Al Jaber durante la Pre-COP con il ministero cinese dell’ecologia e dell’ambiente, Zhao Yingmin, affermava che Adnoc ha «Una partnership strategica» con la Cina con vendite e scambi per un valore di 15 miliardi di dollari nell’ultimo anno e che «Resta un partner energetico impegnato per la Cina» e il briefing sottolineava la possibilità di collaborare su più progetti internazionali sul gas.

In un briefing di Al Jaber per un incontro con il ministro degli Affari esteri dell’Egitto Sameh Shoukty. Presidente uscente della COP27, si legge: «ADNOC, in quanto fornitore affidabile di energia e prodotti, è pronto a sostenere la fornitura di prodotti petrolchimici all’Egitto». Nel frattempo, i punti di discussione negli incontri con esponenti governativi di Arabia Saudita, Senegal e Venezuela includevano tutti la stessa frase: «Non esiste conflitto tra lo sviluppo sostenibile delle risorse naturali di qualsiasi Paese e il suo impegno nei confronti del cambiamento climatico». Che tradotto significa petrolio e gas.

Altri punti di discussione previsti durante l’evento Pre-COP includevano: la fornitura di diesel e carburante per aerei da parte di Adnoc al Kenya; il desiderio degli Emirati Arabi Uniti di uscire dalla lista brasiliana dei paradisi «Per facilitare nuovi investimenti da parte di Masdar»; la «Potenziale monetizzazione delle risorse venezuelane» dopo «L’allentamento delle sanzioni energetiche statunitensi» come Adnoc e Masdar possono «Accelerare la partnership» per aiutare l’Azerbaigian a realizzare la sua visione di essere «un hub energetico sicuro per l’Europa, esportando gas naturale ed elettricità potenzialmente pulita».

Gli incontri precedenti avevano seguito uno schema simile. CCR rivela che «In un incontro tenuto da Al Jaber con la  ministro dell’ambiente e del cambiamento climatico del Brasile, Marina Silva, sembra che Al Jaber abbia pianificato di fare pressione per far approvare l’offerta di Adnoc per una società petrolchimica brasiliana chiamata Braskem. “Per noi è importante garantire l’allineamento e l’approvazione dell’accordo al massimo livello”, si legge nel briefing. C’era anche una “chiesta”: il “sostegno di Silva nel facilitare una chiamata con il ministro competente”». Secondo un rapporto della Reuters, qualche giorno fa Adnoc ha presentato una nuova offerta per diventare l’azionista di maggioranza di Braskem,

I governi di Cina, Egitto, Arabia Saudita, Venezuela, Kenya e Brasile non hanno risposto alle richieste di commento avanzate da CCR e BBC. L’incontro con il Senegal in occasione dell’evento Pre-COP non sembra aver avuto luogo.

Un portavoce di Adnoc ha dichiarato: «Il dottor Sultan tiene numerosi incontri con le parti interessate, i cui dettagli sono privati». Masdar si è rifiutata di commentare.

Secondo autorevoli commentatori, scienziati. Ambientalisti e difensori dei diritti umani quello di Al Jaber è un gigantesco conflitto di interesse. Secondo un rapporto di Politico, dopo queste forti e documentate critiche, l’Unfccc a gennaio aveva  inviato una serie di domande al team della COP28 chiedendo se fosse indipendente da Adnoc. La nota dell’Unfccc ricordava che il principio cardine per i presidenti della COP e i loro team è  «L’obbligo di imparzialità» e che «Sono tenuti ad agire senza parzialità, pregiudizio, favoritismo, capriccio, interesse personale, preferenza o deferenza, basandosi rigorosamente su un giudizio sano, indipendente ed equo».

Ma dai documenti trapelati viene fuori un’evidente e incontrollata l’influenza dell’Adnoc nel team della COP28: «E-mail interne rivelano che ai membri dello staff della COP28 è stato detto che i punti di discussione di Adnoc e Masdar “devono sempre essere inclusi” nei briefing che preparano per Al Jaber prima degli incontri bilaterali sul vertice. Il team del vertice richiede spunti di discussione per gli incontri direttamente ad Adnoc e Masdar. In genere includono dettagli sul valore delle vendite e degli scambi di Adnoc con un Paese durante l’anno precedente e qualsiasi potenziale opportunità commerciale che la compagnia petrolifera vorrebbe che Al Jaber sollevasse durante l’incontro. In molti casi, questi punti di discussione vengono poi semplicemente copiati nei briefing del presidente della COP28».

A settembre, Al Jaber e una delegazione dello staff della COP28 hanno partecipato all’Assemblea generale dell’Onu York e il suo staff ha preparato briefing su circa 50 governi di tutto il mondo, nonché una serie di incontri con personaggi pubblici di spicco, come il cofondatore di Microsoft Bill Gates, il principe William e l’ex primo ministro britannico Tony Blair che è stato un forte sostenitore di Al Jaber; il briefing per l’incontro dei due rivela che la sua ONG di consulenza governativa, il Tony Blair Institute for Global Change, ha lavorato con il gruppo dirigente senior della COP28.

In una sezione denominata “Adnoc”, il briefing di Al Jaber per un incontro con due ministri del governo francese affermava: «Gli Emirati Arabi Uniti restano impegnati a sostenere la Francia in modo responsabile e affidabile, attraverso il business degli idrocarburi, la crescita del GNL [gas naturale liquefatto] che è fondamentale alla transizione energetica e alla diffusione su larga scala delle energie rinnovabili».

Nel frattempo, tra le «potenziali aree di discussione» per un incontro con il ministro olandese per le politiche climatiche ed energetiche si faceva notare che «Gli Emirati Arabi Uniti e le loro società energetiche sono pronti a collaborare con i Paesi Bassi per accelerare le nostre ambizioni condivise». Secondo il briefing, le vendite e gli scambi di Adnoc con i Psaesi Bassi nell’ultimo anno ammontavano a 2 miliardi di dollari.

L’inviato presidenziale speciale Usa per il clima, John Kerry, ha un rapporto molto stretto con Al Jaber: neli ultimi due anno lo ha incontrato più di qualsisi rappresentante governativo straniero e un briefing preparato prima del loro incontro a New York a settembre rivela che Al Jaber sperava di ottenere «Il sostegno dell’amministrazione [Biden] per i progetti Masdar negli Stati Uniti».

Sembra che Al Jaber avesse pianificato di cercare il sostegno del governo per gli investimenti internazionali nel Regno Unito. Un briefing per un incontro con il ministro britannico Graham Stuart ha evidenziato gli investimenti delle major petrolifere britanniche Shell e BP nelle entità Adnoc e che «Dobbiamo garantire che rimangano in atto meccanismi di regolamentazione e di supporto corretti per realizzare la nostra ambizione comune».

Un delegato straniero che ha avuto incontri con Al Jaber ha detto a CCR che «La presidenza della COP28 ha dato al CEO di Adnoc l’accesso ai leader mondiali in tutto il mondo. Pensi che incontrerebbe i capi lui e quando si chiudono… ha molte opportunità per portare avanti il ​​suo mandato nel modo che ritiene opportuno»

I governi di Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno affermato che le attività commerciali non sono state discusse all’Assemblea generale dell’Onu e quello olandese nega che l’incontro abbia avuto luogo. .

Un portavoce della COP28 ha dichiarato a CCR e alla BBC: «Il dottor Sultan Al Jaber è particolarmente concentrato sull’attività della COP e sul raggiungimento di risultati climatici ambiziosi e trasformativi alla COP28, cose che non si vedevano dai tempi di Parigi. Il suggerimento che l’ampio lavoro intrapreso per ottenere questi risultati non sia stato focalizzato su un’azione significativa per il clima è una distrazione dal lavoro di questa Presidenza e dal duro lavoro di tutti coloro che sono coinvolti in questo processo».

Ma l’inchiesta rivela anche che sono stati inoltre preparati spunti di discussione per potenziali domande che potrebbero essere poste ad Al Jaber durante le sessioni di domande e risposte durante il suo viaggio a New York. Al Jaber ha ripetutamente affermato che «La riduzione graduale” dei combustibili fossili è inevitabile ed essenziale». Ma al CCR dicono che «Le finte risposte incluse nel briefing forniscono maggiori informazioni sul motivo per cui Al Jaber non è andato oltre e non ha chiesto una completa “eliminazione graduale” che figure come il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, hanno affermato essere necessaria “per avere una possibilità di combattere”. di limitare l’aumento della temperatura globale”».

Infatti, il documento informativo afferma che «Una riduzione graduale consentirebbe un piccolo numero di idrocarburi – molto più piccolo di oggi – nel mix energetico, con le relative emissioni compensate o ridotte» e aggiunge: «La riduzione graduale ci dà maggiore spazio per allineare gli obiettivi climatici con le soluzioni politiche, finanziarie e tecnologiche inclusive del mondo reale».

Ma, come fa ulteriormente notare CCr, «Il documento informativo non afferma, convenientemente, che ciò consentirebbe anche ad Adnoc di Al Jaber di continuare a vendere petrolio e gas».

Una recente indagine dell’AFP ha rivelato che «Una narrativa sulla transizione energetica» redatta per il team COP28 dalla società di consulenza McKinsey ridurrebbe presumibilmente il consumo di petrolio solo di circa la metà nei prossimi 25 anni, «In media, si prevede che entro il 2050 verranno ancora utilizzati 40-50 MMb/g [milioni di barili al giorno] di petrolio, rispetto ai circa 100 MMb/g di oggi, afferma il documento ottenuto dall’AFP. McKinsey sta fornendo consulenza al team del summit prima dei colloqui, ma lo scenario da lei proposto consentirebbe alle compagnie di combustibili fossili di continuare a pompare una quantità eccessiva di petrolio e gas per raggiungere il net zero».

Un’altra ipotetica domanda posta ad Al Jaber nel documento informativo ottenuto dal CCR chiede: «Si opporrà alla graduale eliminazione di questo tipo di linguaggio?» Invece di fornire una risposta diretta, il documento afferma semplicemente: «Il linguaggio sarà concordato dalle Parti presenti alla COP28».

Quando il CCR ha chiesto se Al Jaber si opporrà al linguaggio sull’eliminazione graduale dei combustibili fossili, un portavoce della COP28 ha fatto riferimento a una precedente dichiarazione pubblica fatta da Al Jaber: «Sappiamo che ci sono opinioni forti sull’idea di includere un linguaggio sui combustibili fossili e sulle energie rinnovabili nel testo negoziato… Dobbiamo essere responsabili. Dobbiamo essere pragmatici. E non dobbiamo lasciare nessuno indietro».

Uno dei consiglieri di Al Jaber, Mohammed Al Kaabi, ha spesso accompagnato il presidente della COP28  nei suoi viaggi all’estero, anche se sembra che abbia un ruolo continuativo presso Adnoc. Durante una conferenza Unfccc a Bonn, in Germania, a giugno, Al Kaabi si è registrato come direttore degli affari governativi della COP28. Ma le e-mail interne e i registri delle riunioni visti da CCR rivelano che Al Kaabi utilizza un indirizzo e-mail di Adno e che gli è stato chiesto di approvare alcuni dei punti di discussione per i briefing di Al Jaber.

Il CCR ha identificato una serie di immagini pubblicamente disponibili di Al Jaber durante incontri con funzionari e dignitari stranieri nelle quali compare Al Kaabi, come nelle riprese della CNN Business Arabic che mostravano Al Kaabi tra la delegazione che aveva partecipato all’incontro di Al Jaber con Papa Francesco.

Un portavoce della COP28 ha affermato che «La presidenza della COP28 ha un proprio ufficio indipendente, personale e un sistema IT autonomo», ma ha anche ammesso che l Kaabi opera attraverso l’intero portafoglio di Al Jaber.

I risultati fanno eco a dettagli precedenti scoperti da CCR su un altro dei consiglieri di Al Jaber, Oliver Phillips, un ex produttore della CNN e della MSNBC che ha lavorato con Al Jaber per diversi anni, ha svolto un ruolo chiave nel plasmare il lavoro di pubbliche relazioni del team COP28 nonostante sembrasse impiegato all’Adnoc. Alla conferenza di Bonn, Phillips si è registrato come rappresentante della compagnia petrolifera ma era già stato pesantemente coinvolto nella COP28. In una precedente dichiarazione fornita a CCR, il portavoce della COP28 ha affermato che Phillips «Sta lavorando a tempo pieno al vertice», ma non ha risposto alle domande su quando è terminato il rapporto di lavoro di Phillips con la compagnia petrolifera emiratina.

A gennaio, il team della COP28 avrebbe lavorato presso la sede dell’Adnoc ad Abu Dhabi. Allora, rispondendo alle accuse di commistione, un portavoce della COP28 disse a CCR: «Il team COP28 è ancora in fase di costituzione e il personale è attualmente dislocato in diverse località. Si trasferiranno in uffici permanenti all’inizio del prossimo mese. Nel frattempo, esistono chiare linee guida di governance per garantire che il team possa operare in modo completamente indipendente da qualsiasi altra entità in cui potrebbe essere situato».

Anche se da allora il team si è trasferito in un ufficio separato, gli informatori hanno affermato che le riunioni della COP28 si tengono ancora regolarmente presso la sede di Adnoc e Al Jaber lavora spesso agli affari della COP28 dal suo ufficio alla compagnia petrolifera. I registri delle riunioni interne visionati da CCR rivelano che gli inviti inviati allo staff della COP28 provengono occasionalmente dall’ufficio esecutivo dell’ Adnoc.

Un portavoce della COP28 ha dichiarato a CCR e alla BBC: «La Presidenza della COP28 è stata coerente nella nostra posizione secondo cui non ha senso escludere le persone che comprendono meglio l’attuale sistema energetico dalle conversazioni sulla transizione energetica. Lo slancio che abbiamo visto crescere ci rende fiduciosi che saremo in grado di ottenere risultati importanti a Dubai».

La volpe a guardia del pollaio, si direbbe in Italia.