Eurobarometro: per il 94% dei cittadini europei e italiani è importante proteggere ambiente e clima

Gli italiani chiedono più rigore contro i crimini ambientali, ma poi non gli interessa se gli abiti che comprano a basso prezzo producono danni ambientali e ingiustizie sociali

[4 Marzo 2020]

Secondo la nuova indagine Eurobarometro “Attitudes of European citizens towards the Environment”, il 94% dei cittadini di tutti gli Stati membri dell’Ue concorda sul fatto che la protezione dell’ambiente è importante. Inoltre, «il 91% dei cittadini ha dichiarato che i cambiamenti climatici costituiscono un problema grave nell’Ue. A giudizio dell’83% degli intervistati, la legislazione europea è necessaria per proteggere l’ambiente».

Per quanto riguarda l’Italia, il 43% degli intervistati pensa che sia molto importante proteggere l’ambiente (53% media Ue), il 51% abbastanza importante (41% Ue), il 5% poco importante e solo l’1% per niente importante (stesse medie Ue).
la fonte maggiore di informazione ambientale degli italiani sono i telegiornali (73% contro il 66% della media Ue), seguiti da Internet con il 25% (Ue 35%), radio 12% (Ue 23%), film e reportage TV 22% (Ue 23%), social network 14% (Ue 20), quotidiani nazionali 20% (Ue 18%), familiari, amici, vicini, colleghi 14% (Ue 16%), quotidiani locali 15% Ue 13%).

In testa alle preoccupazioni ambientali di italiani ed europei c’è, con la stessa percentuale del 53%, il cambiamento climatico- Al secondo posto si pa iazza la quantità crescente di rifiuti (51% Italia e 46% media Ue), al terzo l’inquinamento dei mari (41% Italia e 40% Ue).

L’inquinamento di fiumi, laghi e falda acquifera preoccupa il 30% degli italiani contro il 38% della media Ue; mentre solo il 27% degli italiani considera un grosso rischio il declino e l’estinzione di specie e di habitat (37% Ue). Italiani ed europei tornano ad essere ugualmente preoccupati, 28%, per la siccità e le inondazioni frequenti, mentre solo il 16% degli italiani sono preoccupati per la scarsità di acqua potabile, contro il 24% del resto dell’Europa, dove il problema è sicuramente meno acuto che in molte regioni italiane. L’inquinamento acustico preoccupa solo il 9% degli italiani e il 10% degli europei.

Eurobarometro evidenzia che dall’indagine emerge che «I cittadini vogliono che si faccia di più per proteggere l’ambiente e ritengono che la responsabilità sia condivisa, oltre che da loro stessi, anche dalle grandi imprese e dall’industria, dai governi nazionali e dall’Ue. I cittadini intervistati ritengono che per affrontare più efficacemente i problemi ambientali occorra cambiare i nostri modelli di consumo (33% media Ue e il 28% Italia) e cambiare il nostro modo di produrre e commercializzare i prodotti (31% Ue e 25% Italia).

E’ emerso anche, con percentuali italiane simili alla media Ue, un sostegno a favore di altre misure, tra cui gli investimenti nella ricerca e sviluppo, una maggior attività di informazione e di educazione, un incoraggiamento alle imprese ad impegnarsi in attività sostenibili e un controllo legislativo più rigoroso. Infatti, rispetto alla media europea, gli italiani chiedono leggi ambientali più severe e sanzioni più pesanti contro chi trasgredisce (27%, contro 23% Ue) e di garantire una maggiore applicazione della legge (225 contro 19% Ue).

I cittadini europei e riconoscono che potrebbero essere necessari dei cambiamenti radicali. Gli oltre 27 000 intervistati esprimono un forte sostegno per le misure proposte volte a ridurre la quantità dei rifiuti di plastica e la loro dispersione nell’ambiente (43 media Ue, 35% Italia), mentre il 60% degli italiani e il 66% degli europei ritengono importante far bene la raccolta differenziata. I risultati indicano anche che «i cittadini ritengono che i prodotti dovrebbero essere concepiti in modo da facilitare il riciclaggio di questo materiale; industriali e commercianti dovrebbero sforzarsi di ridurre gli imballaggi di plastica; si dovrebbero prevedere interventi educativi rivolti ai cittadini su come ridurre i loro rifiuti di plastica; le autorità locali, infine, dovrebbero mettere a disposizione strutture migliori per la raccolta di questo tipo di rifiuti e prevederne in numero più elevato».

Ma italiani ed europei bocciano con la stessa percentuale, ben l’80%, l’impegno ambientale mostrato dall’industria, quello dei loro concittadini (69% Italia e 67% Ue), delle amministrazioni locali (69% Italia e 57% Ue), dei governi nazionali (75% Italia e 72% Ue), dell’Unione europea (70% Italia, 68% Ue)

L’indagine prende in esame anche gli atteggiamenti nei confronti dell’industria dell’abbigliamento, riscontrando forti preoccupazioni per le questioni ambientali e le condizioni di lavoro. Gli intervistati vorrebbero indumenti in grado di durare più a lungo e fabbricati con materiali riciclabili. Ma gli italiani dell’”aiutiamoli a casa loro” e che chiedono più rispetto delle leggi, in questo caso mostrano opinioni molto diverse dalla media europea: alla domanda se gli indumenti dovrebbero costare il meno possibile indipendentemente dall’impatto ambientale e dalle condizioni di lavoro in cui sono stati prodotti, si è detto completamente in disaccordo il 29% degli europei e solo il 6% degli italiani, mentre è completamente d’accordo con la completa deregulation del settore dell’abbigliamento il 34% degli italiani e il 22% degli europei e abbastanza d’accordo ben il 42% degli italiani e il 27% degli europei.

Il commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, ha concluso: «I risultati di questa indagine non ci sorprendono. Sono esattamente le preoccupazioni dei cittadini che noi vogliamo affrontare con il Green Deal europeo. Mi rincuora constatare che esiste un sostegno a favore di quei cambiamenti fondamentali che ci apprestiamo ad apportare alla nostra società e alla nostra economia e che i cittadini intendono svolgere un ruolo attivo in questo cambiamento».