Dichiarazione congiunta Usa-Ue per rafforzare l’azione climatica globale

John Kerry: «Non c’è un partner migliore dell’Ue per l’azione climatica»

[10 Marzo 2021]

In una dichiarazione congiunta, John Kerry, inviato speciale Usa per il clima  e la Commissione europea si sono impegnati a «Rinnovare la nostra forte alleanza nello sforzo di affrontare la crisi climatica. Avendo lavorato a stretto contatto per realizzare lo storico Accordo di Parigi, ci impegniamo a garantirne il successo riducendo le nostre emissioni e collaborando con i nostri partner globali, in particolare le altre principali economie, per rafforzare le loro ambizioni climatiche».

Prima della firma della dichiarazione congiunta con l’Ue (molto simile, anche se più articolata, a quella firmata l’8 marzo con il premier conservatore britannico Boris Jhonson).  Kerry aveva sottolineato che «L’alleanza Usa-Ue sul clima in passato è stata straordinaria perché ci ha portato all’Accordo di Parigi. Però non stiamo facendo tutto ciò su cui ci siamo impegnati. Ora è il momento per i Paesi, i governi, le persone di unirsi e fare il lavoro che dobbiamo fare. Possiamo farlo, abbiamo molte tecnologie e ci sono molte aziende che stanno lavorando per sviluppare le tecnologie di cui abbiamo bisogno. Questo può essere fatto e gli scienziati ci dicono che questo decennio, dal 2020 al 2030, deve essere il decennio dell’azione. Non c’è un partner migliore dell’Ue per l’azione climatica, sono qui per rinnovare il dialogo con l’Europa. Le prove della crisi climatica sono sempre più evidenti».

Messa evidentemente da parte la parentesi negazionista climatica dell’amministrazione di Donald Trump, gli Usa di Joe Biden si sono impegnati a raggiungere le emissioni net zero di gas serra entro il 2050 e puntano ad annunciare il loro nationally determined contribution  ai sensi dell’Accordo di Parigi durante o prima del Leaders Climate Summit  convocato da Biden per il  22 aprile. L’Unione europea si era già impegnata a raggiungere la climate neutrality climatica nel 2050 e intende aumentare le sue ambizioni climatiche per il 2030 riducendo le sue emissioni di almeno il 55% rispetto al 1990 (obiettivo giudicato poco ambizioso dalle associazioni ambientaliste). Per garantire che queste ambizioni si traducano in azioni efficaci, attualmente l’Ue sta lavorando a un pacchetto completo “Fit for 55” la cui presentazione è prevista per giugno di quest’anno.

Secondo la dichiarazione congiunta, il Summit Usa, che include una ripresa a livello di leader del Major Economies Forum Forum,  «E’una delle pietre miliari per aumentare lo slancio sulla strada verso una COP 26 di successo a Glasgow e il Ministerial Meeting on Climate Action (MOCA) che si terrà tra due settimane darà il via alle discussioni ad alto livello e aiuterà a schierare la massa critica internazionale. Esortiamo tutti i Paesi a prendere le misure necessarie per mantenere alla nostra portata un aumento della temperatura entro gli 1,5 gradi C, anche attraverso impegni a emissioni net zero entro il 2050, strategie specifiche net zero e ambiziosi nationally determined contributions».

Usa e Ue hanno anche deciso di «Lavorare insieme e con altri Paesi per aiutare i più vulnerabili del mondo a far fronte agli impatti devastanti del cambiamento climatico. Queste sfide urgenti non possono essere affrontate dai soli governi. Siamo incoraggiati dai forti sforzi per il clima di molte aziende leader e lavoreremo a stretto contatto con il settore privato per mobilitare gli investimenti e le tecnologie di mitigazione e adattamento trasformative necessarie per arginare la crisi climatica».

La dichiarazione congiunta conclude: «Siamo rincuorati dagli innumerevoli giovani e altri cittadini che si stanno unendo agli sforzi per il clima e ritengono i leader responsabili del benessere del nostro pianeta e delle generazioni future».