Coordinamento Free: «Per il Piano clima serve il contributo di tutti»

Mondo petrolifero e automotive devono riorganizzarsi. Muroni: mobilità settore chiave per la transizione

[21 Febbraio 2019]

Nella sua introduzione al convegno “Le politiche industriali, richieste dal Piano energia-clima”, Giovan Battista Zorzoli, presidente del Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, ha evidenziato che «Bisogna evitare il rischio, molto concreto, che comparti, come l’automotive e il downstream petrolifero, che in futuro dovranno ristrutturarsi profondamente, entrino in contrapposizione con il mondo dell’elettrico per il quale il Piano clima e ambiente rappresenta un’opportunità di sviluppo. Il rischio è evitabile solo con uno sforzo di comprensione reciproca, che si traduca in una collaborazione tra tutte le realtà economiche e sociali coinvolte, in modo da minimizzare i costi della trasformazione e massimizzarne i benefici».

Il convegno organizzato da Free, che rappresenta infatti 4 .000 aziende e al qyuale aderiscono istituzioni e associazioni, ha visto per la prima volta un’associazione attiva nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili discutere sulle ricadute industriali che il Piano potrà avere sul sistema industriale, allo stesso tavolo con Eni, Snam, case automobilistiche, Unione Petrolifera, Anev, Italia Solare e numerosi esponenti del governo e delle forze politiche.

Zorzi ha ricordato che «Entro la fine di quest’anno dal confronto con gli stakeholder e con la Commissione Europea uscirà la versione definitiva del Piano nazionale energia-clima, i cui obiettivi andranno realizzati secondo le scadenze lì previste. Inoltre, secondo quanto già deciso, l’unica revisione in calendario, nel 2023, potrà solo innalzare ulteriormente gli obiettivi. Il settore dei trasporti è quello dove già l’obiettivo attuale – 30% dei consumi energetici coperti da fonti rinnovabili – determinerà maggiori cambiamenti nel tessuto industriale»- Il presidente del coordinamento Free ha sottolineato che «La disponibilità a partecipare al convegno di quasi tutti gli interlocutori invitati è di per sé un segnale positivo. Anche se l’iniziativa dovesse tradursi più in una contrapposizione che in un confronto, sarebbe comunque importante che ciò avvenga alla luce del sole, in presenza di ascoltatori interessati e di rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche, ai cui interventi è dedicata l’ultima parte del convegno. A ogni modo, non vi è mai coincidenza tra il momento in cui si getta un seme e quello in cui la pianta emerge dal terreno».

Invito a discutere francamente subito accolto dalla deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni che ha ricordato che «Per raggiungere i target del Piano Nazionale Energia e Clima al 2030 serviranno politiche industriali coerenti e adeguate. In particolare sul fronte dei trasporti e della mobilità, settore che più degli altri sarà chiamato a cambiare pelle e a realizzare la transizione energetica verso le rinnovabili e la sostenibilità».

Rivolta al governo, l’ex presidente di Legambiente ha evidenziato che «Non basteranno misure spot, assunte di notte senza un confronto con le forze politiche né con il settore, come quella sul bonus/malus per le auto inserita nella legge di Bilancio. Che andrebbe modificata introducendo almeno un criterio sociale per cui si fa pagare meno a chi ha un reddito più basso e prevedendo un bonus rottamazione che premi chi rottama le vecchie auto inquinanti come i diesel, anche senza l’acquisto di nuove. Per arrivare preparati al 2030 sono preziosi il contributo al confronto e le indicazioni del Coordinamento Free. Vanno nella stessa direzione le misure individuate dalla mia risoluzione sulla mobilità sostenibile depositata alle Commissioni ambiente e trasporti. Un atto che tra l’altro prevede di: promuovere il trasporto pubblico e sostenibile, che va dai mezzi elettrici alla bicicletta passando per quelli condivisi, e ripensare la fiscalità mettendo fine ai sussidi fossili a favore di forme premianti per chi sceglie la sostenibilità. Si può iniziare spostando il carico fiscale soprattutto sui carburanti più inquinanti, riequilibrando la tassazione dall’uso alla proprietà dei mezzi, così da favorire la mobilità condivisa; favorendo l’acquisto di veicoli a zero emissioni e tassando di più quelli più inquinanti. Accompagnando magari queste misure con quote di mercato obbligate per i veicoli elettrici. Necessaria poi una Road Map dei trasporti al 2030 con obiettivi coerenti agli impegni presi a livello internazionale sul clima. Oltre ad aiutarci nella lotta ai mutamenti climatici e a raggiungere gli obiettivi del piano energia e clima, queste misure renderebbero più pulita e respirabile l’aria delle nostre città e libererebbero il grande potenziale occupazionale dell’industria italiana dell’auto elettrica».