Da inizio anno a fine ottobre, 28 eventi estremi in Toscana, +27% rispetto ai primi 10 mesi del 2022

Alluvioni: in Toscana 48 allagamenti in 14 anni di monitoraggio

Ferruzza: sarebbe miope e controproducente pensare di riparare e ricostruire dov’era, com’era

[28 Novembre 2023]

Dal Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvionirealizzato da Legambiente, con il contributo del Gruppo Unipol, emerge un Paese fragile di fronte ai cambiamenti climatici che i tagli che ci sono stati alle risorse destinate alla prevenzione del dissesto idrogeologico rendono ancora più fragile. E in questa fragilità spicca quella della Toscana dove  negli ultimi 14 anni – dal 2010 al 31 ottobre 2023 – sono stati registrati 48 allagamenti per piogge intense e da inizio 2023 a fine ottobre ci sono stati 28 eventi estremi in Toscana (+27% rispetto ai primi 10 mesi del 2022), rilevazioni fatte prima dell’arrivo della tempesta Ciàran che ha devastato buona parte della Toscana settentrionale

In occasione del lancio del suo report e a pochi giorni dell’apertura della COP28 sul clima a Dubai e del suo XII congresso nazionale “L’Italia in cantiere” in programma a Roma l’1, 2 e 3 dicembre e incentrato su crisi climatica e transizione ecologica, Legambiente ricorda quelli che «Devono essere i due pilastri cardine della buona gestione del territorio: ossia la convivenza con il rischio, che si attua con la giusta attenzione ai piani di emergenza comunali, all’informazione e formazione dei cittadini e la consapevolezza che un territorio come quello italiano non ha bisogno di essere ulteriormente ingessato, cementificato, impermeabilizzato, ma dell’esatto opposto, ovvero dell’adattamento».

Secondo Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e componente della segreteria nazionale del Cigno Verde, «Una vera riduzione del rischio idrogeologico si potrà ottenere solo restituendo spazio ai fiumi (agendo su delocalizzazioni, de-sigillatura di suoli impermeabilizzati, rinaturalizzazione delle aree alluvionali, azzerando il consumo di suolo e non concedendo nuove edificazioni nelle aree prossime ai corsi d’acqua); solo in seconda battuta, con opere di difesa passiva e di sfogo controllato, come aree o vasche di laminazione, da realizzare laddove strettamente necessario e inserendole sempre in un quadro (di pianificazione e programmazione) chiaro e trasparente. La ricostruzione delle aree colpite dalle alluvioni, a partire dalle ultime danneggiate il 2 novembre da Ciàran in Toscana, deve essere l’occasione per ripensare totalmente la gestione del territorio, anche e soprattutto con coraggiosi cambiamenti nelle funzioni d’uso del suolo. Sarebbe, infatti, miope e controproducente pensare di riparare e ricostruire dov’era, com’era».

Nel report Legambiente fa anche il punto su quelli che sono stati, a suo avviso, i giusti “si” alle opere necessarie alla mitigazione del rischio idrogeologico in Italia che l’associazione – attraverso la capillare azione dei propri circoli territoriali – ha difeso o ha provato a migliorare: dalla messa in sicurezza dell’Arno nel 2008 alla cassa di espansione di Roffia a San Miniato nel 2015, del Senio del 2021; le otto opere necessarie nel pistoiese nel 2023.

Per il Cigno Verde toscano non mancano le buone pratiche a cui guardare come modello: «Tra queste, il ripristino del tessuto naturale dei territori e dei corsi d’acqua deve essere uno degli obiettivi base degli interventi per contrastare il rischio alluvioni, attraverso la creazione di spazi ripariali e zone umide naturali allagabili. Allo stesso tempo, questa tipologia di interventi favorisce lo sviluppo di habitat adatti a ospitare svariate tipologie di specie animali e vegetali, aumentando i livelli di biodiversità. Ad esempio, il lago di Massaciuccoli, in provincia di Lucca, per quasi un secolo gran parte del bacino è stato drenato per scopi agricoli provocando non poche ripercussioni sul lago diventato vulnerabile in particolare ai nutrienti, come nitrati e fosfati provenienti da usi agricoli intensivi detombato, per questi motivi tramite il progetto PHUSICOS del programma europeo Horizon 2020, è prevista la realizzazione di un impianto di fitodepurazione, fasce tampone su larga scala combinate con tecniche agricole di conservazione, la gestione naturale dei canali e un bacino di ritenzione idrica.

Un contributo decisivo in situazioni di piogge record, e delle conseguenti esondazioni fluviali, può venire dalla realizzazione di casse e bacini di espansione e tra gli esempi di interventi per mitigare il rischio di alluvione legambiente indica quello realizzato nel Parco del Mensola, a nord est di Firenze: «Uno spazio verde caratterizzato dalla presenza del torrente Mensola e che grazie a un sistema di casse di espansione, esteso per oltre 18 ettari, è stato adattato ai crescenti rischi di alluvione, tutelando anche gli aspetti naturalistici».