A Dubai si apre la Cop28. Contro la crescente crisi climatica necessaria una svolta, ma si teme lo stallo

Stiell: le divisioni ci distruggeranno. Ma le soluzioni possono salvarci

[30 Novembre 2023]

A Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, ha preso il via la 28esima Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change (COP28 Unfcc) che conclude quello che è già l’anno più caldo mai registrato nella storia umana e si tiene mentre gli impatti della crisi climatica provocano un caos senza precedenti per le infrastrutture e i mezzi di sussistenza in tutto il mondo.

Nel suo messaggio alla CO28 il segretario esecutivo dell’Unfccc, Simon Stiell, ha ricordato ai delegati di tutto il mondo che «La conferenza sul clima di quest’anno arriva mentre la crisi entra in una nuova fase  e mostra tutta la sua forza, danneggiando miliardi di persone e costando trilioni. Adesso siamo tutti in prima linea. Nessun Paese è immune. Eppure la maggior parte dei governi sta ancora facendo piccoli passi, quando sono urgentemente necessari passi coraggiosi».

Eppure, per Stiell il problema è chiaro: «Il business as usual sta distruggendo il nostro pianeta. Alla conferenza sul clima COP28, i leader devono mettersi al lavoro per risolvere il problema. Il Global Stocktake completato quest’anno dall’UN Climate Change ci ha mostrato dove si sono fermati i progressi. Ma ha anche evidenziato gli strumenti per far sì che l’azione per il clima si muova molto più rapidamente. I governi devono raccogliere questi strumenti e metterli in pratica. Alla COP28, i governi dovranno rispettare due scadenze: un’intensificazione dell’azione climatica adesso e un trampolino di lancio per i prossimi due anni cruciali, e oltre. A Dubai, i governi devono concordare quali azioni più coraggiose debbano essere intraprese e come realizzarle».

E il  capo dell’Unfccc ha fatto notare che  «E’ fantastico che partecipino oltre 160 leader mondiali, ma la COP28 non può essere solo una foto-opportunity. I leader devono mantenere i propri obiettivi a Dubai: il messaggio è chiaro. E mentre i leader lasceranno  Dubai dopo il vertice di apertura, il loro messaggio ai negoziatori deve essere altrettanto chiaro: non tornate a casa senza un accordo che faccia davvero la differenza. Devono concordare di triplicare l’energia rinnovabile in questo decennio e di raddoppiare l’efficienza energetica. I Paesi in via di sviluppo – che hanno fatto meno per causare la crisi – sono rimasti affamati di giustizia climatica e resilienza per troppo tempo. La COP dell’anno scorso in Egitto ha istituito uno storico fondo per perdite e danni. La COP  di quest’anno negli Emirati Arabi Uniti deve mettere a frutto questo fondo. Questo significa mettere sul tavolo soldi veri. Gli avanzi della tavola non bastano. Più in generale, la COP28 di Dubai deve dimostrare che la finanza è il grande abilitatore del clima. E’ necessario che ai paesi in via di sviluppo i finanziamenti affluiscano a torrenti, non a rivoli, per aumentare la resilienza climatica ora. La realtà è che senza un maggiore flusso di finanziamenti verso i Paesi in via di sviluppo, una rivoluzione delle energie rinnovabili rimarrà un miraggio nel deserto. La COP28 deve trasformarlo in realtà».

E Stiell ha poi toccato il nervo scoperto di una COP ospitate da una petro-monarchia assoluta e presieduta de chi dirige la sua grande impresa petrolifera: «La COP28 deve mostrare un accordo chiaro per lasciarsi alle spalle la dipendenza dai combustibili fossili. Solo l’energia rinnovabile offre energia sicura, accessibile e protetta, oltre a molti più posti di lavoro, una crescita economica più forte, meno inquinamento e una migliore salute per le persone in ogni Paese».

Il segretario esecutivo dell’Unfccc ha concluso: «Infine, Dubai è un’opportunità – e un momento – per costruire ponti in un mondo fratturato. La crisi climatica sta colpendo ogni Paese e ogni economia; nessun Paese può risolverla da solo. Ma l’azione climatica è un’opportunità per unirsi attorno a una causa comune: sopravvivenza, giustizia, prosperità. In breve: le divisioni ci distruggeranno. Ma le soluzioni possono salvarci. Alla COP28, è tempo per tutti noi di metterci al lavoro.

Anche secondo il contestato presidente della COP28, Sultan Al Jaber, «Non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo agire subito con urgenza per ridurre le emissioni. Alla COP28, ogni Paese e ogni impresa saranno tenuti rendere conto, guidati dalla stella polare di mantenere gli 1,5° C a portata di mano. Tutte le parti dovrebbero essere pronte a prendere una decisione ambiziosa in risposta al global stocktake che riduce le emissioni proteggendo al tempo stesso le persone, le vite e i mezzi di sussistenza».
Il presidente della COP27, il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry ha concluso: «E’ di fondamentale importanza continuare a basarsi sui risultati precedenti, ma soprattutto attuare ciò su cui abbiamo già concordato. Non possiamo raggiungere i nostri obiettivi comuni senza coinvolgere tutti, soprattutto il Sud del mondo. Dobbiamo iniziare a realizzare la giustizia climatica e fornire gli strumenti necessari che abbiamo già concordato a Sharm el-Sheikh per finanziare perdite e danni, compresa l’istituzione di un fondo. Uno dei principali risultati che devono emergere dalla COP28 è che il fondo sia pienamente operativo e finanziato».