Wwf: la Regione Toscana si è dimenticata della sua strategia per la biodiversità del 2015

Su 139 azioni indicate, quasi la metà non sono state attuate, un terzo attuate solo parzialmente e solo il 15% portate a compimento

[11 Ottobre 2021]

Oggi si apre la Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione sulla Diversità Biologica, che si terrà in due fasi (ottobre 2021 e quindi aprile-maggio 2022) a Kunming in Cina. Ma il Wwf si chiede: in Toscana cosa si fa per la Biodiversità?

Gruppo di Lavoro Biodiversità 2030 del Wwf Toscana ricorda che «Esiste dal 2015 una Strategia Regionale per la Biodiversità, che la Regione ha approvato e che indicava una serie di obiettivi per la tutela della biodiversità da conseguire entro il 2020» e il Panda toscano ha effettuato una analisi dello stato di attuazione ad oggi della Strategia per quanto riguarda la biodiversità terrestre (vi è poi anche un secondo capitolo dedicato alla biodiversità marina) che ha presentato oggi.

Il Wwf sottolinea che «Per la parte terrestre erano state indicate complessivamente 295 azioni, che toccavano moltissimi aspetti della conservazione della natura, da interventi puntuali su siti specifici a programmi e piani di azione sulle maggiori tematiche e criticità ambientali. Fra queste azioni la Regione ha voluto identificare quelle che risultavano ‘di particolare rilevanza ed urgenza’, pari a 139 azioni.

Classificando ogni azione come attuata, in parte attuata o non attuata», I risultati delll’esame deghki ambientalisti sono deludenti: «Per quanto riguarda le azioni di particolare rilevanza ed urgenza (139): – azioni attuate: 22, pari al 16% – azioni attuate in parte: 49, pari al 35% – azioni non attuate: 65, pari al 47% – azioni su cui non sono risultati sufficienti i nostri dati conoscitivi: 3, pari al 2%. Circa la metà delle azioni non sono state quindi effettuate, un terzo sono state compiute solo in parte e solo il 16% sono state interamente compiute».

Fra le azioni incluse nella Strategia che non sono state compiute il Wwf segnala: L’ampliamento dell’area protetta nel Padule di Fucecchio, maggiore area palustre interna d’Italia e sito di importanza internazionale per la protezione degli uccelli migratori, tuttora tutelata per solo il 10% della sua superfice; La realizzazione di nuovi siti Natura 2000 (bacino fiume Fiora, litorale pisano, Rimigliano e Sterpaia, altri siti costieri, ampliamento Lamarossa) o di nuove aree protette (Giogo – Colla di Casaglia; Limentre; Val di Cornia); L’approvazione del piano stralcio cave del Parco delle Apuane (solo attualmente in corso di stesura), L’ampliamento del sistema di Aree protette e Siti Natura 2000 fluviali; Interventi di risanamento/riqualificazione degli ecosistemi torrentizi delle Alpi Apuane; Interventi di riqualificazione e ricostituzione degli habitat ripariali; La realizzazione di un coordinamento della gestione degli ambienti costieri – l’identificazione e migliore gestione delle aree forestali ad alto valore naturalistico; L’individuazione e tutela di boschi ripariali di elevato valore quali ‘boschi in situazione speciale’; La stesura di un Piano di azione per prevenire e mitigare gli impatti delle specie aliene; La stesura di linee guida per i piani di coltivazione dei siti estrattivi e minerari (nonché per la realizzazione degli interventi di ripristino delle cave esaurite); Uno studio organico sui principali bacini estrattivi/minerari toscani con la valutazione dei rapporti con gli elementi di maggiore interesse naturalistico e individuazione di elementi di mitigazione – la redazione di un piano d’azione per le zone umide minori; La stesura di linee guida per la pulizia delle spiagge; La stesura di linee guida per la realizzazione delle casse di espansione – la stesura di linee guida per le immissioni ittiche; La redazione di un piano di azione per la conservazione delle praterie primarie e secondarie appenniniche; La realizzazione di campagne periodiche di informazione/sensibilizzazione dei cittadini sulle buone pratiche nell’approccio all’ambiente in modo da ridurre l’impatto antropico e molte altre ancora…

E se la Regione Toscana non è riuscita non solo a centrare, ma neppure lontanamente ad avvicinarci agli obiettivi, piuttosto minimali, che si era data nel 2015, il Wwf è molto preoccupato per come (e se) riuscirà a riuscire a farlo con gli obiettivi he l’Unione Europea ha indicato a tutti gli Stati membri per il 2030-

L’associazione ricorda che «Nel 2020 l’Unione Europea ha infatti approvato una nuova Strategia Europea per la Biodiversità, che pone per tutti obiettivi molto più ambiziosi di quelli che la Regione Toscana si era data, senza raggiungerli, per il 2020. Si parla, solo per fare un esempio, di portare la percentuale delle aree protette al 30% della superficie terrestre, che vuol dire più che raddoppiare le aree protette della Toscana. Se la Regione Toscana vuole recuperare quanto non è stato fatto sulla Strategia regionale 2015 e soprattutto vuole incamminarsi verso gli obiettivi della Strategia Europea per il 2030, deve cambiare completamente passo (e anche rotta). Da poco si è insediata una nuova Giunta e c’è un nuovo Assessore all’Ambiente. Al nuovo Assessore sta ora il non facile ma fondamentale compito di fare ciò che non è stato fatto fino ad oggi e di creare le basi e cominciare a percorrere la strada verso i nuovi obiettivi europei».

Quello che il Ww chiede è: «Da subito attivare una nuova Strategia regionale per la Biodiversità, in linea con le nuove indicazioni dell’Unione Europea; Far sì che questa diventi davvero elemento integrante di tutte le politiche ed i programmi, Sia di livello regionale che locale (e non invece solo un mucchio di fogli dimenticati in un cassetto); – dedicare alla sua attuazione adeguate risorse (di persone e di fondi); Potenziare il sistema delle aree protette sia in estensione che nelle attività di conservazione (a partire dai piani dei tre Parchi Regionali della Toscana, che sono attualmente in stesura, ma che tardano a vedere la luce e rischiano di essere influenzati e travolti da interessi locali diversi da quelli della conservazione della natura e dell’ambiente); Favorire lo sviluppo di attività economiche virtuose che facciano della conservazione della biodiversità il fulcro della loro sussistenza; Programmare tutte le politiche nella consapevolezza che i servizi ecosistemici forniti da un ambiente naturale in buono stato hanno una valenza fondamentale per la nostra salute e per la stessa nostra economia».

Gruppo di Lavoro Biodiversità 2030 del Wwf Toscana conclude: «Se continuiamo a voler ignorare questo, non solo la biodiversità ma la stessa nostra società è tragicamente destinata a collassare. L’Unione Europea chiede a tutti di fare la propria parte, come ce lo chiedono i nostri figli, per lasciar loro un mondo degno di essere vissuto. La Regione Toscana vorrà fare la sua parte?»