Università di Siena: inquinamento luminoso ha pesanti conseguenze sulla fauna

Le associazioni con Italia Nostra e Legambiente contro l’inquinamento luminoso alle Ghiaie

[1 Febbraio 2016]

La polemica di Italia Nostra e Legambiente Arcipelago Toscano sull’eccessiva illuminazione della piaggia delle Ghiaie di Portoferraio, proprio nel bel mezzo di una Zona  tutela biologica marina,  ha suscitato un vesto interesse, a cominciare dai ricercatori del Dipartimento di scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, che concordano con le due associazioni sugli impatti su fauna ed habitat provocati dall’inquinamento luminoso.

Infatti i ricercatori senesi scrivono che «Ormai è ben noto come l’inquinamento luminoso condizioni in modo negativo tutti gli organismi viventi e abbia pesanti conseguenze sugli ecosistemi. A questo proposito esiste un’ampia letteratura specialistica e divulgativa prodotta negli ultimi venti anni (a titolo di esempio si possono citare i contributi di Rich C. & Longcore T., eds., 2006. Ecological Consequences of artificial night lighting. Island Press, Washington e di Camerini G., 2014. Impatto dell’illuminazione artificiale sugli organismi viventi. Biologia Ambientale, 28 (1): 65-89). Gli effetti dell’inquinamento luminoso interessano in vario grado tanto le piante che gli animali, sia invertebrati, sia vertebrati, viventi negli ambienti terrestri e acquatici. Interferenze nell’alternanza naturale giorno-notte influenzano lo svolgimento dei processi fisiologici. Ad esempio l’esposizione alla luce artificiale durante le ore notturne causa alterazioni dei ritmi circadiani e circannuali. L’inquinamento luminoso può anche portare all’effettuazione di comportamenti normalmente attuati nelle ore di luce, nel corso delle ore notturne, con gravi conseguenze in primo luogo sulla riproduzione, che dipende strettamente dal fotoperiodo».

Nella nota inviata agli ambientalisti gli scienziati dell’ateneo senese sottolineano che «Impatti altamente negativi si verificano anche a carico dei meccanismi di orientamento e migrazione di invertebrati (es. Crostacei e farfalle), uccelli e mammiferi (Chirotteri). Questi organismi, che si orientano grazie alla luce della luna e delle stelle, in presenza di illuminazione artificiale non riescono a raggiungere i siti di rifugio, alimentazione o svernamento (“effetto barriera”); tutto ciò a lungo termine può portare ad estinzioni locali e a perdita di biodiversità nelle aree soggette a intensa illuminazione artificiale.

La luminosità può condizionare i tempi dedicati alla ricerca delle fonti alimentari da parte delle specie animali; in questo modo l’interferenza della luce artificiale può far insorgere fenomeni di competizione tra specie diverse che altrimenti non si verificherebbero»

I ricercatori concludono facendo notare che «Infine, ma non ultimo, va ricordato l’effetto attrattivo operato dall’illuminazione artificiale. Le conseguenze dell’attrazione sono molteplici. La più evidente è la mortalità diretta causata da ustioni, intrappolamento, perdita di energie causata dell’attività protratta intorno alle luci o cattura da parte di predatori, attratti sul posto dalla concentrazione di potenziali prede (come avviene per i pesci e certe specie di pipistrelli) e dalle condizioni di visibilità (predatori diurni come alcuni rettili e uccelli attivi di notte grazie alla luce artificiale). Per queste ragioni dotare la spiaggia de Le Ghiaie di un’illuminazione di tipo industriale avrà senz’altro pesanti conseguenze sulla sopravvivenza dell’intera fauna dell’area e non solo sulle specie minacciate, di grande valore conservazionistico».

«Con sorpresa abbiamo ricevuto, in questi pochi giorni dal nostro primo articolo, commenti di solidarietà e condivisione – dicono a Italia Nostra Arcipelago Toscano –  È vero che le prime risposte di alcuni portoferraiesi sono state di perplessità e alcune aperta critica, ma ognuna delle persone che, inizialmente favorevole alla nuova illuminazione, ha constatato di persona le dimensioni dei nuovi lampioni prospicienti la spiaggia, non ha potuto che ricredersi».

Tra gli incoraggiamenti e i sostegni ricevuti da Italia Nostra e Legambiente c’è anche quello dell’associazione Cielo Buio, che ha pubblicato sul suo sito l’aricolo degli ambientalisti isolani, commentandolo così: «Cari amici di Italia Nostra, CieloBuio è a vostra disposizione in questa battaglia contro l’inquinamento luminoso. CieloBuio appoggia Italia Nostra e Legambiente riguardo alla lotta all’inquinamento luminoso all’Isola d’Elba». Cielo Buio aggiunge che «I LED, la propaganda dice, fanno diminuire l’inquinamento luminoso. Le immagini dallo spazio provano il contrario. I LED bianchi inquinano meno SOLO SE si installano con livelli di illuminazione almeno 3 volte più bassi rispetto all’illuminazione tradizionale al sodio ad alta pressione».

L’Associazione Astrofili di Piombino, anche a nome del CAAT , Coordinamento Associazioni Astrofili della Toscana,  coglie l’occasione per rinnovare l’auspicio a favore di una riduzione dell’inquinamento luminoso e scrive al sindaco di Portoferraio: « Il nostro intervento è dovuto sia alla sensibilità degli astrofili per la salvaguardia dell’osservabilità del cielo notturno, da conseguire anche attraverso una politica di risparmio energetico, sia per un interesse diretto relativo alle attività dell’Osservatorio Astronomico di Punta Falcone, gestito dalla nostra associazione. La porzione di volta celeste occidentale è uno dei più interessanti per le osservazioni astronomiche, e la qualità del cielo è sempre più compromessa in quella direzione a causa del crescente inquinamento luminoso in alcune località elbane. Riguardo al caso specifico dell’impianto di illuminazione installato presso la spiaggia della Ghiaie e Portoferraio, concordiamo sul fatto che le lampade siano efficacemente schermate verso l’alto, impedendo la dispersione diretta verso l’alto del fascio luminoso. Tuttavia anche altri parametri concorrono alla realizzazione di un impianto efficace e razionale. L’altezza dei pali, la distanza tra di essi, l’ampiezza e la potenza del fascio luminoso, la riflessione della luce verso l’alto da parte del piano stradale, l’uniformità con le aree circostanti.Le normative in materia, purtroppo, non sono molto restrittive.  E’ auspicabile quindi affidarsi al buon senso per realizzare impianti che siano non solo a norma, ma anche gradevolmente inseriti nel contesto ambientale e paesaggistico».

Gli astrofili piombinesi ricordano al Sindaco portoferraiese Mario Ferrari che «Le esigenze per la sicurezza possono essere conseguite anche con punti luce più bassi e luci meno potenti, e senza spreco di luce indirizzata verso altre direzioni e aree troppo estese. Il piacere di una passeggiata in riva al mare per ammirare il cielo stellato dovrebbe essere parte integrante dell’esperienza della visita di un’area di grande pregio naturalistico come le coste elbane.  Il notevole successo delle serate pubbliche di osservazione astronomica organizzate in località meno illuminate dimostrano un interesse generale non certo limitato alla cerchia di chi pratica l’astronomia amatoriale».

Gli astrofili temono che «Se l’impianto delle Ghiaie costituisse un precedente e fosse realizzato in maniera simile anche in altre spiagge, le coste dell’isola si trasformerebbero in una sorta di Luna Park.  Chi viene in vacanza all’Elba dovrebbe poter godere dello spettacolo offerto dal paesaggio naturale, senza essere abbagliato da impianti più consoni per un’area industriale. Quello che auspichiamo è una luminosità uniforme per tutte le strade cittadine. Passare da un luogo estremamente illuminato ad uno con illuminazione meno intensa, ci fa percepire quest’ultimo come troppo buio anche quando non lo è.   Questo può portare il cittadino a ritenere insoddisfacente l’illuminazione di altre aree e a richiedere una dannosa crescita esponenziale delle sorgenti luminose. A nostro avviso un buon compromesso potrebbe essere l’adozione di un livello medio di illuminazione uniforme, senza contrasti tra zone oscure e altre troppo illuminate».

Nela lettera al primo cittadino di Portoferraio gli Astrofili ammettono che «E’ comprensibile che non sia possibile smantellare l’impianto realizzato alle Ghiaie, ma ci auguriamo che si possano apporre alcune modifiche con l’obbiettivo di ridurre l’entità delle emissioni luminose. A nostro avviso le motivazioni di tale intervento non sarebbero legate solo ad esigenze, comunque rilevanti, attinenti a questioni ambientali, naturalistiche ed alle osservazioni astronomiche, ma anche ad una migliore fruizione e vivibilità degli spazi cittadini. La salvaguardia del cielo notturno è comunque uno degli elementi che valorizzano ulteriormente le aree di interesse naturalistico. La riduzione dell’inquinamento luminoso non va vissuta come una limitazione, ma come una opportunità di risparmio energetico e di sensibilizzazione per il rispetto della natura.  Inoltre l’astroturismo, già importante in alcune località sede di osservatori astronomici o di “star party”, può diventare una ulteriore significativo segmento di mercato da proporre ai visitatori».

La presidente di Italia Nostra Arcipelago Toscano, Cecilia Pacini conclude: «Il nostro articolo, ripreso con diverse interpretazioni sui media elbani, è stato pubblicato dall’emittente Controradio Toscana.  Il Wwf Val di Cornia ci ha espresso condivisione su Facebook, e cosi anche L’Unione Astrofili Senesi che gestisce l’Osservatorio Astronomico Provinciale di Montarrenti, il Gruppo Astrofili DLF di Rimini, che gestisce l’Osservatorio Monte San Lorenzo, e i Cacciatori di Stelle, Circolo Astrofili di Montecchio Maggiore (VI).  Naturalmente l’articolo è apparso su greenreport.it»