Riceviamo e pubblichiamo

Sulla villa di Capo Castello interviene il sindaco di Rio Marina: «Nessun abuso»

[8 Gennaio 2016]

Chiamato da più parti in causa per una possibile compromissione del sito archeologico di Capo Castello a Cavo,  prima di replicare sull’argomento ho cercato di approfondire la questione sia riandando ad esaminare il fascicolo, sia convocando il proprietario della villa di  Capo Castello, sia il suo progettista, per un incontro richiesto dalla Sopraintendenza ai Beni archeologici della Toscana.

Mi scuseranno quindi le associazioni intervenute sulla questione per il tempo trascorso, ma il caso meritava un’analisi seria dei vari aspetti sollevati prima di uscire con una replica.

Dall’esame della documentazione e dai colloqui intervenuti sia con la proprietà che con la d.ssa Alderighi della Soprintendenza traggo la conclusione che, sia dal punto di vista urbanistico che di preservazione del sito, il caso non esiste.

Per intenderci, non c’e’ nessuna colata di cemento o ampliamenti volumetrici che restano ben al di sotto dei limiti consentiti dalla legge.

Ci sono semplicemente delle compensazioni volumetriche per ovviare alle superfetazioni realizzate nel corso degli anni, i cui interventi avevano creato una struttura ed una sagoma del fabbricato irrazionale anche dal punto di vista abitativo. La sopraelevazione riguarda l’adeguamento altimetrico di un’addizione operata negli anni ’70 e oggetto allora di una sanatoria.

Intendiamoci, il progetto può piacere o non piacere dal punto di vista estetico, ma dal punto di vista urbanistico ha superato il vaglio della commissione paesaggistica comunale e della Soprintendenza ai Beni culturali e paesaggistici di Pisa.

Dal punto di vista archeologico nessuno scavo è stato operato, nessun reperto è stato manomesso e nessuna colonna è stata portata alla luce o spostata come è sembrato apparire in qualche articolo di stampa.

La conclusione che posso quindi trarre è che è venuta alla luce, ma senza basi concrete, una giusta preoccupazione riguardo a un sito delicatissimo, che probabilmente sarebbe emersa per qualsiasi altro intervento edilizio, nei confronti di una proprietà peraltro molto attenta al tema e alla salvaguardia dei beni comuni.

Il proprietario ha infatti confermato nell’occasione il suo interesse al recupero dell’intero sito archeologico contribuendo, nel quadro dell’operazione che stiamo cercando di organizzare, ai relativi oneri. Anche la dr.ssa Alderighi ha confermato l’impegno della Soprintendenza alla progettazione delle varie fasi di recupero, di cui le prime due evidenziate nel documento relativo al sopralluogo eseguito il 18/6/2015, che comprendono la ripulitura e la cartellonistica didattico-esplicativa e interventi di scavo di modesta entità, finalizzati alla definizione della planimetria generale della villa, per un costo stimato fra gli 85.000/150.000 euro, da raccogliere con finanziamenti di scopo e attraverso la costituzione di un Comitato Promotore.

L’Amministrazione Comunale estremamente sensibile al recupero e alla fruizione di questa testimonianza del passato, come di altre presenti sul territorio, è particolarmente attenta quindi al problema, come ai rapporti con la proprietà che ha sempre dimostrato il proprio interesse e la propria disponibilità.

di Renzo Galli, sindaco di Rio Marina