Scoperta una nuova lumaca di mare al largo del Regno unito

Altre specie stanno arrivando più a nord a causa del riscaldamento del mare?

[4 Marzo 2024]

Lo studio “First occurrence of the genus Pleurobranchaea Leue, 1813 (PleurobranchidaNudipleuraHeterobranchia) in British waters, with the description of a new species”, pubblicato su Scientific of Zoosystematics and Evolution da un team di scienziati britannici del  Centre for the Environment, Food and Aquaculture Science (Cefas) e spagnoli dell’Universidad de Cádiz  guidati da Martina Turani dell’Universitetet i Bergen norvegese, illustra la scoperta al largo della costa sud-occidentale dell’Inghilterra una nuova specie di lumaca di mare che i ricercatori hanno chiamato Pleurobranchaea britannica. Si tratta del primo caso registrato di una lumaca di mare del genere Pleurobranchaea nelle acque del Regno Unito. Gli scienziati ritengono che «Questa nuova specie potrebbe potenzialmente essere trovata fino al sud della Spagna e del Portogallo, attorno alla costa francese e fino a sud-ovest del Canale della Manica».

La Pleurobranchaea britannica è color crema e argilla con macchioline bianche. Gli individui trovati avevano una lunghezza totale compresa tra 2 e 5 cm. La branchia laterale è a forma di foglia o di pagaia di una canoa. Gli aspetti caratteristici della “testa” sono i rinofori ampiamente distanziati, strutture sensoriali presenti in molte specie di lumache e lumache marine che contengono cellule specializzate che rilevano le sostanze chimiche presenti nell’acqua e consentono alla lumaca di mare di localizzare il cibo, trovare compagni, evitare i predatori e in generale aiutarla nella navigazione attraverso il suo ambiente.

Nei mari al largo della Gran Bretagna e dell’Irlanda vivono circa 100 diverse specie di  lumache di mare, ma Ross Bullimore del Cefa, che ha fatto la scoperta fortuita, ha capito subito che si trattava di qualcosa di speciale: «E’ stato come se si fosse accesa una lampadina –  ha detto a BBC News – Stiamo assistendo alla presenza di una specie [appartenente a un gruppo] che è sempre stata registrata in precedenza in acque più calde. Potrebbe indicare che quel che stiamo vedendo è che questo gruppo di specie è in grado di espandere ulteriormente il proprio areale perché le condizioni stanno diventando più favorevoli o più appropriate per questo».

Lo studio  sottolinea «L’importanza di comprendere il modo in cui le specie si spostano e si muovono attraverso l’oceano in risposta ai cambiamenti del loro ambiente. Le indagini scientifiche, come quelle condotte dalla nave da ricerca di Cefas, la RV Cefas Endeavour , possono svolgere un ruolo importante nella raccolta dei dati e delle prove necessarie per comprendere questi cambiamenti, contribuendo a informare gli sforzi di conservazione e gestione per proteggere la biodiversità e gli ecosistemi marini».

Al Cefas spiegano che «Lunga dai due ai cinque centimetri, la Pleurobranchaea britannica è un tipo di lumaca di mare con branchie laterali. Esemplari di questa specie appena classificata sono stati raccolti durante le indagini di pesca di routine condotte da Cefas e dall’Instituto Español de Oceanografía nel 2018 e nel 2019 al largo del sud-ovest dell’Inghilterra e nel Golfo di Cadice, nel sud-ovest della Spagna».

Ross Bullimore, l’ecologo marino del Cefas che ha raccolto i campioni a bordo della RV  Cefas Endeavour, ha detto che «E’ emozionante vedere che le indagini di routine sulla pesca possono ancora portare a tali scoperte. E’ bastata una breve ispezione di due esemplari per essere sicuri di esserci imbattuti in una specie di Pleurobranchaea. Questo è stato emozionante perché nessun’altra specie di questo genere era stata documentata nelle acque del Regno Unito, o anche nell’estremo nord. Dopo una stretta collaborazione con l’università di Cadice, che ha effettuato una valutazione più approfondita, siamo rimasti sbalorditi nello scoprire che avevamo identificato una terza, nuova specie. Crediamo di conoscere tutto quello che c’è da sapere sulle specie presenti nelle acque del Regno Unito, ma questo dimostra solo che c’è ancora tanto da imparare nel nostro cortile».

Inizialmente, vista la caratteristica branchia laterale sul lato destro del corpo, gli scienziati del Cefas avevano identificato provvisoriamente gli esemplari come Pleurobranchaea meckeli, una specie ben nota del genere Pleurobranchaea vive solitamente nelle acque che vanno dalla Spagna settentrionale al Senegal e in tutto il Mediterraneo. Mare, ma non esistevano precedenti registrazioni di quella specie nelle acque del Regno Unito e questo sollevava dubbi sulla sua identità.

Dopo una lunga ricerca per trovare esperti specializzati in questo tipo di lumache di mare, gli esemplari sono state  inviate a un team di scienziati in Spagna per ulteriori indagini e l’analisi condotta dall’università di Cadice ha rivelato che «Gli esemplari rappresentavano in realtà una nuova specie. Un esame del DNA, nonché l’identificazione di differenze fisiche nell’aspetto e nei sistemi riproduttivi rispetto alle specie conosciute, hanno supportato la classificazione della Pleurobranchaea britannica come specie a sé stante».

un autore  dello studio, Juan Lucas Cervera Currado, un biologo dell’ Universidad de Cádiz, racconta che «Quando gli scienziati del Cefas  mi hanno contattato e mi hanno detto che avevano raccolto individui appartenenti al genere Pleurobranchaea , ma la cui identità specifica non era chiara, sono rimasto davvero sorpreso. In primo luogo perché specie di questo genere non sono mai state rinvenute nelle isole britanniche e in secondo luogo perché la possibilità di trovare una nuova specie di questo genere nelle acque europee era davvero entusiasmante.  Questa scoperta ha davvero contribuito a far avanzare la nostra conoscenza della fauna marina britannica e spagnola, e i prossimi passi saranno uno studio più dettagliato, compreso l’uso di tecniche di biologia molecolare, per capire di più su P. meckeli e P. britannica . Sospettiamo che la nuova specie potrebbe essere distribuita in tutte le coste atlantiche francesi, nella penisola iberica settentrionale, nel Portogallo continentale, nell’Andalusia orientale e nel Marocco settentrionale. Non vediamo l’ora di continuare la nostra nuova partnership con Cefas mentre monitoriamo questa nuova specie».

Le lumache di mare sono un gruppo di molluschi straordinariamente diversificato. Sono al vertice della catena alimentare e sono sia predatori che prede essenziali per gli ecosistemi marini. Al Cefas ricordano che «Per proteggersi dai predatori, diverse specie sono specializzate nel riciclare parti degli animali che predano. Ad esempio, assorbendo le tossine da alcune prede e secernendo il veleno nella propria pelle. La loro sensibilità ai cambiamenti ambientali le rende preziose indicatori della salute degli ecosistemi, aiutando gli scienziati a comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici e delle attività umane sugli habitat marini».

Uno degli autori dello studio, Hayden Close, analista e modellista dei fondali marini del Cefas, ha sottolineato che «In qualità di esperto di benthos marino, spesso coinvolto nelle indagini di pesca di Cefas che coprono una vasta area geografica, ho trovato esaltante il fatto che possiamo continuare a scoprire nuove specie e nuovi avvistamenti di specie esistenti. Questo sottolinea semplicemente il valore di queste indagini e serve a ricordare gli sconfinati segreti inesplorati dell’oceano, anche in aree che consideriamo ben mappate e studiate».

Con le temperature oceaniche che hanno raggiunto a livelli record cresce la preoccupazione per l’impatto sulla vita marina. Oceani più caldi e ondate di caldo disturbano le specie marine, dalle più piccole come le lumache di mare, fino ai pesci e alle balene mentre si spostano alla ricerca di acque più fresche, sconvolgendo la catena alimentare. Gli esperti avvertono che gli stock ittici ne risentono già e che potrebbero esserne ancora più colpiti.

Un altro autore dello studio, Peter Barry, biologo marino del Cefas, conclude: «Trovare una nuova specie che non sia microscopica è piuttosto entusiasmante. Questo dimostra che c’è ancora molto lavoro da fare Come scienziati, abbiamo imparato molto da questa nuova scoperta. Stiamo parlando di differenze tra specie che sono quasi impossibili da vedere ad occhio nudo. Dimostra quanto sia facile trascurare e non cogliere i cambiamenti nella distribuzione e nella gamma delle specie che conosciamo o, in questo caso, la presenza di una specie completamente nuova dove non è prevista. Questo dimostra l’importanza di continuare a mettere in discussione ciò che vediamo se vogliamo far progredire la nostra comprensione di come sta cambiando il nostro ambiente marino».