Uno studio che aiuta a comprendere il ciclo di vita delle anguille in pericolo di estinzione e a combatterne il declino

Risolto l’antico mistero della migrazione delle anguille europee

Le anguille europee adulte sono state rintracciate per la prima volta nel Mar dei Sargassi

[17 Ottobre 2022]

Dopo aver subito un calo del 95% degli esemplari che ritornano nei fiumi europei dagli anni ’80, l’anguilla europea (Anguilla anguilla) è ora una specie in pericolo di estinzione. conosciuta e di garantire che vengano messe in atto misure di protezione efficaci per combatterne il declino, ma il nuovo e rivoluzionario studio “First direct evidence of adult European eels migrating to their breeding place in the Sargasso Sea”, pubblicato su Scientific Reports da un team internazionale di ricercatori guidato dall’Environment Agency del Regno Unito, consente di comprendere meglio il ciclo di vita di questa specie importante a livello globale e rappresenta un importante passo avanti nella risoluzione di uno dei misteri più duraturi della natura: dove si riproducono le anguille europee (Anguilla anguilla) e come ci arrivano?

Il viaggio delle anguille europee verso il loro luogo di riproduzione nel Mar dei Sargassi è lungo fino a 10.000 km ed è considerata una delle più impressionanti imprese di migrazione animale osservate in natura. È un mistero che ha lasciato perplessi gli scienziati per secoli, con le prime prove registrate di scienziati che esaminano questo fenomeno risalgono al IV secolo a.C.

Il capo del progetto, Ros Wright, dall’Environment Agency UK, spiega che, «L’anguilla europea è in pericolo di estinzione, quindi è importante risolvere il mistero che circonda il loro intero ciclo di vita per sostenere gli sforzi per proteggere l’area di riproduzione di questa importante specie. Questa è la prima volta che siamo stati in grado di rintracciare anguille nel Mar dei Sargassi e siamo lieti di avere la prima prova diretta di anguille europee adulte che raggiungono la loro area di riproduzione. Il loro viaggio rivelerà informazioni sulla migrazione delle anguille che non erano mai state conosciute prima».

In collaborazione con Zoological Society of London (ZSL), Department for Environment, Food and Rural Affair (Defra), Centre for Environment, Fisheries and Aquaculture Science (Cefas), Natural England, the University of Azores and the Denmark University of Technology, the Environment Agency la Zoological Society of London, Defra, Cefas, Natural England, Universidade dos Açores e la Danmarks Tekniske Universitet (DTU), l’Environment Agency UK ha prodotto la prima prova diretta in assoluto di anguille europee che hanno nuotato nell’ultimo tratto di 2.500 km della loro migrazione. Fino ad ora non erano state trovate uova o anguille nei Sargassi per poter confermare che quello è il luogo dove depongono le loro uova.

A dicembre 2018 e 2019, i ricercatori hanno applicato nelle Azzorre tag satellitari a  26 grandi femmine di anguilla europea e le hanno rilasciate nell’Oceano Atlantico. Le isole Azzorre sono vicine al punto più lontano conosciuto sulla rotta migratoria delle anguille che è stata tracciata da studi e progetti  precedenti.

I tag erano programmati per staccarsi e trasmettere i dati raccolti dopo 6-12 mesi, i dati sono stati ricevuti dai team di ricerca durante varie fasi della migrazione, con 6 anguille taggate che hanno raggiunto il Mar dei Sargassi. I ricercatori evidenziano che «I dati trasmessi da questi tag rivelano che le anguille sono migrate costantemente verso il Mar dei Sargassi e, in modo notevole, che questo viaggio verso i loro luoghi di riproduzione dura più di un anno».

Una volta che le anguille depongono le uova nel Mar dei Sargassi, le loro larve ritornano nelle acque europee attraverso una rotta diversa, trasportata dalle correnti oceaniche del Nord Atlantico e poi migrano nei fiumi come ceche. I ricercatori sottolineano che «Svelare i meccanismi della migrazione, le rotte intraprese e individuare dove si riproducono le anguille è fondamentale per comprendere le ragioni del loro declino e mettere in atto misure di conservazione mirate per proteggere questa specie di importanza mondiale».

Uno degli autori dello studio, Matthew Gollock della ZSL e presidente dell’IUCN Anguillid Eel Specialist Group, ha ricordati che «Le popolazioni di anguilla europea sono al minimo storico e più comprendiamo la loro life-history, meglio siamo in grado di sviluppare misure di conservazione per affrontare lo stato critico della specie».

Secondo il co-autore, José Manuel N. Azevedo della Faculdade de Ciências e Tecnologia dell’Universidade dos Açores, «Questa scoperta sottolinea il ruolo delle Azzorre nel ciclo di vita delle anguille. Aiuterà scienziati e ambientalisti a spingere per misure per ripristinare gli habitat delle anguille in tutto l’arcipelago».

Ora, l’Environment Agency UK e i suoi partner condurranno un’analisi più approfondita dei dati dei tag satellitari per scoprire ulteriori indizi su come le anguille nuotano verso la loro area di riproduzione. Questo fa parte di un progetto in corso e i team sul campo sono già tornati nelle Azzorre per dotare altre anguille di tag satellitari di lunga durata per raccogliere più dati sulla migrazione e sui siti di riproduzione dell’anguilla nel Mar dei Sargassi.

Intanto, l’Environment Agency UK continua a svolgere ricerche su tutte le fasi della vita dell’anguilla europea per informare sulle misure di conservazione da attuare e implementare, integrando così il lavoro in corso in  Inghilterra per proteggere le anguille, ad esempio migliorando la progettazione del passaggi per le anguille per superare barrire e dighe che impedisco loro di raggiungere le aree a monte dei fiumi e dei torrenti europei.