Prese nelle reti, incollate e mangiate: la triste sorte delle capinere di Cipro (VIDEO)

Ma BirdLife Cyprus sta riuscendo a far cambiare idea sul bracconaggio ai ciprioti

[20 Marzo 2019]

Il bellissimo canto delle capinere ha ispirato l’umanità per secoli, ma oggi a Cipro questi uccellini canori sono messi a tacere da un’uccellagione illegale che BirdLife Cyprus  definisce «a livello industriale» e che  utilizza reti invisibili o colle per alimentare un commercio illecito locale, gestito da criminali organizzati.  Ora BirdLife vuole utilizzare proprio la capinera eurasiatica (Sylvia atricapilla). uno dei 7 uccelli simbolo della sua  campagna Flight for Survival per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla portata e le dimensioni dell’uccisione illegale di uccelli migratori.

Il canto della capinera ha una musicalità ricca e complessa che culmina in un crescendo forte e acuto e che gli è valso il soprannome di “finto usignolo”, un canto che per secoli ha ispirato artisti nel corso dei secoli: il compositore dell’opera Saint François d’Assise nel XX secolo ha attinto direttamente dal canto della Capinera. Nel XIX secolo, Giovanni Verga ha raccontato la  storia di una capinera intrappolata e ingabbiata dai bambini che, privata della sua libertà, smette di cantare e alla fine muore.

Il racconto di Verga si riflette nella realtà: la vita della capinera eurasiatica è difficile. BrdLife spiega che «Mentre migrano attraverso il Mediterraneo in rotta verso i loro siti di riproduzione europei, centinaia di migliaia di uccelli finiscono per aggrovigliarsi in immense “reti nebbia” quasi invisibili o sono incapaci di decollare da posatoi che sono stati di nascosto rivestiti di colla. Gli uccelli che non periscono per lo shock iniziale possono lottare dolorosamente per ore».

BirdLife Cyprus racconta cosa c’è dietro questa mattanza: «Può essere riassunta in una parola: ambelopoulia , un piatto tradizionale fatto di capinere euroasiatiche e di altri uccelli canori, bolliti o grigliati e mangiati interi. Per secoli, gli uccelli canori sono stati intrappolati per il cibo in tutto il Mediterraneo – ma a Cipro è diventata un’industria su larga scala che è ben lontana dalle tradizioni passate. Sebbene bandito dal 1974, la domanda di questa prelibatezza sta sostenendo un lucroso mercato nero». I ristoranti che servono illegalmente l’ambelopoulia possono richiedere fino a 80 euro a piatto. BirdLife Cyprus denuncia che questo racket è gestito da bracconieri professionisti, alcuni coinvolti nel crimine organizzato, e il giro di affari può arrivare a15 milioni di euro all’anno.

Il paradosso è che i bracconieri utilizzano il magnifico canto della capinera, facendolo risuonare da richiami elettronici illegali, per attirare le capinere verso le trappole. «Il risultato è devastante – dicono a BirdLife Cyprus – ma la decimazione è parte di un problema molto più grande: sebbene mirino alla capinera euroasiatico, le trappole sono indiscriminate ed è stato scoperto che catturano almeno 155 specie di uccelli», compresi quelli con popolazioni in calo, come l’averla piccola (Lanius collurio) l’assiolo (Otus scops) e anche specie enden miche di Cipro come la monachella di Cipro (Oenanthe cypriaca)  e il luì di Cipro (Sylvia melanothorax).  Gli uccelli impigliati nelle reti o imprigionati nella colla che non hanno un valore commerciale i vengono semplicemente uccisi e scartati.

Secondo uno studio di BirdLife Cyprus, solo nell’autunno 2016 a Cipro sono stati uccisi illegalmente 2,3 milioni di uccelli.

L’area di Cipro sotto sovranità britannica, che si estende nei distretti di Dhekelia e Famagosta, è la peggiore di tutte, tanto che il livello record di uccisioni di uccelli in questo “buco nero” nel 2016 ha costretto il governo del Regno Unito a prendere provvedimenti urgenti.  Anche BirdLife Cyprus sta lavorando instancabilmente per porre fine a questa pratica sul territorio dell’Isola, sia nella parte indipendente a maggioranza greca che a Cipro Nord occupato dalla Turchia.

BirdLife Cyprus si è fatta le ossa in anni di studio e lotta contro l’uccellagione e l’associazione è diventata una tra quelle con maggiore esperienza per quanto riguarda la crisi dell’uccisione illegale di avifauna e del suo impatto sulle popolazioni di uccelli migratori. Ora gli ambientalisti ciprioti sanno dove concentrare i loro sforzi e come denunciare e prevenire questa attività illegale e sottolineano che «Le uccisioni illegali di uccelli sono un problema complesso, soprattutto quando sono così radicate nella cultura della popolazione locale. BirdLife Cyprus sa che per porre fine a questa crisi, non basta semplicemente applicare le leggi. Devono anche cambiare le idee. Uno dei modi migliori per farlo è quello di ispirare un amore e il rispetto per la natura in età molto giovane».

Per questo l’associazione ha un programma di sensibilizzazione rivolto alle scuole nel quale i bambini si trasformano nella capinera Ulisse in un gioco da tavolo appositamente progettato, vivendo le sfide che deve affrontare nel suo epico viaggio migratorio verso casa. Nel 2018, BirdLife Cyprus ha anche pubblicato un libro di birdwatching per bambini molto popolare, «E’ l’inizio di quello che si spera diventerà un nuovo movimento per la natura nel paese», dicono gli ambientalisti.

Ma BirdLife Cyprus si rivolge anche al pubblico adulto, utilizzando diversi media pubblici per dissipare il mito condiviso da molti cittadini: che la cattura degli uccelli sia ancora la tradizione innocua e su piccola scala che era una volta. E il movimento ha già iniziato a fare un’enorme differenza. Dal 2016 l’utilizzo di reti invisibili è diminuito di ben il 72% intorno alla base area di  Dhekelia  e,  nel complesso, a Cipro il numero stimato di uccelli catturati è inferiore a un terzo di quello di qualche anno fa. Una gran parte dell’opinione pubblica cipriota ora sostiene le iniziative di BirdLife Cyprus, ammettendo di essere stata semplicemente inconsapevole della mattanza  illegale di uccelli, che ora viene finalmente percepita come un problema serio.

»C’è ancora molto lavoro da fare – ammettono a BirdLife Cyprus –  ma siamo fiduciosi che, come quel  piccolissimo uccello con una voce potente, riusciremo a far ascoltare il nostro messaggio».