Parco Nazionale degli Iblei, il presidente della Commissione regionale ambiente della Sicilia è contrario

Convocata un’audizione con gli anti-parco. Italia Nostra: tardiva e inopportuna

[15 Marzo 2024]

Il presidente della IV Commissione ambiente territorio e mobilità della Regione Siciliana, Giuseppe Carta (Popolari e Autonomisti), ha convocato per il 19 marzo un’audizione sull’iter istitutivo del Parco Nazionale degli Iblei ma l’ha fatta precedere da una sua dichiarazione molto critica: «Seguo da anni la vicenda e da subito ho avanzato molti dubbi sulle effettive potenzialità dell’istituzione del Parco degli Iblei:  150 mila ettari e 32 comuni coinvolti (di cui 18 siracusani) si troverebbero a convivere con nuovi vincoli e mortificazioni in termini di fruizione e vivibilità. Sono d’accordo alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente ma con soluzioni che possano convivere con le esigenze del territorio». Che tradotto vuol dire che è contrario all’istituzione del Parco Nazionale.

Tanto per capire il clima che tira, insieme a Elena Pagana, assessora regionale al territorio e ambiente, e a Patrizia Valenti, dirigente generale del Dipartimento regionale dell’ambiente, è invitato all’audizione solo Alfio Barbagallo, legale rappresentante Confagricoltura, unione provinciale degli agricoltori di Siracusa, del Consorzio siciliano cavatori, di Agriambiente – associazione nazionale, del Comitato antiparco nazionale degli Iblei, dell’Associazione Sicilia Nostra, delle Associazioni L.C.S. – Liberi cacciatori siciliani, A.N.CA – Associazione nazionale cacciatori e Associazione Italcaccia Sicilia. Nella seconda audizione, da tenere in dasta ancora da definire, verranno convocati tutti i sindaci dei Comuni all’interno del Parco.

Liliana Gissara, presidente di Italia Nostra Siracusa e componente del Consiglio direttivo nazionale di Italia Nostra, ricorda al presidente Carta che «Il pregio dell’Area iblea è certificato dalla Natura e dalla Storia. All’Uomo tocca solo di tutelarla, di fruirne secondo criteri di sostenibilità  e di preservarla per i posteri. L’iter del Parco è stato lunghissimo e travagliato. Per una decina d’anni, al tempo delle Province Regionali, ci siamo tutti, Istituzioni ed Associazioni, confrontati su tutti i possibili aspetti e criticità. I Comuni ed i Soggetti economici hanno detto la loro. Si è così giunti, dopo quasi vent’anni,  a definirne il profilo ed il perimetro.  Ora che finalmente il Parco è in dirittura d’arrivo, assistiamo ad una nuova levata di scudi. Ci chiediamo: che sarà mai? Confidando che arrivi la risposta e, finalmente, l’agognata firma!».

Quanto all’audizione, Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia, è più che perplesso per metodo e tempi: «Che dire? Noi di Italia Nostra consideriamo la convocazione di un’audizione sull’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei, voluta dal deputato regionale Giuseppe Carta, quantomeno tardiva e inopportuna: tardiva in quanto non è di più competenza della Commissione che egli presiede l’iter di istituzione del Parco, poiché l’iter ha già abbondantemente superato il livello regionale; inopportuna in quanto un presidente di commissione, quale è Carta, non può utilizzare il suo ruolo che dovrebbe essere super partes per convocare esclusivamente le associazioni contrarie all’istituzione del Parco e che ricalcano la sua personale posizione e solo successivamente gli amministratori dei 32 Comuni interessati. Insomma, vengano convocati e auditi anche i soggetti favorevoli all’istituzione del Parco come, ad esempio Italia Nostra e le associazioni ambientaliste».

Già nel luglio 2022 53 fra associazioni ambientaliste e  sindacati e decine di operatori culturali e economici che quotidianamente lavorano sul “Parco di fatto”, chiedevano con un documento comune che «Venga rapidamente chiuso l’iter relativo al Parco nazionale degli Iblei e che il Ministero acquisisca rapidamente il parere sul decreto istitutivo del Governo della Regione Siciliana (previsto dall’art. 8 – comma 1 della L.394/1991) prima delle prossime elezioni regionali».

il  documento smentiva le notizie false sui vincoli del Parco degli Iblei e sui conseguenti danni alle attività economiche: «Da un semplice confronto tra l’esistente tutela paesaggistica e la disciplina del futuro parco risulta, infatti, con tutta evidenza che il sistema agricolo con il parco non ha maggiori vincoli di quanti già non ne abbia con i piani paesaggistici. Del pari infondati sono i generici e immotivati rilievi sollevati strumentalmente sulla futura governance del parco che discende non da scelte discrezionali del Ministero né può essere influenzata da una ulteriore e inutile attività di concertazione con gli enti locali ma è disciplinata dalle previsioni della vigente legge nazionale che si applica in modo uniforme ed omogeneo dalle Dolomiti bellunesi all’Isola di Pantelleria, non esistendo quindi alcuna specificità “iblea”. Dopo gli anni dello sviluppo caotico e privo di identità, basato sullo sfruttamento delle risorse ambientali, è ora finalmente di voltare pagina e puntare con decisone verso un modello economico e sociale che sappia ricucire il territorio alla propria storia. Chi oggi si oppone al parco eccependo la mancanza di concertazione ha perso l’occasione di avanzare osservazioni e modifiche alla proposta di parco nelle diverse occasioni in cui gli incontri di concertazione si sono svolti limitandosi a chiedere rinvii e lamentando come un disco rotto la mancanza di concertazione. L’iter di istituzione del Parco degli Iblei si protrae ininterrottamente da 15 anni e le richieste di ulteriore rinvio e di riapertura dei termini per l’istruttoria avanzate da alcuni deputati regionali e da alcuni sindaci devono essere completamente disattese».

A quanto pare ci risiamo!