Nemo può contare le strisce degli altri pesci per trovare gli intrusi

I pesci pagliaccio contano le barre verticali per difendere la gerarchia sociale delle loro colonie negli anemoni

[7 Febbraio 2024]

Lo studio “Counting Nemo: anemonefish Amphiprion ocellaris identify species by number of white bars”, pubblicato sul  Journal of Experimental Biology da un team di ricercatoiri  dell’Okinawa Institute of Science and Technology (OIST) suggerisce che i pesci potrebbero essere molto più consapevoli di quanto pensavamo finora.

Osservando come una colonia di pesci pagliaccio (Amphiprion ocellaris) – la specie del personaggio principale del cartoon Alla ricerca di Nemo – Kina Hayashi, Noah Locke e Vincent Laudet hanno scoperto che  i pesci pagliaccio reagiscono contro gli intrusi che cercano di entrare nella loro casa fatta di anemoni di mare. I ricercatori dell’OIST hanno scoperto che «I pesci riconoscono diverse specie di pesci pagliaccio in base al numero di barre bianche sui loro corpi».

La Hayashi della Marine Eco-Evo-Devo Unit dell’OIST spiega che «La frequenza e la durata dei comportamenti aggressivi nei pesci pagliaccio erano più alte nei confronti dei pesci con tre barre simili a loro, mentre erano più bassi con i pesci con una o due barre, e più bassi verso quelli senza barre verticali, il che fa pensare che siano in grado di contare il numero di barre per riconoscere la specie dell’intruso».

Il pesce pagliaccio pagliaccio è normalmente un ospite gentile degli anemoni urticanti e permette a molte specie diverse di visitare il suo anemone di mare. Ma se un esemplare della loro stessa specie, che non fa parte della colonia, entra nella loro casa, il pesce alfa, il più grande della colonia, diventa aggressivo, morde l’intruso  e lo scaccia.

Per capire come questi pesci determinano la specie dei loro visitatori, il team di ricercatori ha condotto due serie di esperimenti con pesci pagliaccio immaturi allevati in laboratorio. Nella prima serie  hanno posizionato diverse specie di pesci pagliaccio, con un numero diverso di barre bianche, in piccole custodie all’interno di una vasca con una colonia di pesci pagliaccio e hanno osservato quanto spesso e per quanto tempo i pesci fissavano in modo aggressivo e giravano intorno alla custodia. Nella seconda serie, i ricercatori hanno mostrato a una colonia di pesci pagliaccio diversi dischi di plastica dipinti con una colorazione realistica dei pesci pagliaccio e hanno misurato il livello di aggressività nei confronti di questi modelli.

All’OIST  dicono che «I pesci pagliaccio hanno mostrato il comportamento più aggressivo nei confronti degli intrusi con tre barre come loro. I modelli di pesce di plastica con due barre sono stati attaccati leggermente meno frequentemente, mentre quelli con una o zero barre hanno ricevuto la risposta meno aggressiva».

Studi precedenti hanno dimostrato che i pesci pagliaccio reagiscono in maniera molto più forte ai modelli con barre verticali  che a quelli con barre  orizzontali, suggerendo che la quantità di colore bianco o la presenza generale di barre bianche non è il fattore decisivo.  Inoltre, i dischi di plastica  che non hanno tratti che definiscono la specie oltre alle barre verticali, hanno ricevuto la stessa risposta dei pesci vivi. Questo ha portato i ricercatori a suggerire che «I pesci sembrano contare il numero di barre bianche verticali per informare il loro livello di aggressività nei confronti degli intrusi».

Gli scienziati dell’OIST  hanno anche scoperto una rigida gerarchia nelle colonie di pesci pagliaccio che determina quale pesce attacca l’intruso e spiegano ancora: «In natura, una colonia è tipicamente composta da una femmina alfa, un maschio beta e diversi giovani gamma. La posizione sociale all’interno della colonia è determinata da lievissime differenze di dimensioni. I pesci pagliaccio ottengono la terza e ultima striscia quando diventano abbastanza grandi, motivo per cui l’attuale alfa utilizza metodi duri per mantenere lo status quo, incluso l’espulsione dei membri della colonia se diventano troppo grandi».

Sebbene i ricercatori abbiano utilizzato pesci immaturi che devono ancora metamorfizzare in maschi o femmine, hanno comunque osservato la stessa gerarchia basata sulle dimensioni, con il giovane più grande che assumeva il ruolo di alfa e guidava la carica contro l’intruso.

La Hayashi sottolinea che «I pesci pagliaccio sono interessanti da studiare per la loro relazione unica e simbiotica con gli anemoni di mare. Ma quel che questo studio dimostra è che c’è molto che non sappiamo sulla vita negli ecosistemi marini in generale».

All’OIST concludono: «Lo studio è un promemoria che fa riflettere sulla necessità di preservare le fragili barriere coralline abitate da pesci come i pesci pagliaccio. Se i pesci pagliaccio, popolari sia come animali domestici che nei media, possono sorprenderci con la loro capacità di contare le barre e mantenere rigide gerarchie sociali, allora si pone la domanda su quanti animali e comportamenti animali straordinari devono ancora essere scoperti in questi ecosistemi minacciati».