Negli anfibi la biofluorescenza sarebbe più diffusa di quanto si creda

Rane, raganelle, tritoni e salamandre presentano diversi modelli di bofluorescenza: Potrebbe servire a localizzare i propri simili

[2 Marzo 2020]

Precedentemente, la biofluorescenza era stata osservata solo in una specie di salamandra e in tre specie di rane, ma il nuovo studio “Salamanders and other amphibians are aglow with biofluorescence”, pubblicato su Scientific Reports dai biologi Jennifer Lamb e Matthew Davis della St. Cloud State University rivela una realtà molto diversa: i due ricercatori hanno esposto da uno a cinque esemplari di 32 diverse specie di anfibi alla luce blu o ultravioletta e hanno misurato le lunghezze d’onda della luce emessa dagli animali mediante la spettrometria e hanno scoperto che «Tutte le specie esaminate erano biofluorescenti, sebbene i modelli di fluorescenza differissero sostanzialmente tra le specie, andando dalle macchie e strisce fluorescenti alle ossa fluorescenti o alla fluorescenza integrale».

Secondo gli autori dello studio, dato che gli occhi degli anfibi contengono cellule staminali sensibili alla luce verde o blu, la biofluorescenza potrebbe consentire a rane, raganelle, tritoni e salamandre di localizzarsi a vicenda in condizioni di scarsa luce. Lamb e Davis evidenziano che «La biofluorescenza può creare più contrasto tra gli anfibi e il loro ambiente, consentendo loro di essere più facilmente rilevati da altri anfibi. Potrebbe anche aiutare gli anfibi nel camuffamento, nella mimica dei predatori o nella scelta del compagno, come è stato osservato in altre specie biofluorescenti. I meccanismi alla base della biofluorescenza possono comprendere la presenza di proteine ​​e composti fluorescenti nella pelle, nelle secrezioni e nelle ossa o possono riguardare la composizione chimica e strutturale di alcuni cromatogrammi di alcuni anfibi (cellule contenenti pigmenti e riflettenti la luce)».

I due biologi concludono: «I risultati suggeriscono che gli antenati dei moderni anfibi erano in grado di biofluorizzare, con la conseguenza che il fenomeno è diffuso tra gli odierni anfibi viventi».