Nature restoration law, Nicoletti: ora si dia velocemente l’avvio ai piani di attuazione nazionale

Legambiente sull’approvazione al Parlamento europeo della legge per ripristinare e preservare gli habitat degradati nell'Ue

[29 Febbraio 2024]

E’ stata approvata con 329 a favore, 275 contrari e 24 astenuti la Nature Restoration Law, la legge che mira a ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 (con priorità per i siti Natura 2000) e per tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050 (almeno il 60% degli habitat in cattive condizioni entro il 2040 e almeno il 90% entro il 2050). Un accordo storico, questo, che va nella direzione di consolidare la Strategia sulla biodiversità per il 2030 e aiuterà l’UE a rispettare i suoi impegni internazionali.

Un risultato positivo che è stato applaudito non solo dalle forze progressiste e molti parlamentari europei che hanno votato a favore, ma anche dalle tante associazioni, dal mondo scientifico e dai tanti cittadini e cittadine che in questi mesi hanno supportato una imponente campagna di informazione che ha accompagnato il lungo e travagliato iter per la sua approvazione. Il Partito popolare europeo (PPE) alleato con le destre populiste, e sostenuti dalle associazioni agricole reazionarie e liberiste, si sono infatti opposti con forza all’approvazione della legge chiedendo in extremis che la proposta fosse rielaborata e presentata in maniera diversa. Non ci sono riusciti, per fortuna. Soprattutto, è stata smontata la campagna di disinformazione, fatta circolare dalla destra europea, che sosteneva come la proposta di Legge avrebbe portato ad una riduzione della disponibilità di terre da coltivare. Al contrario, la Nature Restoration Law evidenzia come il ripristino dell’ecosistema sia di fondamentale importanza per combattere gli impatti dei cambiamenti climatici anche sul mondo agricolo e garantire il miglioramento delle produttività dei suoli.

Seppure il testo permetta un’eccessiva discrezionalità per gli Stati in fase di applicazione e sia più debole rispetto alle aspettative, l’approvazione della Nature Restoration Law rappresenta un importante pilastro del New Green Deal per affrontare la crisi ambientale e per realizzare la transizione ecologica dei territori. Ora, dopo l’approvazione della legge, tocca ai singoli Stati Membri adottare la legge e tradurre in realtà le indicazioni da tradurre velocemente nei Piani di attuazione nazionale, fissando obiettivi misurabili che riguarderanno il recupero e ripristino di diversi ecosistemi, dalle foreste agli ecosistemi marini, nonché gli ambiti agricoli e urbani.

Per citarne alcuni, sono stabilite misure per invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030, per le aree verdi urbane sarà necessario raggiungere un livello “soddisfacente” e non sarà possibile prevederne una diminuzione rispetto all’area nazionale totale, e 25mila chilometri di fiumi dovranno tornare a scorrimento libero entro il 2030.

Infine, sono previsti nuovi meccanismi e una tempistica definita per limitare la pesca distruttiva e consentire il ripristino di habitat marini chiave come praterie di alghe e barriere coralline, mentre per gli ecosistemi forestali si mira ad aumentare la connettività, lo stock di carbonio organico e la ricchezza di biodiversità.

In sintesi, con la Nature Restoration Law abbiamo a disposizione uno strumento in più per tutelare la natura. Ma la sua approvazione è anche un segnale importante perché dimostra che la forza e la determinazione dell’Ue, quando si realizza, può sconfiggere il populismo dentro e fuori la politica.

di Antonio Nicoletti

responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente