L’importanza delle Alpi sudorientali per la tutela della lince

La passerella nelle Alpi Giulie per connettere la popolazione slovena con quella svizzera

[28 Dicembre 2023]

Le Alpi sud-orientali hanno un ruolo cruciale per il collegamento delle popolazioni di linci svizzere e slovene. Già nel 2014 la Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e Progetto Lince Italia, ha traslocato due linci dalla Svizzera alle Alpi Giulie come misura urgente per prevenire l’estinzione della lince nelle Alpi sudorientali (progetto ULyCA – Urgent Lynx Conservation Action).

La femmina aveva già nel primo anno una cucciolata con due piccoli. Purtroppo il maschio rilasciato ha lasciato l’area e ha stabilito il suo territorio nella zona di confine tra Germania e Austria. Nel settembre 2017 è stato bracconato nel Berchtesgadener Land in Germania. Da quando il maschio ha lasciato l’area dei tre confini, la femmina non ha mai avuto un’altra cucciolata, probabilmente a causa dell’assenza di altri maschi.

Con il rilascio di sei linci (tre femmine e tre maschi) nelle Alpi Giulie slovene tra 2021 e 2023, il progetto LIFE Lynx continua gli sforzi iniziati in Italia per salvare la lince nelle Alpi sudorientali.

Già nel 2021, una femmina con nome Aida ha avuto una cucciolata di tre individui. I cacciatori che partecipano al monitoraggio hanno potuto confermare che almeno uno di questi era ancora vivo in primavera 2022. Nel 2022 sono nati sette cuccioli, poiché tutte e tre le femmine si sono riprodotte. Il team sloveno è riuscito a catturare quattro dei cuccioli. Il collare affisso permette di seguire i loro movimenti durante la fase di dispersione. La lince è una specie territoriale, quindi i cuccioli all’età di 11 mesi devono partire per cercarsi un proprio territorio.

La partecipazione dell’Italia

Nel 2022 il progetto ULyCA(Urgent Lynx Conservation Action) è stato riattivato. Rinforzando la popolazione nelle Alpi sudorientali liberando altri cinque linci si spera di ripristinare la connessione tra le popolazioni di linci slovene e italiane, dando vita a un nuovo nucleo vitale in un’area strategica, in grado di fungere da ponte tra le popolazioni dinariche e alpine. Il sito di rilascio in Italia si trova nella Foresta di Tarvisio, al confine con la Slovenia, a circa 30 km a ovest della popolazione reintrodotta nelle Alpi slovene.

In questo modo si prevedeva che le linci slovene e quelle italiane si incontreranno al più presto. Le catture nei paesi donatori sono andate a buon fine e tra marzo e giugno sono state rilasciate due femmine provenienti dalla Svizzera, una coppia proveniente dalla Romania e un maschio dalla Croazia.

Prima del rilascio, tutte le linci sono state sottoposte ad un accurato controllo sanitario e sono state dotate di un radiocollare per poterne seguire i movimenti alla ricerca di un territorio. Inoltre, il loro profilo genetico è stato testato per evitare traslocazioni di linci imparentate.

Situazione attuale

Le due femmine dalla Svizzera hanno preso “la strada” verso nord. Mentre Margy sta vagabondando nella parte meridionale della Stiria, a 80 km dal sito di rilascio, Sofia si era stabilita nella Carinzia tra Villach, Bad-Kleinkirchheim e Feistritz. È stata lì dove è stata vittima di bracconaggio.

La perdita di Sofia è significativa, poiché in una popolazione piccola ogni individuo ha un ruolo importante. La polizia austriaca sta indagando.Altri due maschi che sono state liberati in Slovenia sono dispersi. Si presume che sia per un malfunzionamento del radiocollare però, non per un atto di bracconaggio.

Nonostante queste perdite, lo sviluppo della popolazione nelle Alpi sudorientale lascia sperare in un futuro migliore. Tra le femmine rilasciate in Slovenia e Italia e la loro prole attualmente ci sono cinque femmine che potenzialmente potrebbero riprodursi, un numero alto, mai più visto negli ultimi 100 anni.