La dieta delle iene è ancora più diversificata di quanto si credesse

Le iene e gli uccellini

Le iene maculate a caccia di quelea beccorosso nell’Etosha National Park

[2 Aprile 2024]

L’ampiezza della dieta delle iene è pari a quella di pochi altri carnivori. Le iene maculate (Crocuta crocuta) cacciano una varietà di grandi mammiferi come zebre e antilopi nell’Africa meridionale e orientale, ma anche struzzi, fenicotteri, rettili e altri carnivori. Si nutrono anche di carcasse di giraffe, elefanti e bovini. Occasionalmente le iene si cibano anche di mammiferi e rettili più piccoli. Ma lo studio “Spotted hyena (Crocuta crocuta) predation on passerine birds in Namibia”, pubblicato su Food Webs da Ruben Portas e Miha Krofel dell’Univerzi Ljubljani e del Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW) rivela che la flessibilità alimentare di questi predatori generalisti si estende anche a dei piccoli uccelli  passeriformi.

Infatti, Portas e Krofel hanno visto, fotografato e filmato delle iene maculate (Crocuta crocuta) che cacciavano dei quelea beccorosso (Quelea quelea), catturandoli sia sul terreno che sulla superficie di una pozza d’acqua e ingoiandoli interi.

Finora erano state segnalate pochissime osservazioni di iene che si nutrivano di piccoli uccelli. I due ricercatori spiegano che «Nel nostro articolo descriviamo per la prima volta il comportamento di caccia e alimentazione delle iene maculate sui quelea beccorosso ( Quelea quelea ), un uccello passeriforme noto per i suoi enormi stormi, in una pozza d’acqua nell’Etosha National Park in Namibia». In due giorni diversi, Portas e  Krofel, hanno osservato le iene maculate mentre inseguivano gli uccellini e dicono che «Abbiamo visto che una singola iena può catturare in media un uccello ogni tre minuti».

Dalle loro osservazioni gli scienziati hanno potuto trarre alcune conclusioni sul comportamento alimentare delle iene maculate. «Poiché questo comportamento non è stato documentato prima, si va ad aggiungere alla varietà conosciuta della dieta della iena maculata e delle tattiche di caccia – dice Portas – Questo conferma la loro flessibilità e capacità di sfruttare le opportunità di foraggiamento e di ottenere cibo da fonti insolite. Possiamo anche fornire una prima stima sui tassi di cattura e sul consumo di cibo delle iene che cacciano i passeriformi».

Tra maggio e agosto, migliaia di quelea beccorosso svernanti si radunano nelle pozze d’acqua della Namibia  e, dato che le osservazioni si sono limitate a una singola pozza d’acqua, è possibile che la tattica di foraggiamento descritta fosse specifica delle iene del clan osservato da Portas e Krofel e che fosse una risposta opportunistica a un’abbondante fonte di cibo.

I due ricercatori conducono regolarmente per la GAIA Initiative e il progetto InterMuc  ricerche sul campo su avvoltoi, leoni, leopardi e iene nell’Etosha National Park e studiano le interazioni tra animali carnivori e spazzini e il trasferimento di informazioni nella comunità di spazzini. La GAIA Initiative è un’alleanza di istituti di ricerca, organizzazioni ambientaliste e imprese che ha l’obiettivo di creare un sistema di allerta precoce ad alta tecnologia per i cambiamenti ambientali. In diversi progetti, i partner GAIA conducono ricerche sulla fauna selvatica su specie selezionate, sulla loro interazione e sul funzionamento degli ecosistemi in cui vivono. Su questa base, gli scienziati e gli ingegneri di GAIA costruiscono e utilizzano interfacce high-tech per i sensi e l’intelligenza degli animali sentinella per rilevare cambiamenti critici o incidenti negli ecosistemi in modo rapido ed efficace. Per farlo, sviluppano una nuova generazione di tag per animali dotati di intelligenza artificiale (AI), fotocamera, elettronica ad alta efficienza energetica e tecnologia di comunicazione basata su satellite.