La sinistra fa bene alle foreste: drastica riduzione della deforestazione in Brasile e Colombia

Ma le perdite in altri Paesi mantengono alti i tassi di deforestazione tropicale

[4 Aprile 2024]

Secondo i nuovi dati del Global Land Analysis and Discovery (GLAD) dell’Università del Maryland e disponibili sul Global Forest Watch del World Resource Institute (WRI), nel 2023 la perdita di foreste primarie è diminuita significativamente nel  in Brasile e Colombia, anche se i livelli di deforestazione tropicale sono rimasti invariati rispetto a quelli degli ultimi anni. 

Il presidente e amministratore delegato del WRI, Ani Dasgupta, sottolinea che «Le foreste sono ecosistemi fondamentali per combattere il cambiamento climatico, sostenere i mezzi di sussistenza e proteggere la biodiversità. Al mondo restano solo sei anni per mantenere la sua promessa di fermare la deforestazione. I numeri della perdita di foreste di quest’anno raccontano un storia di quel che possiamo ottenere quando i leader danno priorità all’azione, ma i dati evidenziano anche molte aree urgenti di opportunità perse per proteggere le nostre foreste e il nostro futuro».

Secondo il WEI, «I notevoli progressi compiuti in Brasile e Colombia evidenziano la forza della volontà politica e i cambiamenti politici nella protezione delle foreste», quindi, i presidenti  di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva in Brasile  e Gustavo Petro in Colombia stanno mantenendo le promesse elettorali di ridurre la deforestazione illegale.

Le riduzioni più significative della deforestazione si sono infatti  verificate in Brasile e Colombia che hanno beneficiato di una nuova leadership politica che ha posto l’accento sulla tutela dell’ambiente e sulla conservazione delle foreste. Il report GLAN evidenzia che «Sotto la guida del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, il Brasile ha registrato una riduzione del 36% della perdita di foreste primarie nel 2023, raggiungendo il livello più basso dal 2015. Questo ha comportato una notevole diminuzione della quota complessiva del Brasile sulla perdita totale di foreste primarie a livello mondiale, in calo rispetto al 43% del 2023. dal 2022 al 30% nel 2023. In Colombia, la perdita di foreste primarie si è dimezzata (-49%) nel 2023 rispetto al 2022 sotto la guida del presidente Gustavo Petro Urrego».

Mariana Oliveira, direttrice del programma Foreste, uso del territorio e agricoltura del WRI Brasil, ha commentato: «Siamo incredibilmente orgogliosi di vedere progressi così netti compiuti in tutto il Paese, soprattutto nell’Amazzonia brasiliana. Tuttavia, abbiamo ancora molta strada da fare per migliorare e sostenere gli sforzi, e spero che il comunicato di oggi dia energia ai governi nazionali e subnazionali del Brasile – e ai governi di tutto il mondo – per sfruttare questo slancio anziché usarlo come scusa per rallentare».

Alejandra Laina, responsabile risorse naturali del WRI Colombia ricorda che «La storia della deforestazione in Colombia è complessa e profondamente intrecciata con la politica del Paese, il che rende la riduzione storica del 2023 particolarmente potente. Non c’è dubbio che la recente azione del governo e l’impegno di delle comunità ha avuto un profondo impatto sulle foreste della Colombia e incoraggiamo coloro che sono coinvolti negli attuali colloqui di pace a utilizzare questi dati come trampolino di lancio per accelerare ulteriori progressi».

Ma il WRI fa notare che «Il mondo è ancora lontano dal raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030: nel 2023, i tropici perderanno 3,7 milioni di ettari di foresta primaria, un’area leggermente più piccola del Bhutan. Questo equivale a perdere 10 campi da calcio al minuto. Le diminuzioni di Brasile e Colombia sono state controbilanciate da aumenti in Bolivia, Laos, Nicaragua e altri Paesi. Aumenti straordinari si sono verificati anche al di fuori dei tropici, con il Canada che ha registrato perdite record legate agli incendi».

La direttrice di Global Forest Watch Mikaela Weisse ha detto che «Il mondo ha fatto due passi avanti e due indietro per quanto riguarda la perdita di foreste avvenuta lo scorso anno. Il forte declino nell’Amazzonia brasiliana e in Colombia dimostra che il progresso è possibile, ma la crescente perdita di foreste in altre aree ha ampiamente contrastato tale progresso. Dobbiamo imparare dai Paesi che stanno rallentando con successo la deforestazione».

Mentre le notizie provenienti da Brasile e Colombia indicano un trend positiva di leader politici progressisti che danno priorità alla natura, altrove purtroppo va diversamente. Ad esempio, la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e la Bolivia seguono il Brasile come principali contributori alla perdita totale di foreste a livello globale ma, a differenza del Brasile, nel 2023 hanno registrato aumenti della deforestazione.  Nel 2023 LA RDC ha perso oltre mezzo milione di ettari di foresta pluviale primaria  del bacino del Congo che è l’ultima grande foresta tropicale che è anche un pozzo di carbonio, il che significa che la foresta assorbe più carbonio di quanto ne emette. Mentre nel 2023 il tasso di deforestazione nella RDC è aumentato solo del 3%, questo piccolo aumento continuato nel corso di molti anni diventa imponente.

Teodyl Nkuintchua, a capo della Congo Basin Strategy and Engagement del WRI, sottolinea che «Le foreste sono la spina dorsale dei mezzi di sussistenza per le popolazioni indigene e le comunità locali in tutta l’Africa, e questo è particolarmente vero nel bacino del Congo. Nel bacino del Congo è necessario intraprendere un’azione politica drastica per attuare nuovi percorsi di sviluppo che supportino la transizione da pratiche di produzione alimentare ed energetica insostenibili, migliorando al tempo stesso il benessere delle popolazioni indigene e delle comunità locali così come le entrate dei Paesi».

Al contrario del Brasile e della Colombia, il governo socialista della Bolivia nel 2023 non è riuscito a rallentare la perdita di foreste primarie che è invece aumentata del 27%, raggiungendo il livello più alto mai registrato per il terzo anno consecutivo. Pur avendo meno della metà della superficie forestale della RDC o dell’Indonesia, La Bolivia ha registrato la terza perdita di foreste primarie tra tutti i Paesi tropicali. Le perdite legate agli incendi hanno rappresentato il 51% delle perdite totali della Bolivia nel 2023, anche perché il  caldo record ha causato la diffusione nelle foreste degli incendi provocati dall’uomo. Anche la produzione agricola, in particolare la soia, è uno dei principali motori della deforestazione in Bolivia.

Nel 2023, un anno di El Niño, l’Indonesia ha registrato un aumento del 27% di perdita di foreste primarie, anche se il tasso rimane storicamente basso rispetto a quello della metà degli anni 2010. L’emergere delle condizioni di El Niño ha portato a temere che l’Indonesia potesse sperimentare un’altra stagione di incendi come quella del 2015 ma gli incendi nel 2023 hanno avuto un impatto meno grave di quanto inizialmente previsto.

Anche Laos e Nicaragua hanno registrato un aumento della perdita di foreste primarie negli ultimi anni, compreso il 2023. I due Paesi hanno tassi eccezionalmente elevati di perdita di foreste rispetto alle loro dimensioni, perdendo rispettivamente l’1,9% e il 4,2% della loro foresta primaria nel 2023. Gli aumenti in questi due Paesi sono in gran parte il risultato dell’espansione agricola.

Gli incendi hanno ancora una volta causato la maggiore perdita di foreste al di fuori dei tropici e il Canada è stato il Paese più colpito.  Il Wri evidenzia che «Come in molte aree del mondo, la siccità diffusa e l’aumento delle temperature guidate dai cambiamenti climatici si sono estesi a tutto il Canada. Questo ha portato alla peggiore stagione di incendi mai registrata e, tra il 2022 e il 2023, a un aumento di 5 volte della perdita di copertura arborea dovuta agli incendi».

Alexandra Tyukavina, del Department of geographical sciences dell’università del Maryland, aggiunge che «I dati satellitari ci aiutano a monitorare l’entità degli incendi nel corso degli anni, compresi quelli che portano alla perdita di copertura arborea. Questo è particolarmente importante in capire come gli anni di incendi estremi – come la stagione record degli incendi boschivi del 2023 in Canada – influiscono nel tempo sulle foreste del mondo».

Andrew Steer, presidente e CEO del Bezos Earth Fund, conclude: «Questo rapporto ci sfida opportunamente a trovare un equilibrio tra disperazione e speranza allo stesso tempo. I tassi allarmanti di deforestazione globale ci ricordano quanto siamo lontani dalla soluzione della crisi climatica e naturale. Ma Paesi come Colombia, Brasile e Indonesia stanno dimostrando incredibili possibilità quando i dati e la scienza moderni si combinano con una progettazione politica intelligente e una leadership stimolante».