La riproduzione sincronizzata dei faggi è innescata in tutta Europa dal solstizio d’estate

Un fenomeno che ha ripercussioni su reti alimentari, fauna e malattie umane trasmesse dagli animali

[18 Marzo 2024]

Secondo il nuovo studio “Summer solstice orchestrates the subcontinental-scale synchrony of mast seeding”, pubblicato su Nature Plants da un team di ricercatori dell’Uniwersytet im. Adama Mickiewicza w Poznaniu, dell’University of Liverpool e dell’University of Canterbury – Christchurch, ha scoperto che «Il solstizio d’estate è il “colpo di pistola” per sincronizzare su grandi distanze in Europa la riproduzione dei faggi».

Il team di ricerca polacco, britannico e neozelandese  ha esaminato le associazioni tra modelli meteorologici e produzione di semi in piante perenni come il faggio europeo (Fagus sylvatica) ed esplorato come la riproduzione degli alberi sia costantemente sincronizzata su grandi distanze.

Il precedente lavoro del team aveva dimostrato che la chiave per raggiungere questa sincronia è una risposta coordinata a un fattore esterno, come il tempo, ma come il faggio europeo – che cresce in tutto il continente europeo con climi molto diversi – sia riuscito a raggiungere questo obiettivo era un mistero.

I ricercatori hanno esaminato i cambiamenti su scala ridotta nelle risposte delle piante alla temperatura e hanno scoperto che «Il 21 giugno – il solstizio d’estate e il giorno più lungo dell’anno – ha fornito un segnale celeste, innescando risposte sincronizzate alle condizioni meteorologiche tra popolazioni ampiamente separate di faggio dell’Europa».

Il principale autore dello studio, Valentin Journé dell’Instytut Biologii Środowiska dell’università Adam Mickiewcz di Poznań, spiega che «Ci siamo ispirati a un recente articolo di Science in cui ricercatori svizzeri hanno scoperto che gli effetti della temperatura sulla senescenza fogliare cambiano al solstizio d’estate. Il solstizio d’estate è il giorno più lungo dell’anno e cade alla stessa ora ovunque nell’emisfero».

Una delle autrici dello studio, Jessie Foest del Department of Geography and Planning della School of Environmental Sciences dell’università di Liverpool, sottolinea che «La risposta acuta dei faggi è semplicemente notevole. Quando le giornate iniziano ad accorciarsi dopo il solstizio d’estate, la finestra di rilevamento della temperatura si apre simultaneamente in tutta Europa. Quel che è veramente sbalorditivo è che il cambiamento nella durata del giorno che gli alberi sono in grado di rilevare è davvero piccolo: parliamo di pochi minuti in una settimana. A quanto pare, gli alberi sono in grado di riconoscere la differenza».

Molte piante perenni non si riproducono regolarmente e rinunciano alla riproduzione per alcuni anni per accumulare risorse e poi produrre un raccolto di semi eccezionale. Si sapeva che in molte specie la straordinaria sincronia di questa variazione interannuale si estende su aree di centinaia e migliaia di chilometri. Il nuovo studio rivela come le piante possano raggiungere questo coordinamento su distanze così grandi.

I ricercatori concludono: «Una tale sincronizzazione regionale su larga scala della produzione di sementi da parte degli alberi ha importanti conseguenze per gli ecosistemi. Gli anni di grande semina determinano un impulso di risorse per la fauna selvatica, mentre i fallimenti riproduttivi provocano carestie per gli animali mangiatori di semi. Quando questa variazione è sincronizzata su scala subcontinentale, le conseguenze includono interruzioni di vasta portata nelle reti alimentari, comprese morie di roditori, migrazione di ungulati e uccelli e picchi di malattie umane trasmesse dalla fauna selvatica».