Incontro al ministero dell’Ambiente per valorizzare le aree marine protette

Analisi delle criticità e proposte operative di Federparchi per lo sviluppo delle AMP

[21 Febbraio 2024]

L’incontro fra una delegazione di Federparchi in rappresentanza delle Aree marine protette (AMP), guidata dal presidente Luca Santini, e il sottosegretario con  delega alle Aree Protette del ministero dell’ambiente e alla sicurezza energetica, Claudio Barbaro (Fratelli d’Italia), ha discusso di come «Valorizzare, potenziare e aumentare le Aree Marine Protette in Italia che costituiscono un tassello fondamentale del sistema dei parchi e possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei dell’Agenda 30×30». Questo il fulcro dell’incontro fra una delegazione di Federparchi in rappresentanza delle AMP, guidata dal presidente Luca Santini, e il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e alla Sicurezza Energetica Claudio Barbaro, che ha la delega alle Aree Protette.

Santini  ha ribadito l’importante ruolo delle AMP e ha illustrato al sottosegretario Barbaro, trovando ampia disponibilità, «La necessità di creare organicamente un vero e proprio “sistema nazionale” dei parchi. Le aree protette, infatti costituiscono nel loro insieme un enorme patrimonio di biodiversità, contribuiscono al contrasto e all’adattamento dei mutamenti climatici e sono laboratori di sviluppo sostenibile.

La delegazione di Federparchi ha consegnato al sottosegretario un documento sullo stato delle Aree Marine Protette con alcune valutazioni ed analisi.  Ecco cosa si legge nel documento:

Dal confronto su tematiche gestionali delle AAMMPP  sono state individuate criticità comuni e le seguenti proposte aventi la finalità del raggiungimento degli obiettivi 2030, per la salvaguardia del mare per le future generazioni.

Criticità individuabili fondamentalmente nella diversa, e mortificante, suddivisione dei fondi destinati alla Aree Protette Italiane. Infatti, analizzando anche solo i trasferimenti annuali da parte del MASE, ai 24 parchi nazionali sono destinati annualmente 80 ml di euro mentre alle 32 AMP 7,5 ml di euro. Qualora prendessimo in considerazione ulteriori voci di finanziamento (Parchi/AMP per il clima, Direttiva per la Biodiversità ed altro) la forbice si allargherebbe notevolmente. È palese che da ciò discendono le evidenti difficoltà quali carenze di personale e l’assenza di pianta organica.

D’altro canto, va qui evidenziato che:

1 Il sistema delle Aree Marine Protette ha, da tempo, accumulato un’importante esperienza tecnicoscientifica e gestionale sul campo, avendo ormai molte di esse superato i venti anni dalla istituzione. In esse operano persone – spesso precari – che hanno un importante know how nella gestione delle aree costiere;

2 la consapevolezza dell’importanza della valorizzazione del mare per la protezione dell’ambiente e delle risorse, già delineata dal legislatore nel 1982 (L.979) e ribadita nel 1991 (L.349) sta crescendo ed assumendo un ruolo sempre più rilevante nelle politiche europee ed internazionali, con l’implementazione a mare della rete europea Natura 2000;

3 il momento storico-politico per la prima volta da molti anni incoraggia un’azione di messa a sistema delle prassi che potranno assicurare nel tempo la nuova gestione delle Aree Marine Protette e dei siti Natura 2000 loro affidati.

Proposte:

1 Aumento dei trasferimenti diretti ed indiretti alle AAMMPP. Da quanto esposto risulta evidente che un aumento dei trasferimenti diretti alle AAMMPP risolverebbe molte delle problematiche citate. Altresì, aprire l’accesso alle AAMMPP a fonti di finanziamento quali la programmazione 2021-27 “Marine Strategy” – che attualmente il MASE destina esclusivamente alle ARPA regionali o all’Ispra – favorirebbe un ulteriore sviluppo delle aree marine. Altrettanto auspicabile sarebbe che il MASE intervenisse presso le Regioni, affinché queste si facessero parte diligente nella corretta applicazione del FEAMPA. La Commissione Europea ha inequivocabilmente definito le AAMMPP soggetti fondamentali nella applicazione delle politiche della piccola pesca. I segnali che giungono dalle programmazioni regionali sono quelli di un forte ridimensionamento di questo ruolo e anche dei fondi destinati alle stesse. L’accesso alle forme di finanziamento indirette, cioè a valere su misure legate alle provvigioni per la piccola pesca o al turismo sostenibile di provenienza europea, sono certamente di interesse per lo sviluppo delle AAMMPP, per questo sarà necessario che il MASE rappresenti alle Regioni che le AAMMPP debbano essere soggetti da tenere in debita considerazione.

2 Procedure VinCa, acquisizione demanio e conferenza Stato-Regioni. Seppur consci del fatto che la situazione legislativa di ciascuna Regione, dove le AAMMPP ricadono, è eterogena, è anche vero che ad oggi sta emergendo il problema che le AAMMPP sono degli enti titolati al rilascio di un mero parere per quanto concerne il rilascio di concessioni demaniali e/o pareri su Valutazioni di Incidenza ambientale. Mentre la conferenza Stato-Regioni ha definito, seppure ambiguamente, i ruoli nel rilascio delle concessioni, resta illogica la competenza differenziata sulle Aree protette della rete europea. Laddove infatti gli EE.GG. delle AAMMPP sono quasi sempre i gestori delle ZSC, le valutazioni di incidenza non sono di loro competenza, lasciando di fatto il potere decisionale sugli interventi all’interno delle AAMMPP in capo alle Regioni. È fondamentale quindi che gli Enti vengano dotati di uno strumento legislativo tale per il quale possa far sì che vengano rilasciati i veri titoli e non soltanto pareri. Infatti, mentre in molte Regioni agli enti parco terrestri viene affidata la gestione delle procedute VI e VINCA, in nessun caso le Regioni hanno seguito la stessa procedura per SIC e ZPS marini ricadenti o confinanti con AAMMPP. Si rende necessario che il MASE solleciti ed indirizzi in tal senso le Regioni. Si evidenzia la necessità di dare attuazione pratica alla previsione della consegna delle aree demaniali in mare ed a terra ricadenti nelle competenze della AMP in modo da espletare in modo regolare e definitivo tutti gli adempimenti nelle direttive sia di conservazione dell’ambiente (ReteNatura2000) sia di prevenzione e valutazione di impatto ambientale ricadenti nelle aree protette. Tale misura appare essenziale per non vanificare le azioni necessarie per l’attuazione del PNRR e per neutralizzare la procedura di infrazione europea complementare sulla gestione delle aree Natura 2000. Si ravvisa l’urgenza di avviare la procedura di riconoscimento dell’ente titolato ovvero l’AMP ad espletare le procedure per la VIncA come è già in essere in ambito delle Aree Protette terrestri, chiedendo quindi un intervento efficace nella conferenza Stato-Regioni per tale riconoscimento.

3 Sorveglianza e regime sanzionatorio. Si ritiene opportuno proporre il trasferimento delle risorse economiche per la sorveglianza direttamente alle AAMMPP. Necessario appare che, attraverso accordi formali con le Capitanerie di porto, gli enti possano aver alle proprie dipendenze funzionali l’operatività delle CP, come del resto già accade per i parchi nazionali. Infine, si propone un inasprimento delle sanzioni per assicurare il rispetto dei vincoli nelle zone B e C.