Il sofisticato motore facciale che controlla la proboscide degli elefanti

Artisti del movimento con «sensibilità sul muso». Decifrate le funzioni motorie facciali degli elefanti

[2 Novembre 2022]

Secondo lo studio “Elephant facial motor control”, pubblicato su Science Advances da un team di scienziati dell’Humboldt-Universität zu Berlin e del Leibniz-Instituts für Zoo- und Wildtierforschung (IZW), «Gli elefanti hanno un incredibile arsenale di movimenti del muso, dell’orecchio e della proboscide».  Lo studio ha esaminato il nucleo motorio facciale degli elefanti africani e asiatici, la struttura cerebrale che controlla i muscoli facciali di questi pachidermi e ha scoperto che «Questo nucleo contiene più motoneuroni facciali che in qualsiasi altro mammifero terrestre». In particolare gli elefanti africani hanno cluster di neuroni particolarmente prominenti per il controllo delle “dita” della proboscide.

All’IZW ricordano che «Una delle parti del corpo più notevoli nel regno animale è la proboscide dell’elefante. E’ estremamente muscolosa e forte, contiene molti più muscoli dell’intero corpo umano, eppure è molto sensibile e capace di azioni motorie eseguite con cura e finemente sintonizzate. Il modo in cui gli elefanti usano la punta della proboscide ricorda molto una mano umana e in realtà sulla punta hanno le cosiddette dita».

La principale autrice dello studio, Lena Kaufmann, del Bernstein Center for Computational Neuroscience  Berlin e delle Berlin School of Mind and Brain, dell’UH Berlin, Germany, e i suoi colleghi hanno studiato per la prima volta e descritto dettagliatamente il cosiddetto nucleo facciale dell’elefante, la struttura cerebrale responsabile del controllo dei muscoli facciali degli elefanti, dalle orecchie alla punta della proboscide e la Kaufmann conferma che «Il nucleo motorio facciale dell’elefante è unico sotto diversi aspetti. Ad esempio, contiene più motoneuroni facciali di tutti gli altri mammiferi terrestri». Gli scienziati tedeschi hanno contato circa 54.000 neuroni nel nucleo facciale degli elefanti asiatici (Elephas maximus), mentre l’elefante di savana africano (Loxodonta africana) ne ha addirittura circa 63.000. Secondo il team,  il maggior numero di neuroni del nucleo facciale negli elefanti di savana africani dipende dalle loro orecchie più grandi e dalla punta della proboscide più elaborata. Uno degli autori dello studio, Thomas Hildebrandt dell’IZW) evidenzia che «Gli elefanti di savana africani hanno due cosiddette dita sulla punta della proboscide con le quali afferrano gli oggetti». Questo tipo di presa a tenaglia richiede molta destrezza sulla punta della proboscide e quindi, dicono i ricercatori «Non sorprende che nel cervello degli elefanti africani vediamo importanti ammassi di neuroni per il controllo della punta delle dita» Gli elefanti asiatici hanno un solo dito e tendono ad avvolgere la proboscide attorno agli oggetti; quindi il loro “polpastrello” è rappresentato in modo meno evidente nel loro cervello.

Un altro autore dello studio, Michael Brecht dell’HU Berlin, conclude: «Il nucleo facciale dell’elefante è unico nel suo genere. Non è solo per l’enorme numero di neuroni. Abbiamo anche osservato gradienti di dimensione dei neuroni lungo la rappresentazione della proboscide che non vediamo in altri mammiferi. I neuroni giganti degli elefanti osservati derivano probabilmente dalla necessità di estendere strutture di segnalazione molto lunghe nella proboscide».