Il riscaldamento degli oceani danneggia la vista dei polpi

L’aumento della temperatura dell’acqua ha un effetto negativo anche sulle covate di polpi

[9 Aprile 2024]

Secondo lo studio “Projected ocean temperatures impair key proteins used in vision of octopus hatchlings” su Global Change Biology da un team di ricercatori australiani e statunitensi, il cambiamento climatico ha portato ad un aumento dell’abbondanza di polpi ma lo stress termico da riscaldamento degli oceani potrebbe avere un impatto sulla loro sopravvivenza.

Il principale autore dello studio, il biologo Qiaz Hua dell’università di Adelaide, spiega che «Abbiamo trovato diverse proteine ​​importanti per la vista che venivano influenzate dallo stress termico. Una di queste  è una proteina strutturale presente in grande abbondanza nei cristallini degli animali per preservarne la trasparenza e la chiarezza ottica, e un’altra è responsabile della rigenerazione dei pigmenti visivi nei fotorecettori degli occhi. I livelli di entrambe queste proteine ​​sono stati significativamente ridotti in condizioni di riscaldamento dell’oceano previste, il che suggerisce che la visione del polpo potrebbe essere compromessa in caso di stress termico».

Per i polpi la vista è molto importante: hanno il 70% del cervello dedicato alla vista, il 20% in più rispetto a quello degli esseri umani e Hua ricorda che «Le funzioni primarie della vista includono – ma non sono limitate – l’acutezza  visiva, la discriminazione della luminosità, la percezione della profondità, il rilevamento del movimento e la polarizzazione, e sono fondamentali per individuare predatori e prede, nonché per la comunicazione. Avere problemi di vista influenzerà le possibilità di sopravvivenza del polpo in natura, con un aumento del rischio di predatori e un minore successo nel foraggiamento».

Il team di ricerca, che comprende ricercatori dell e università del South Australia e della California Davis e del South Australian Research and Development Institute, ha esposto embrioni di Octopus berrima a diversi trattamenti di temperatura, un’esposizione di controllo a 19° C , una a 22° C per modellare le temperature estive attuali e una a 25° C per modellare le temperature estive previste. Hua spiega ancora che «La temperatura prevista per il futuro si basava sul previsto aumento del riscaldamento di circa 3° C dell’Intergovernmental Panel on Climate Change entro il 2100».

I ricercatori hanno anche scoperto che, oltre ai problemi alla vista, l’aumento della temperatura dell’acqua avrebbe un effetto negativo sulle covate di polpi. Hua evidenzia che «Nelle condizioni di riscaldamento futuro, abbiamo riscontrato un alto tasso di mortalità. Su tre covate di polpi replicate, per due di esse nessuna delle uova si è schiusa e meno della metà delle uova si è schiusa per la covata rimanente.  Nelle covate in cui nessuna delle uova si è schiusa, le madri morivano naturalmente mentre le uova erano ancora nelle prime fasi di sviluppo. Poiché nei polpi avviene la cura materna degli embrioni, il riscaldamento globale potrebbe avere un impatto simultaneo su più generazioni, con un basso tasso di sopravvivenza degli embrioni causato dall’effetto diretto dello stress termico e dall’effetto indiretto dello stress termico sulle madri. Il nostro studio dimostra che anche un taxon altamente adattabile come i polpi potrebbe non essere in grado di sopravvivere ai futuri cambiamenti oceanici».

Altri effetti delle temperature più elevate osservati nei polpi includono un tasso metabolico più elevato, dimensioni ridotte alla maturità e persino uno spostamento dell’areale nella distribuzione di alcune specie.

Hua conclude: «Ci auguriamo che la ricerca futura esamini una combinazione di fattori di stress ambientale, tra cui l’acidificazione degli oceani, il riscaldamento e la deossigenazione. Sarebbe anche utile fare un esperimento transgenerazionale per vedere se la sensibilità o la tolleranza ai fattori di stress ambientale viene trasmessa da una generazione all’altra, il che ci aiuterebbe a comprendere gli impatti sulla continuazione della specie».