I piccoli gioielli viventi dell’Arcipelago toscano in uno studio sul Biodiversity Data Journal

Conoscere, valorizzare e difendere i coleotteri gioiello dell’Arcipelago Toscano

[29 Febbraio 2024]

Lo studio “The Buprestidae (ColeopteraBuprestoidea) of the Tuscan Archipelago (Italy), pubblicato su sul Biodiversity Data Journal da Leonardo Forbicioni e Nicola Tormen (World Biodiversity Association – WBA), Gianfranco Curletti (Museo Civico di Storia Naturale, Carmagnola), Luciano Bani (università Milano Bicocca), Andrea Di GiulioEnrico Ruzzier (Università Roma Tre) e realizzato in collaborazione con National Biodiversity Future Center e Parco Nazionale Arcipelago Toscano (PNAT), rivela l’impressionante biodiversità dei “gioielli” delle isole toscane.

Forbicioni, principale autore dello studio e curatore del NAT-LAB del PNAT di Forte Inglese a Portoferraio, ha detto a greenreport.it: «Sono molto orgoglioso della pubblicazione di questo articolo, che dimostra quanto ancora ci sia da conoscere e scoprire circa la entomofauna dell’Arcipelago Toscano. Ogni volta che ci si impegna ad approfondire un gruppo, si svelano nuove importantissime presenze e come nel nostro caso, si arriva anche a raddoppiare il numero delle specie censite fino a quel momento. Per proteggere e conservare, bisogna prima “conoscere”. Ecco, credo che questa ricerca aggiunga nuove importanti conoscenze alla biodiversità di questo splendido territorio».
In una nota il Parco Nazionale sottolinea che «Lo studio ha rivelato la sorprendente diversità dei “coleotteri gioiello” dell’Arcipelago Toscano, noti come Coleotteri Buprestidae, caratterizzati da colorazioni metalliche e cangianti belli come pietre preziose. La loro diversità è attribuita alla coevoluzione con la flora locale. Questi insetti svolgono un ruolo cruciale come impollinatori e degradatori della sostanza organica vegetale, fungendo anche da indicatori della qualità ambientale. I risultati evidenziano che l’Arcipelago Toscano ospita circa un quarto di tutte le specie conosciute del gruppo a livello nazionale, con 51 specie su poco più di 200, molte delle quali sono inserite nelle liste rosse di protezione nazionali ed europee (IUCN). Queste scoperte rafforzano ulteriormente l’importanza dell’Arcipelago come custode del patrimonio naturalistico nazionale».

I ricercatori evidenziano che «Particolarmente significativa è la scoperta all’interno del Parco Nazionale di Eurythyrea quercus (Herbst, 1780), una specie a rischio di estinzione nota in Italia solo in poche località».
I dati, risultato di una scrupolosa revisione della letteratura e di una costante ricerca sul campo, supportati dalla partecipazione attiva della cittadinanza attraverso Citizen Science, sono ora accessibili al pubblico e a disposizione della comunità scientifica mondiale.
I ricercatori concludono: «Questa ricerca ha ulteriormente confermato l’importanza dell’Arcipelago Toscano come hotspot di biodiversità mediterranea e, in particolare, come un ecosistema così ristretto e disperso possa ospitare quasi un quarto di tutti i Buprestidae italiani . Attualmente l’Elba è l’isola con la più alta ricchezza di specie, condizione influenzata dal maggiore sforzo di campionamento, ma anche dalla sua flora molto diversificata, caratteristica sostanzialmente ridotta nella maggior parte delle altre isole dell’Arcipelago. Pertanto, con il proseguire delle ricerche, possiamo certamente aspettarci un aumento del numero di taxa sulle isole minori pur non essendo così consistente come registrato per l’Isola d’Elba. Ci aspettiamo nei prossimi anni di poter campionare più estesamente le isole minori, variando i periodi e le modalità di cattura per aumentare la probabilità di trovare specie di cui si prevede la presenza, ma che finora sono rimaste sfuggenti. La sostanziale diversità delle specie rinvenute, il 60% delle quali incluse nella Lista Rossa dei coleotteri saproxilici italiani, valorizza ulteriormente l’Arcipelago Toscano come deposito nazionale di biodiversità e un importante nucleo per la conservazione di specie localizzate, rare o in declino. La conservazione di questi taxa richiede ovviamente adeguati piani di gestione e conservazione, soprattutto per le aree private e quelle non comprese nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano; infatti, per le specie più a rischio, è fondamentale l’esistenza di elementi forestali chiave dove viene applicata una gestione sapiente. Inoltre, nonostante non siano presenti elementi strettamente endemici, la protezione della fauna locale da specie o popolazioni non autoctone è fondamentale per la preservazione del patrimonio specifico e genetico dell’Arcipelago. A questo proposito, una migliore regolamentazione e controllo del traffico navale e della trasduzione di materiale legnoso, fattori già ampiamente riconosciuti come i principali fattori di introduzione di elementi non autoctoni e invasivi, preverrebbero o almeno ridurrebbero il rischio di introduzione di taxa potenzialmente dannosi. alla biodiversità locale».