I granchi toscani rivelano come le specie anfibie si adattano all’aumento delle temperature marine

«I granchi ci permettono di capire come può essere avvenuta l’evoluzione delle specie terrestri».

[1 Febbraio 2016]

Dallo  studio “The trade-off between heat tolerance and metabolic cost drives the bimodal life strategy at the air-water interface” pubblicato su Nature Scientific Reports  da un team di ricercatori dell’Università di Firenze, coordinati da Stefano Cannicci, assieme ai colleghi dell’Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research, il più autorevole istituto per lo studio dei cambiamenti climatici in Europa,  viene fuori che «Se l’acqua è troppo calda, meglio prendersi una boccata d’aria». Alla ricerca internazionale hanno  partecipato un altro ricercatore del dipartimento di biologia del’ateneo fiorentino, Stefano Cannici, e Daniele Daffonchio, che lavora per il Red Sea Research Center della King Abdullah University of Science and Technology saudita, Folco Giomi e Hans-Otto Pörtner, dell’Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research e Bruce Mostert della Rhodes University sudafricana, ma è stato realizzato molto vicino alla sede della redazione di greenreport.it: sulle coste livornesi di Calafuria.

Secondo i ricercatori fiorentini, quella adottata dai i più comuni granchi di Calafuria, quelli della specie Pachygrapsus marmoratus,  «E’ la strategia adottata dai granchi delle coste rocciose toscane, che fa luce su una tappa evolutiva cruciale, quella che ha permesso il passaggio dai progenitori marini alle specie terrestri»

Grazie ai test fisiologici condotti presso i laboratori del Dipartimento di biologia dell’università di Firenze, il team internazionale di  ricercatori dice di aver «dimostrato quali sono i meccanismi evolutivi con cui le specie anfibie riescono a far fronte al cambiamento climatico che determina l’innalzamento della temperatura del mare, passando da una respirazione prettamente acquatica a una aerea, per evitare il crollo di ossigeno conseguente al riscaldamento dell’acqua».

Cannicci, associato di zoologia, spiega: «Abbiamo dimostrato per la prima volta che l’innalzarsi delle temperature delle acque oceaniche guida un processo evolutivo importante come quello della colonizzazione delle terre emerse. In un periodo come quello attuale, caratterizzato da un costante e rapido aumento della temperatura di atmosfera e oceani, una strategia evolutiva che può essere messa in atto dalle specie che vivono tra il mare e la terra è, in effetti, quella di diventare più terrestri e meno marine».

Secondo un comunicato dell’università di Firenze, lo studio «dimostra che, superata una certa temperatura dell’acqua, agli animali anfibi che possono respirare, anche stentatamente, sia in aria che in acqua, convenga uscire dal mare e tentare la rischiosa conquista della terra ferma».

Cannicci conclude: «I granchi ci permettono di capire come possa essere avvenuto uno dei passaggi evolutivi più importanti della storia, che ha portato all’evoluzione delle specie terrestri».