I gatti non hanno bisogno di noi. Lo conferma la scienza

Risolto anche il mistero dell’amore dei gatti per le scatole di cartone

[4 Settembre 2015]

Dopo aver analizzato il comportamento di 20 gatti domestici adulti (Felis silvestris catus), due ricercatrici dell’univeità britannica di Lincoln, Alice Potter e Daniela Mills, hanno pubblicato su Plos One lo studio “Domestic Cats (Felis silvestris catus) Do Not Show Signs of Secure Attachment to Their Owners” che spiega perché i gatti sono così indipendenti dai loro padroni umani rispetto ai cani (Canis lupus familiaris).

Secondo Potter e Mils, i gatti non associano all’uomo il senso di sicurezza e questo comportamento potrebbe essere comune a tutti i felini. Le due ricercatrici spiegano che «L’Ainsworth Strange Situation Test (SST) è stato ampiamente utilizzato per dimostrare che il legame tra i bambini e cani al loro genitore affidatario risponde in genere ai requisiti di un attaccamento sicuro (vale a dire l’accompagnatore viene percepito come un centro di sicurezza in ambienti altrimenti minacciosi), ed è stato adattato ai gatti con facendo affermazioni simili».  Ma la ricerca smentisce questa convinzione e dice che definire come SST il comportamento dei gatti è molto discutibile.

Le due ricercatrici britanniche si sono servite allora di una versione adattata del test della “Strana Situazione” proposto negli anni ’70 dalla psicologa statunitense Mary Ainsworth cn l’obiettivo di studiare l’attaccamento alle loro madri dei bambini tra i 12 e i 18 mesi. Durante lSST classico viene osservata la reazione dei piccoli allo stress della separazione dalla loro mamma per un certo tempo.

Potter e Mils hanno cercato di riprodurre «l’attaccamento fiducioso”  nei felini domestici, caratterizzato dal fatto che un gatto si sentirebbe in pericolo quando è separato dal suo padrone, mentre si sentirebbe al sicuro quando il padrone rientra nel suo campo visivo.  Durante questa separazione le ricercatrici hanno misurato soprattutto tre parametri: I tentativi di trovare il padrone; il livello di passività e attività; i segni di stress.

I test hanno evidenziavano quello che in molti sospettavano: i gatti generalmente non danno prova di un attaccamento fiducioso ai loro padroni (e quindi non si possono definire tali), un atteggiamento che invece si ritrova a livelli molto elevati tra i cani.

Lo studio potrebbe spiegare il gusto per la solitudine dei gatti, anche se le ricercatrici britanniche non negano che i gatti si affezionino ai loro “padroni”, ma sarebbe un attaccamento di tutt’altra natura rispetto a quello dei cani.

Le due scienziate sono riuscite a risolvere anche il mistero dell’amore dei gatti per le scatole: questi formidabili predatori vedrebbero nelle scatole un posto dove nascondersi e tendere imboscate, in attesa di un topo o di una “scimmia” umana da terrorizzare. Ma le scatole sono anche un posto nel quale i gatti si sentono al riparo. Infilandosi dentro quelle pareti di cartone non possono essere sorpresi da qualcuno che tenta di prenderli alle spalle o di fianco. L’ultimo vantaggio che i gatti vedono nelle scatole di cartone e che sono isolanti e che conservano il loro calore mentre fanno le fusa o ronfano nella scatola.