Glifosato e diserbo chimico in Toscana, petizione e lettera a Rossi

La legge regionale vieta l’uso extra-agricolo del glifosato, ma la deroga è diventata normale

[5 Aprile 2016]

In attesa delle decisioni che prenderanno in maggio i tecnici dell’Unione europea sul glifosato, dopo aver completato la raccolta di firme sulla petizione “Liberiamo il suolo pubblico dall’erbicida: primavera toscana 2016!”, il Gruppo d’Acquisto Solidale Ortica-Empoli ha inviato al Presidente Rossi la lettera ed è in attesa di una risposta.

Nella lettera a Rossi, Tullia Casini, a nome del GAS Ortica di Empoli, della Condotta Slow Food Empolese Valdelsa e di tutti i firmatari di questa petizione, scrive: «Desideriamo portarla a conoscenza di una delle tante iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica al problema degli erbicidi. Noi tutti sappiamo che in Toscana esiste una legge regionale, la 36 del 1999, che, tra le altre cose, all’articolo 6 vieta l’uso di erbicidi in ambito extra-agricolo… “salvo eccezioni”. Sappiamo anche di avere una delibera regionale dell’agosto 2015 che addirittura vieta il glifosato in ambito extra-agricolo… “salvo eccezioni”. Quello che la gente non sa è che tanti comuni della Toscana, almeno nella nostra zona fiorentina, da 17 anni ritengono “eccezionale” la manutenzione di marciapiedi, scarpate ferroviarie in zona urbana, ghiaini di giardinetti, selciati di centri storici…. E, procurandosi di anno in anno il nulla-osta della USL per andare in deroga alla summenzionata legge, semplicemente non cercano alternative. La deroga è diventata una pratica burocratica qualsiasi. Il problema non si limita al suolo pubblico: se le amministrazioni sono così poco sensibili da chiedere per 17 anni la deroga a una legge chiara nelle sue indicazioni di tutela della salute del cittadino, figuriamoci se i controlli sui privati vengono presi sul serio! Quindi, anche in ambito agricolo, le violazioni alla legge 36/99 sono evidenti ovunque: mancata distanza di sicurezza dai canali, dalle proprietà dei vicini, dalle pubbliche strade, etc. E i vigili urbani semplicemente non sono sensibilizzati a vigilare. Abbiamo raccolto tante testimonianze in questo periodo».

La Casini sottolinea che «Frustrati quindi dall’evidente divario tra le parole di una legge che tante regioni ci invidiano e i fatti che parlano di sciatteria e ignoranza, cui siamo testimoni, ci siamo decisi come Gruppo d’Acquisto Solidale, e con il sostegno dello Slow Food locale, ad apportare il nostro contributo a un miglior funzionamento della “cosa pubblica” con una petizione on-line, di cui alleghiamo lista dei firmatari e loro commenti».

L’esponente del GAS Ortica di Empoli e della Condotta Slow Food Empolese Valdelsa, conclude: «Quello che chiediamo è che, a livello regionale, siano finalmente avviate inchieste nelle USL per stimare quante deroghe vengono date, su quale territorio, etc, quindi per valutare l’effettiva applicazione della legge 36/99 nel suo significato originale. Si chiede di verificare inoltre che dopo un “eccezionale diserbo chimico” autorizzato dalla USL, il Comune richiedente sia effettivamente in grado di assicurare l’inagibilità della zona trattata, come previsto dalla legge (come è possibile quando si trattano marciapiedi?). La pericolosità di queste sostanze è evidente dagli studi scientifici, quanto meno a livello di effetto cumulativo, e le alternative ci sono: dal pirodiserbo, allo sversamento di aceto, alla semina di specie nane competitrici, etc.
Basta quindi con le eccezioni alla legge 36/99: chiediamo una revisione di questa legge che non le preveda più».