Cop28 e biodiversità: il 50% del Pil globale dipende dalla salvaguardia di natura

Un sistema energetico alimentato da fonti rinnovabili sarà da 2 a 16 volte migliore per la natura e le persone

[6 Dicembre 2023]

Il rapporto  “Building Nature-Positive Energy Transformation” realizzato da World Wildlife Fund e Boston Consulting Group (BCG) dimostra che «La transizione verso un sistema energetico alimentato da fonti rinnovabili sarebbe molto meglio per il pianeta che continuare a perseguire le politiche attuali. In effetti, uno scenario di transizione rapida (RT) produce risultati migliori rispetto a uno scenario di business-as-usual (BAU) in 27 dei 30 parametri di impatto».

Presentando il rapporto in occasione della COP28 Unfccc di Dubai, Wwf e BCG evidenziano che «Una rapida transizione verso le energie rinnovabili per il nostro sistema energetico globale è essenziale per mitigare i cambiamenti climatici e garantire un futuro vivibile al nostro pianeta. La sua urgenza non può essere sottovalutate. Tuttavia, questa transizione metterà a dura prova le comunità locali e gli ecosistemi naturali attraverso fattori quali un maggiore utilizzo del territorio, una maggiore estrazione di metalli critici e la potenziale perdita di posti di lavoro tradizionali legati all’energia».

Per comprendere meglio quanto siano reali queste preoccupazioni, BCG e Wwf hanno condotto una ricerca approfondita utilizzando i dati più recenti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)e ed esaminando due scenari energetici agli estremi opposti dello spettro della trasformazione: uno scenario BAU che continua le politiche attuali e uno scenario RT che limita il riscaldamento globale a 1,5° C con un superamento limitato. Lo scenario RT si basa sulla rapida crescita delle energie rinnovabili, sull’elettrificazione (compresi i veicoli elettrici) e sul miglioramento dell’efficienza energetica insieme a uno sviluppo sostenibile ottimizzato. Lo scenario BAU alternativo continuerebbe le attuali politiche di un sistema energetico convenzionale.

Al BCG dicono che «Abbiamo scoperto che un sistema energetico alimentato da fonti rinnovabili avrebbe prestazioni da due a 16 volte migliori per la natura e le persone in una serie di parametri rispetto a un sistema energetico convenzionale BAU, anche se la trasformazione metterebbe effettivamente a dura prova alcune risorse naturali e comunità locali. Abbiamo anche scoperto che una trasformazione ben pianificata ed eseguita può affrontare sia i rischi climatici che quelli naturali, producendo risultati positivi per la natura che superano di gran lunga quelli derivanti dal mantenimento del sistema energetico convenzionale di oggi. Naturalmente, la misura in cui qualsiasi scenario di trasformazione energetica avrà successo dipenderà da quanto bene verrà implementato. I politici, i decisori e gli altri stakeholders dovranno implementare leggi, incentivi e strumenti di pianificazione ambientale e impegnarsi in modo significativo con le comunità colpite al fine di ridurre al minimo o evitare l’impatto indesiderato sulla natura e sulle persone».

La ricerca rileva che lo scenario RT non solo sarebbe di gran lunga migliore per la natura e la società rispetto allo scenario BAU, ma che si otterrebbero risultati migliori in 27 dei 30 parametri di impatto valutati. I risultati più positivi riguardano i territori dove è in corso un’attività estrattiva, la qualità dell’aria, la qualità dell’acqua, la perdita di biodiversità, i terreni persi  e degradati a causa dei cambiamenti climatici, il rischio di povertà, l’esposizione alla scarsità idrica cronica, i cambiamenti del bioma, lo stress termico e il rischio di inondazioni. Wwf e BCG sottolineano che «Questi risultati migliorati sono possibili in gran parte grazie allo smantellamento delle miniere di carbone, alla riduzione dei processi di combustione e al minore impatto sui cambiamenti climatici nello scenario RT».

Tre parametri di impatto inizialmente hanno mostrato risultati peggiori nello scenario RT: utilizzo dell’acqua, fiumi a corso libero e uso del territorio. Tuttavia, il rapporto fa notare che «In tutti e tre i casi, esistono meccanismi in grado di ridurre drasticamente l’impatto; inoltre, la terra persa a causa del cambiamento climatico nello scenario BAU è di gran lunga superiore alla terra utilizzata nell’ambito dell’RT».

Per supportare un potenziale scenario RT, BCG e Wwf hanno creato un quadro di meccanismi ad alto potenziale per indirizzare i sistemi energetici verso un percorso positivo per la natura:

I decisori politici dovrebbero integrare la conservazione nei loro processi decisionali fin dalle prime fasi del processo di pianificazione.

I pianificatori energetici dovrebbero creare un portafoglio nazionale o su una scala di rete di tecnologie energetiche che ottimizzi energia, natura e obiettivi sociali.

Dovrebbero essere intraprese molteplici strategie per ridurre l’impronta della transizione rinnovabile su terra, oceani e fiumi.

Dovrebbero essere scelti siti per progetti di energia rinnovabile che avranno un impatto negativo minimo sulla natura e sulle comunità.

L’impatto dell’estrazione di minerali critici dovrebbe essere affrontato attraverso le strategie esistenti, come lo sviluppo di economie circolari, l’aumento dell’efficienza energetica, l’evitamento degli habitat critici e delle profondità oceaniche e l’investimento in nuova ricerca e sviluppo di materiali alternativi.

La pianificazione regionale dovrebbe migliorare in modo proattivo i risultati per l’ambiente e le comunità, aumentando al contempo l’efficienza delle autorizzazioni, dell’ubicazione e dello sviluppo di progetti energetici.

I progetti di energia rinnovabile dovrebbero essere progettati, realizzati e gestiti in modo da ridurre l’impatto sulle specie e sugli ecosistemi.

Per gli autori dello studio, «Una rapida transizione energetica non sarebbe solo migliore per il pianeta, ma sarebbe essenziale per il nostro benessere. I Paesi di tutto il mondo devono passare rapidamente alle fonti di energia rinnovabile per ridurre le emissioni ed evitare gli scenari peggiori di un riscaldamento globale oltre 1,5° C. Questo sforzo richiederà di andare oltre le transizioni locali, regionali e nazionali e verso un’ampia trasformazione del nostro sistema energetico globale che supporti risultati di sviluppo net zero, positivi per la natura e sostenibili. Ma una tale transizione sarà possibile solo se ci sarà un cambiamento più fondamentale nel modo in cui i sistemi energetici vengono pianificati e sviluppati per stabilizzare il clima, invertire la crisi della natura e fornire sviluppo e benefici economici alle persone di tutto il mondo».

Per raggiungere l’obiettivo net zero i negoziati dovranno  prendere in considerazione la natura e la sua salvaguardia, poiché solo così potremo proteggere gli ecosistemi e la vita umana. Attualmente, più di 40 mila miliardi di dollari all’anno di valore economico, pari a circa il 50% del PIL globale, dipendono direttamente dalla natura. Secondo il Paulson Institute, saranno necessari investimenti annuali di 700 miliardi di dollari fino al 2030 per promuovere la biodiversità. Entro il 2050, il 46% del PIL globale deriverà da regioni ad alto rischio idrico.  Il costo economico dei rischi legati alla crisi idrica è in aumento: le imprese riportano un valore potenziale di 225 miliardi di dollari. Gli investimenti ESG performano meglio: l’indice MSCI Emerging Markets ESG Leaders ha sovraperformato l’indice MSCI Emerging

BCG evidenzia che «Gli impatti del cambiamento climatico sull’uomo, sulla biodiversità e sugli ecosistemi sono rilevanti per le aziende di ogni settore, poiché questi hanno conseguenze dirette anche sulla loro attività economica. Continuare a ignorare gli effetti distruttivi dell’inquinamento sul mondo naturale e sulle sue risorse, significherà per le imprese prepararsi ad affrontare conseguenze catastrofiche nel lungo termine».

Secondo Pietro Romanin, managing Director e Partner di BCG, «Le aziende sono sempre più consapevoli dell’impatto della propria azione sul clima. Tuttavia, se l’80% delle realtà tra le Fortune Global 500 ha delineato degli obiettivi per mitigare la propria impronta climatica, solo 1 su 20 ha fatto altrettanto per contrastare la perdita di biodiversità. E la situazione delle aziende Italiane è del tutto paragonabile a questa». –

Dal rapporto emerge che  «Un sistema energetico alimentato da fonti rinnovabili sarà da 2 a 16 volte migliore per la natura e le persone. Questa trasformazione avrà un impatto positivo su una serie di risorse chiave, tra cui la qualità dell’aria e dell’acqua, la salute umana, la biodiversità e gli ecosistemi. La riduzione nella frequenza e nell’intensità dei disastri causati dal clima permetterà di risparmiare 2.000 miliardi di dollari all’anno di danni alle infrastrutture. In un futuro alimentato da fonti rinnovabili la domanda di risorse minerali aumenterà, ma diminuirà la quantità di terra impattata dall’estrazione mineraria dovuta all’uso di combustibili fossili. Continuando a usare combustibili fossili, inoltre, avremo gravi conseguenze sulla quantità di terra persa a causa di inondazioni, desertificazione e incendi. Passare rapidamente a sistemi alimentati da energie rinnovabili permetterà di creare il doppio di posti di lavoro».