Colpo di mano in Regione Abruzzo cancella la riserva costiera del Borsacchio

Ma il Consiglio di Stato blocca un cementificio nell’area di rispetto della Riserva Naturale Regionale Punta Aderci

[2 Gennaio 2024]

Il primo gennaio il Wwf Abruzzo ha organizzato un sit-in nella Riserva regionale del Borsacchio e denuncia che «Sono 5 i consiglieri regionali che hanno presentato un emendamento alla Legge regionale di Bilancio che ha ridotto l’unica riserva regionale costiera della provincia di Teramo da oltre 1000 ettari a 24 ettari!». Infatti i consiglieri regionali Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo (Forza Italia), Simona Cardinali e Federica Rompicapo (Lega) e Emiliano Di Matteo (Fratelli d’Italia), alle 2.30 di notte del 29 dicembre hanno presentato e fatto votare un emendamento alla legge regionale di bilancio che ha praticamente cancellato una delle tre riserve naturali regionali della provincia di Teramo, che si estende nel Comune di Roseto degli Abruzzi (TE). Il Wwf Abruzzo accusa: «Senza nessun confronto pubblico, ma neppure una semplice discussione in aula, inserendo un emendamento in un provvedimento di tutt’altra natura, la maggioranza regionale di centrodestra ha tagliato un’area naturale protetta. La Riserva è stata talmente ridotta che tanto valeva eliminarla totalmente. Peraltro ora si dovrà ripartire per l’ennesima volta nella realizzazione del Piano di Assetto Naturalistico che, dopo essere stato adottato, era nella fase delle osservazioni e che ora dovrà essere totalmente rivisto considerato che la Riserva passa da 1000 a poco più di 20 ettari. Nel 2023 si dovrebbero istituire nuove aree protette e invece nell’Abruzzo di Marsilio vengono tagliate. La miopia amministrativa di questa maggioranza è senza limiti: è evidente l’incapacità di immaginare il futuro della nostra regione che vada oltre un misero tornaconto elettorale. Ma questa volta hanno veramente esagerato: i consiglieri regionali che hanno votato questa vergogna dovranno essere giudicati tra pochi mesi».

Al sit-in del Wwf è stato ribadito che «Noi vogliamo che la Regione blocchi subito questa vergogna, ripristini il perimetro della riserva e approvi finalmente il Piano di Assetto Naturalistico».

Sconcerto è incredulità anche tra le fila di Legambiente Abruzzo che dice che la nuova perimetrazione frutto dell’emendamento presentato e approvato dal destra-centro «Di fatto, rappresenterebbe un’eliminazione dell’area protetta e un azzeramento delle sue funzioni di conservazione e indirizzo di sviluppo sostenibile del territorio.  Stante l’imprescindibile necessità di verificare quanto appreso, restano sconcerto e incredulità per quanto potrebbe essere stato fatto, ed il condizionale è non solo d’obbligo ma anche di auspicio, tanto nella sostanza quanto nella forma. Un atto di questo tipo, che di per sé vanificherebbe non solo il lavoro fatto in questi anni sul territorio ma anche la possibilità di una futura azione coordinata di tutela della biodiversità e sviluppo territoriale, in ogni caso non può essere presentato e votato con queste modalità, sottraendosi ad un iter legislativo predeterminato. Proprio pochi giorni fa come associazione, con il Bilancio dell’Osservatorio Città Cima di Legambiente, abbiamo evidenziato come il 2023 sia stato un anno da bollino rosso per il clima e come sia necessario lavorare a tutti i livelli, dal nazionale al locale, sull’elaborazione di piani e strategie di adattamento alla crisi climatica: atti come questo, se confermato, vanno esattamente nella direzione opposta, rinunciando al doveroso compito istituzionale di supportare le comunità in una transizione ecologica giusta e condivisa».

Ma Legambiente e Wwf Abruzzo hanno chiuso l’anno con una vittoria: il Consiglio di Stato ha bloccato il Progetto della ESCAL srl, l’impianto di produzione di leganti idraulici e cemento da realizzare a Vasto nell’area di rispetto della Riserva Naturale Regionale “Punta Aderci”, accogliendo gli appelli da loro proposti contro le sentenze del TAR Pescara (n. 2/2023 e n. 3/2023), che avevano aperto la strada alla realizzazione dell’impianto della ESCAL, destinato alla produzione di leganti idraulici – cemento sfuso e insaccato, a Vasto nell’area di rispetto della Riserva Naturale Regionale “Punta Aderci”, superando i pareri negativi del Comitato di Gestione della Riserva e del Commissario ad acta, espressi nell’ambito della procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA).  Il Consiglio di Stato ha evidenziato che «E’ facoltà del privato interessato scegliere se ripresentare l’istanza con le modifiche ritenute opportune, ovvero proporre il superamento del diniego attraverso soluzioni alternative».

L’avvocato Francesco Paolo Febbo,  che ha curato il ricorso e gli appelli per le associazioni ambientaliste, ricorda che «Il contenzioso ha avuto inizio già nel 2018, con l’impugnativa da parte di Legambiente e Wwf della VINCA favorevole al progetto emessa dal Comune di Vasto, Già allora il TAR Pescara, nell’accogliere il ricorso, con sentenza n. 203/2020, aveva decretato la necessità del parere favorevole del Comitato di Gestione».”

Una vicenda conclusasi dopo diversi anni e finalmente il Consiglio di Stato ha pronunciato una parola definitiva sulla tutela assoluta ai siti d’interesse ambientale, di prevalenza rispetto agli interessi meramente utilitaristici degli operatori economici.

Le due associazioni concludono: «Legambiente e Wwf  Abruzzo, che hanno sempre seguito l’iter dei pareri e dei ricorsi, non possono che essere soddisfatti della conclusione emersa dalle sentenze, ma d’altra parte ritengono davvero assurdo come ancora oggi si debba dover risolvere in sede giudiziaria l’indirizzo di un territorio. La costa dei trabocchi è ormai una delle aree più ammirate e conosciute della nostra Regione e lo è per la sua bellezza paesaggistica e per la natura protetta non certo per impianti di produzione industriale che nulla hanno a che fare con la vocazione di quel territorio. Le Associazioni continueranno a essere presenti perché sia garantito il rispetto delle normative e dei corretti iter di approvazione dei progetti, ma anche per chiedere con forza l’avvio del Parco Nazionale della Costa teatina (che si ricorda è stato individuato nel 1997, istituito nel 2001 e perimetrato nel 2015 da un commissario ad acta, ma non ancora attivato), strumento quanto mai necessario per dare una programmazione e una concretezza alle visioni di gestione del quel territorio».