Caccia. Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf contro l’emendamento spara-cinghiali: «Si sta superando il limite»

L’emendamento Cenni-Rostellato in Commissione agricoltura della Camera

[9 Febbraio 2016]

Secondo Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf, un emendamento presentato dalle deputate  Susanna Cenni (PD) e Gessica Rostellato (eletta nel M5S e passata al PD) apre alla «Possibilità di cacciare i cinghiali anche nelle oasi di protezione e nelle foreste demaniali, vale a dire all’interno di territori oggi interdetti all’attività venatoria». L’emendamento recita:

«Dopo il comma 9 aggiungere il seguente: 9-bis. All’articolo 7 della legge 28 dicembre 2015, n. 221 dopo il comma 3, sono inseriti i seguenti: «3-bis. Le regioni provvedono alla raccolta dei dati relativi alle misure adottate per la prevenzione dei danni arrecati dai cinghiali all’agricoltura e dei dati statistici relativi agli abbattimenti eseguiti in regime di attività venatoria ordinaria e per finalità di controllo numerico dei cinghiali. I dati di cui al presente comma sono raccolti in apposite banche dati regionali, secondo protocolli nazionali predisposti dall’ISPRA e approvati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Gli organismi di gestione delle aree protette istituite ai sensi della legge 6 dicembre 1991, n. 394, forniscono alle regioni interessate i dati di cui al presente comma in relazione al territorio di propria competenza.  3-ter. Le regioni trasmettono al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con cadenza triennale, una relazione che illustra i risultati raggiunti dalle attività di contenimento dei danni non tollerabili causati dai cinghiali e il grado di raggiungimento degli obiettivi di compatibilità tra la presenza di cinghiali e le esigenze delle imprese agricole conseguenti all’attuazione della presente legge.  3-quater. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari forestali sono individuate le strutture e le procedure per la valutazione delle relazioni trasmesse dalle regioni ai sensi del comma 3-ter.  3-quinquies. Le regioni, qualora si registrino danni non tollerabili causati dai cinghiali, definiscono una pianificazione faunistico-venatoria in deroga ai piani regionali di cui ai commi 2 e 10 dell’articolo 10 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, individuando le zone specifiche, gli obiettivi qualitativi e quantitativi, le modalità e i tempi dell’attività volta al controllo numerico dei cinghiali, tenuto conto del prelievo attuato durante la stagione venatoria. 3-sexies. Anche in deroga agli articoli 10, comma 4, e 21, comma 1, lettera c), della legge 11 febbraio 1992, n. 157, la caccia al cinghiale può essere consentita nelle zone di cui al comma 3-quinquies del presente articolo, con specifico regolamento regionale che ne definisce tempi e modalità».

Secondo le 5 associazioni animaliste e ambientaliste  si tratta di «Un emendamento  al Collegato Agricoltura che va a modificare il testo del Collegato Ambientale, che, pur essendo entrato in vigore da pochi giorni, è già oggetto di un restyling filo-venatorio. Una proposta di deregulation che non solo non è necessaria, visto che già oggi l’articolo 19 della legge 157/92 prevede la possibilità di interventi di controllo, attuati e coordinati dal personale pubblico di vigilanza, eventualmente coadiuvato dai proprietari e dai conduttori dei fondi interessati, ma che potrebbe avere effetti devastanti a causa del suo principio ispiratore di forte deregolamentazione»

Le associazioni temono che, se approvato, l’emendamento Cenni-Rostllato, presentato alla Commissione agricoltura della Camera «Causerebbe un disturbo biologico devastante anche per le specie che non sono oggetto dell’intervento, permettendo l’attività venatoria in periodi biologici delicatissimi come ad esempio le fasi di riproduzione degli uccelli selvatici, peraltro fortemente protette dalla direttiva comunitaria. E che dire poi dei problemi che l’attività venatoria nelle oasi di protezione arrecherebbe alle persone, alla loro fruizione naturalistica se non alla loro stessa incolumità? In questo senso, si consideri che le oasi istituite ai sensi della legge 157/92 sono oggi anche luoghi ampiamente frequentati da visitatori, turisti, escursionisti, scolaresche, bambini, e in genere da un gran numero di persone che cercano tranquillità e contatto con la natura e che invece potrebbero ritrovarsi in piena battuta di caccia».

Secondo Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf, «La gravità della situazione è tale da spingere all’immediato ritiro dell’emendamento, ovvero ad un suo stop da parte delle persone di buon senso», per questo  hanno scritto una lettera urgente ai deputati della Commissione agricoltura, chiedendo di ripensarci e nella quale scrivono: «Riteniamo davvero irresponsabile il contenuto degli ultimi due commi dell’emendamento n. 1.17 in merito alla previsione di diverse e ulteriori deroghe per attività di controllo ed abbattimento dei cinghiali all’interno delle zone di divieto venatorio istituite dagli enti territoriali, tanto più in assenza degli agenti venatori pubblici degli enti preposti o delegati. I presentatori ritirino l’emendamento o la Commissione lo bocci. Abbiamo ben presenti le pressioni e gli interessi tutti privati delle lobby venatorie, ma così si sta superando il limite».