In Molise 34 lupi morti, 4 uccisi da bracconieri. La principale causa di morte sono gli investimenti

Anche Le Iene (le) sparano sul lupo e Legambiente denuncia il bracconiere intervistato

L’uccisione del lupo è un reato penale: lo stato non può tollerare che qualcuno se ne vanti

[23 Febbraio 2016]

Legambiente Emilia Romagna ha depositato alla Procura della Repubblica di Parma un esposto di denuncia riguardante l’intervista mandata in onda il 16 febbraio da Le Iene su Italia1.

Il Cigno Verde spiega che l’esposto, curato dall’avvocato Enrica Gianola Bazzini, del Centro di azione giuridica di Legambiente, «fa riferimento a reati quali uccisione e maltrattamento di animali, nello specifico di una specie che nella normativa ha lo status di animale particolarmente protetto. Nel corso del servizio delle Iene infatti, è comparsa un’intervista ad un bracconiere, il quale ha dettagliatamente descritto le presunte strategie di bracconaggio adottate per eliminare i lupi, vantandosi di averne uccisi (ma in alcuni passaggi parla al plurale “ne abbiamo uccisi”) almeno una quindicina; un numero che, se vero, costituirebbe una quota significativa della popolazione lupina stimata presente nell’intera provincia di Parma».

L’esposto è stato trasmesso anche al Corpo Forestale dello Stato e gli ambientalisti sottolineano che «La gravità dei contenuti dell’intervista mostra una molteplicità di aspetti. Da una parte c’è il rilievo di reato penale dell’uccisione del lupo, che è protetto da varie norme sia nazionali che comunitarie, nonché delle modalità particolarmente cruente autodenunciate nell’intervista. Dall’altra il clima di pericolo alimentato dalla trasmissione nel suo complesso, ed una velata giustificazione all’attività di bracconaggio. Infatti sono state raccolte varie testimonianze di persone che hanno affermato di volersi fare “giustizia da sé”, laddove le autorità preposte non prenderanno provvedimenti».

Sulla questione dell’evidente disinformazione fatta propria da Le Iene interviene anche il Cigno Verde di un’altra regione: «Nell’ultimo periodo di bufale sulla “questione lupo” se ne sono sentite tante, forse anche troppe – dicono a Legambiente Molise – E anche la trasmissione de “Le Iene”, andata in onda la sera del 16 febbraio, questa volta le ha sparate grosse. Il quadro che è emerso dal servizio andato in onda è quello di un lupo famelico che aggredisce animali domestici e costituisce un pericolo anche per l’uomo. È chiaro che è stato un servizio del tutto sbilanciato contro il lupo, senza nessun supporto di dati scientifici, che ha generato un allarme ingiustificato. Il fatto più grave però sta nelle dichiarazioni di un presunto bracconiere che ammette di aver ucciso illegalmente 15 lupi e su cui chiediamo che gli inquirenti facciano piena luce su queste assurde dichiarazioni».

Secondo il Cigno Verde molisano, «Come il più delle volte accade, le informazioni che saltano fuori dagli organi di stampa e dai mass media sono spesso distorte e amplificate, condite da leggende metropolitane e alimentate da una parte del retrivo mondo venatorio che non fanno altro che accentuare ataviche paure nell’opinione pubblica. Ora più che mai, in vista dell’approvazione del nuovo piano di conservazione e gestione del lupo, abbiamo bisogno di fare una buona informazione che lasci spazio agli approfondimenti e alla serietà, restituendo al pubblico una realtà veritiera anche se complessa».

Il timore degli ambientalisti è la possibilità che sta vagliando il ministero dell’ambiente di concedere deroghe per l’abbattimento di una sessantina di lupi “problematici” per attenuare i conflitti con la zootecnia. Secondo gli esponenti di Legambiente, «Con questa scelta, sebbene dichiarata come estrema ratio, si mettono in dubbio anni di buone pratiche e di impegno sul tema della prevenzione del conflitto, di cui le aree protette sono state esempio a livello europeo, di condivisione con i portatori di interesse come gli allevatori, e nel contrasto concreto al bracconaggio. Da non dimenticare che nel nostro Paese esiste, nei fatti, una “autolimitazione al prelievo” del lupo” già garantita dal bracconaggio che rappresentata la causa principale di rischio a cui è sottoposto il lupo, insieme all’ibridazione con i cani vaganti».

Se il bracconiere parmense intervistato da Le Iene ha fatto scalpore, anche nel piccolo Molise non mancano casi di bracconaggio di lupi: da uno studio in provincia di Campobasso è emerso che «su 34 carcasse rinvenute, 4 individui risultano uccisi con arma da fuoco e dall’uso di laccio, anche se la causa di morte più frequente appare la collisione con le autovetture. Per quanto concerne invece i conflitti con la zootecnia, al momento non ci sono dati e informazioni sufficienti sul fenomeno degli attacchi da parte del lupo. Il fenomeno però può assumere un importante carattere locale se le modalità di gestione degli animali non contemplano la presenza del predatore. Infatti la principale criticità si verifica quando il bestiame è lasciato in assenza o con scarse misure di custodia (basse recinzioni, assenza di cani da guardia)».

Legambiente Molise sottolinea ancora una volta che «Quello che è necessario ed indispensabile per la conservazione e una migliore gestione della specie è migliorare innanzitutto la conoscenza sulla sua distribuzione in maniera omogenea e standardizzata in tutto il territorio nazionale attraverso piani programmati e scientificamente validi. Attualmente in Molise non esiste un’autorità o piattaforma regionale che si occupi del fenomeno, non esistono azioni di tutela o programma di monitoraggio della specie, i pochi dati a disposizione fanno riferimento a studi del PNALM (Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, ndr) e studi parzialmente pubblicati della provincia di Campobasso e della Valle del Fortore.

Ma la trasmissione de Le Iene e decine di articoli che circolano in questi giorni sulla stampa locale e nazionale, prontamente rilanciati sui social network, dimostrano che bisogna  altre bisogna anche migliorare la comunicazione scientifica e istituzionale sul lupo, «sfatando luoghi comuni e falsità sulla specie  – dice il Cigno Verde del Molise – allontanandosi da uno pseudo-giornalismo che alimenta paure infondate, promuovere la coesistenza con le attività umane con metodi ampiamenti sperimentati. Nonché migliorare la gestione degli indennizzi dei danni e ridurre il randagismo/vagantismo canino che provoca danni sia alla zootecnia che al lupo stesso per la perdita di identità genetica».

Legambiente Emilia Romagna conclude: «Ricordiamo che la convivenza tra uomo e lupo è possibile, anche per le attività più esposte come la pastorizia allo stato brado e semibrado. Esistono infatti accorgimenti e pratiche applicate da differenti Enti parco in diverse aree dell’Appennino che dimostrano come la coesistenza possa essere assolutamente gestita e si possano ridurre significativamente i danni alla zootecnia, senza giungere ad alcuno dei toni di paura o allarmismo lanciati in modo voluto sulla stampa».