Anche i fotografi italiani si schierano in difesa del Centro ricerca e documentazione del Padule

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Alessandro Magrini al presidente Enrico Rossi

[26 Gennaio 2016]

Mi chiamo Alessandro Magrini e sono presidente dell’Afni (Associazione fotografi naturalisti italiani), un’associazione di volontariato e di promozione sociale che raggruppa la maggioranza dei più noti fotografi e documentaristi della natura d’Italia, professionisti e non, molti dei quali famosi e stimati in tutto il mondo.

Apprendo dai giornali che il Centro di ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio rischia la chiusura, per motivi che non mi sono molto chiari, come non lo sono per molti altri cittadini.

Ho avuto la possibilità e la fortuna di conoscere ed apprezzare fin dagli inizi le belle iniziative del Centro, prima come cittadino appassionato di natura, poi come insegnante, successivamente come guida ambientale escursionistica ed infine come presidente dell’Afni.

Posso dare ampia testimonianza degli importantissimi risultati conseguiti dal Centro e dai suoi operatori nel campo dell’educazione ambientale, della sensibilizzazione e della divulgazione, della ricerca e della conservazione, con l’impulso decisivo dato alla costituzione della piccola Riserva del Padule ed alla sua corretta gestione.

Se oggi nell’area umida si possono osservare molti più uccelli (come numero e come specie) rispetto a venti anni fa, se nei territori circostanti sopravvivono ancora antichissime tradizioni artigianali, come quella della lavorazione delle erbe palustri, se nella popolazione delle città e dei paesi che circondano il Padule è aumentata la consapevolezza del grande patrimonio naturale che il Padule rappresenta e della necessità di preservarlo per le generazioni future, ciò è certamente dovuto anche a chi ha guidato e sostenuto il Centro Rdp nel corso degli anni ed al lavoro appassionato, competente, intelligente dei suoi operatori, Enrico Zarri ed Alessio Bartolini.

La sezione Toscana dell’associazione che rappresento, in particolare, ha collaborato in sinergia con il Centro in numerosi progetti fino dagli anni novanta, contribuendo tra l’altro alla pubblicazione del libro “Gli ultimi rifugi”, con l’aiuto delle province interessate e della Regione, realizzando corsi di fotografia naturalistica aperti a tutti, allestendo mostre come quella effettuata in occasione dell’inaugurazione del nuovo Centro visite della Riserva Naturale.

Ora si legge che alcuni amministratori chiedono senza mezzi termini di porre fine all’esperienza di questa straordinaria Associazione onlus. Ad avanzare questa richiesta sembrano essere soprattutto alcuni sindaci di comuni fuoriusciti dalla stessa. La pochezza delle argomentazioni da essi utilizzate contribuisce a creare nell’opinione pubblica confusione e dubbi sui veri motivi che alimentano questa volontà di smantellare una struttura che a detta di tantissime persone ha ben operato. Molti pensano che le ragioni siano altre, da ricercare nei mali della politica e nei dissidi tra i partiti o interni ad essi.

Il sottoscritto e l’Associazione da me rappresentata vedono in lei, signor Presidente, la figura super partes ideale per giudicare se sia una decisione illuminata ed utile troncare un’esperienza  radicata sul territorio da tanti anni e così apprezzata, per ciò che ha fatto, da moltissime persone e gruppi, e fanno appello alla sua saggezza e lungimiranza affinché il Centro Rdp possa continuare a svolgere le sue benemerite attività, nelle stesse strutture e con il medesimo qualificato personale, non solo nell’interesse dei cittadini e del territorio in cui opera, ma di tutti gli italiani che hanno a cuore la salvaguardia del nostro patrimonio naturale e culturale.

di Alessandro Magrini, presidente dell’Associazione fotografi naturalisti italiani (Afni)