Alla scoperta del popolo cofàn, i guardiani della foresta che aprono al turismo sostenibile

Il giornalista Gianmarco Sicuro nella regione amazzonica del Putumayo, dove Cospe sostiene gli indigeni nella loro lotta a difesa della natura e della propria cultura

[31 Ottobre 2023]

Un viaggio dal Messico all’Argentina raccontato attraverso gli occhi e le storie di chi ci vive. “Diario latino: un viaggio lungo la ruta panamericana” è il titolo del nuovo podcast scritto da Gianmarco Sicuro e disponibile su RaiPlay Sound a partire dal 25 ottobre.

Il giornalista parte all’avventura realizzando un reportage da luoghi difficilmente raggiungibili per gran parte di noi, ma senza dimenticare l’attenzione a tematiche sociali e alla conoscenza di usi e costumi a rischio estinzione.

In particolare, la seconda puntata del podcast s’intitola “Gli ultimi guardiani della foresta”. Protagonista è il popolo cofàn, comunità di sopravvissuti, gente orgogliosa e fiera, custode del nostro bene più prezioso: la natura. Ci troviamo nella regione più meridionale della Colombia, il Putumayo. Per raggiungere il villaggio indigeno di Villanueva è necessaria un’imbarcazione con cui risalire il fiume Guamúez. Qui Cospe lavora con il progetto Liderazgo juvenil, che sostiene le comunità cofàn nella difesa dei loro territori.

«Amo tutto di questo luogo: l’acqua, gli alberi, le montagne. La bellezza della terra mi rende felice». Sono le parole del tata Idelfonso, il più saggio e anziano della comunità. È un medico tradizionale: conosce il potere antico delle erbe curative con cui guarisce disturbi e malattie. Grazie alla speciale guida di Idelfonso attraverseremo e conosceremo la sacra foresta amazzonica colombiana.

«Sono nato qui e intendo rimanerci per il resto della mia vita: questa è la mia terra e qui ho le mie radici», continua il tata.

La comunità cofàn conta circa 1200 persone distribuite su 500 km² di selva amazzonica, tra Colombia ed Ecuador: frontiera che perde ormai significato nella storia ancestrale e millenaria di questa gente, popoli distanti ma legati dalla stessa missione divina: conservare e tramandare un ecosistema complesso e meraviglioso, il luogo in cui vivono gli spiriti tutelari difesi ogni giorno dalla deforestazione e dall’inquinamento provocati dall’uomo bianco.

Il tema della discriminazione subito da queste popolazioni risuona doloroso in tutta l’Amazzonia. «La nostra cultura oggi è minacciata», afferma Christian Chapal, governatore della comunità. La regione del Putumayo è al centro di giganteschi interessi illeciti: gruppi criminali scavano le montagne e distruggono le foreste per far posto a coltivazioni e miniere illegali che avvelenano i fiumi e intossicano l’ambiente: «La nostra missione è tentare di recuperare pezzi di cultura indigena cancellati da secoli di colonizzazione forzata e preservare la natura per le generazioni future».

Durante questa esperienza immersiva nella natura e nella cultura indigena, Gianmarco Sicuro incontra il responsabile di un progetto di sviluppo alternativo, pensato e realizzato con Cospe. «L’idea è nata da una necessità: garantire un’alternativa economica di sviluppo alle coltivazioni illegali – spiega il responsabile – Apprezzo molto che Cospe non abbia imposto un’idea dall’alto ma appoggi la nostra proposta».

Da anni Cospe sostiene la comunità cofàn affinché possa migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro e la propria resilienza ai cambiamenti climatici, in un contesto di sostegno al processo di pace e alla salvaguardia della biodiversità amazzonica.

«Sarebbe grandioso – aggiunge Idelfonso – se tutti i popoli del mondo unissero le forze, come se fossimo una sola nazione, per uno sviluppo finalmente responsabile del pianeta».

Il popolo cofàn di Villanueva ha deciso di aprire il proprio villaggio ai viaggiatori stranieri. «Ma niente turismo di massa! Semmai turismo cofàn: responsabile, ecosostenibile e basato sulla nostra cultura», sostiene il governatore Chapal. Cascate, fauna straordinaria e unica, gastronomia e artigianato, ma i turisti saranno (giustamente) vincolati ai riti della comunità.

L’accoglienza dei cofàn è calorosa e Gianmarco Sicuro descrive quasi come una cerimonia il momento del pasto comune. D’altronde, ci spiega, in questo luogo l’ospite è sacro. La tavola è affollata e il giornalista ha modo di raccogliere altre testimonianze. Adalina, giovane membra della comunità, si racconta: «Perché non dovrei essere orgogliosa della mia discendenza? Sono indigena e ne vado fiera», afferma emozionata.

di Cospe per greenreport.it