Abbattimento dell’orso M90: duro attacco degli animalisti a presidente della Provincia di Trento e Ispra

Wwf: “abbattimenti lampo” per impedire che le associazioni facciano ricorso?

[7 Febbraio 2024]

Dopo la rapida esecuzione dell’orso M90, avvenuta a poche ore dalla firma del decreto di abbattimento apposta  presidente leghista della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, fioccano le polemiche e anche il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sembra prendere le distanze: «La soppressione non può essere l’unica alternativa. Se quanto fino ad oggi messo in campo con la provincia di Trento non è stato sufficiente, l’impegno – da parte di tutti – deve essere quello di moltiplicare gli sforzi per individuare ogni soluzione possibile a garantire una convivenza pacifica nei territori.Ho nuovamente mobilitato tutte le strutture che fanno capo al Ministero per definire una strategia tempestiva in cui, lo ripeto, l’abbattimento debba essere davvero la soluzione estrema».

Ma gli attivisti della campagna StopCasteller accusano pesantemente non solo la Provincia, ma anche l’ISPRA colpevole di aver applicato norme che possono piacere o meno n ma esistenti: «Vigliaccamente e in totale spregio della Direttiva Habitat la Provincia si è affrettata a uccidere Sonny prima che le associazioni potessero fare ricorso. Fugatti mira allo sterminio di tutti gli orsi in Trentino che già rischiano l’estinzione a causa dell’isolamento genetico e del bracconaggio in crescita vertiginosa. Riteniamo la Provincia il vero mandante di queste morti illegali. A tutti quelli che pensano che quello che sta succedendo in Trentino sia un’anomalia locale, ricordiamo che la responsabilità sta anche nelle istituzioni nazionali:  sono sporche di sangue le mani di Piero Genovesi di Ispra, che venerdì aveva dato il proprio benestare all’uccisione dell’orso Sonny-M90».

L’uccisione di M90 ha reso incandescente la preparazione del corteo di sabato prossimo organizzato da StopCasteller «Contro la gestione sanguinosa della giunta Trentina e contro disegno di legge “ammazza-orsi” già approvato dalla giunta Fugatti il 19 gennaio scorso, che prevede l’uccisione di 4 cuccioli e 4 orsi adulti l’anno». Alla manifestazione hanno aderito ufficialmente  Lav, Lac, LNDC Animal Protection, Animal Liberaction, Ribellione Animale e Bearsandothers e importanti nomi del giornalismo e dello spettacolo.

Il Wwf si chiede se con l’uccisione di M90 la Provincia Autonoma di Trento «Abbia lanciato gli “abbattimenti lampo” per impedire alle associazioni ambientaliste di proporre ricorsi e ai giudici (che nella maggior parte dei casi in passato hanno censurato le scelte della PAT) di esprimersi nel merito di questi provvedimenti. Non si è data la possibilità al giudice di valutare la legittimità dell’azione della Provincia procedendo all’abbattimento a poche ore dall’atto autorizzativo».

Per l’associazione ambientalista «Questa triste vicenda conferma l’assenza di una politica realmente finalizzata alla sicurezza dei cittadini e alla conservazione dell’orso sulle Alpi. La triste vicenda di M90 sottolinea, per l’ennesima volta, come la gestione dell’orso in Trentino risponda troppo spesso a logiche non improntate alla reale sicurezza di comunità locali e turisti. Rimuovere uno, due o otto orsi non è una soluzione per la convivenza e non permette la risoluzione delle problematiche gestionali e comunicative, totale responsabilità della Provincia, che hanno portato oggi ad un inasprimento del conflitto e dell’allarmismo sociale nelle vallate trentine».

Il Panda è convinto che «E’ doveroso, in primis proprio per il rispetto e la sicurezza dei cittadini, cambiare prospettiva e avviare politiche nuove e risolutive, che mettano al centro la necessità di garantire la sicurezza delle persone e di permettere una presenza stabile dell’orso sulle Alpi. È grave e inaccettabile che la PAT continui la sua politica di abbattimenti senza investire adeguate risorse nella prevenzione del conflitto (ancora oggi in Val di Sole deve essere completata la distribuzione sul territorio di cassonetti anti-orso), nella conoscenza (sono più le ordinanze di abbattimento che gli incontri pubblici sul tema organizzati dalla Provincia) e nel sostenere proposte che possano davvero migliorare la coesistenza uomo-orso (per questo il Wwf e altre associazioni spingono da anni per rendere legale l’utilizzo del bear spray, che ridurrebbe drasticamente il rischio di attacchi nel caso di incontri ravvicinati). Rimuovere un orso ritenuto pericoloso è una misura gestionale applicabile solo su basi scientifiche e come estremo rimedio in casi limite, accettabile solo quando si investe tempo, risorse ed energie nel prevenire l’insorgenza di questo fenomeno e nel creare conoscenza e consapevolezza nelle persone che vivono e/o frequentano i territori abitati dall’orso. Tutti aspetti che la Provincia di Trento continua colpevolmente a ignorare, nascondendo il suo fallimento dietro la politica degli abbattimenti».

Il presidente di LEAL. Gian Marco Prampolini. ha annunciato che «LEAL sta depositando un esposto per l’uccisione di questo esemplare di soli due anni e mezzo ucciso peraltro tramite sparo, comportando sofferenza all’animale, e non tramite eutanasia. Per le altre nostre iniziative legali rimaniamo in attesa di una risposta alla precedente richiesta di accesso agli atti per l’episodio di inseguimento del 28 gennaio. LEAL accusa Fugatti e la sua Giunta di avere dato seguito alla condanna a morte in modo sommario e crudele».

Anche Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection, annuncia denunce: «Quello che sta avvenendo in Trentino ormai da troppo tempo è davvero vergognoso e inaccettabile. La cosa grave è che lo sceriffo Fugatti si sente legittimato e può continuare a uccidere indisturbato perché dalla sua parte ha l’appoggio, più o meno esplicito, di un Governo nazionale compiacente e nemico degli animali. Da anni ormai combattiamo contro queste ordinanze e decreti della PAT e nella maggior parte dei casi TAR e Consiglio di Stato ci danno ragione, eppure non c’è nessun segnale di cambiamento nella politica di questa amministrazione e di questo Governo. Anzi, dal Governo nazionale arrivano continuamente bordate contro la fauna selvatica da più parti, con tentativi di modificare la legge sulla caccia dando ancora più libertà e potere ai cacciatori. Sonny è stato ucciso perché è entrato alcune volte nei centri abitati, cosa che per esempio in Abruzzo succede continuamente, e un paio di volte avrebbe seguito delle persone senza però mettere in atto alcun tipo di attacco. Per questo è stato giudicato “problematico” e per questo è stato ucciso a tempo record. Il paradosso è che, nel decreto, viene sostenuto che la telenarcosi non è una soluzione praticabile perché bisognerebbe stare a una distanza di massimo 15 metri dall’animale, mentre i racconti degli “inseguimenti” dicono che Sonny si sarebbe mantenuto a una distanza di circa 10 metri dalle persone senza attaccare.  Se Sonny è rimasto a una distanza di 10 metri dalle persone senza mostrarsi realmente pericoloso, la logica farebbe pensare che sparargli un narcotico da 15 metri non avrebbe costituito un pericolo per gli operatori. Ma è chiaro che la logica non è ciò che muove la politica di Fugatti, ma solo la sete di sangue. I ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato non bastano più. È arrivato il momento di denunciare Maurizio Fugatti per uccisione di animali ed è esattamente quello che abbiamo intenzione di fare. E’ ora di dire basta».