66 milioni di anni fa il mare era dominato da terrificanti lucertole giganti

Gli oceani sono cambiati radicalmente dall’era dei dinosauri: erano pieni di grandi predatori di molte specie diverse

[8 Marzo 2024]

Lo studio “A bizarre new plioplatecarpine mosasaurid from the Maastrichtian of Morocco”, pubblicato recentemente su Cretaceous Research da un team internazionale di ricercatori, racconta la scoperta di una strana nuova specie di lucertola marina, che è stata chiamata Khinjaria acuta, con denti a forma di pugnale, che visse verso la fine dell’era dei dinosauri.

Il team di paleontologi illustra «Un ecosistema oceanico radicalmente diverso da quello che vediamo oggi, con numerosi predatori giganti che mangiano grandi prede, a differenza degli ecosistemi moderni in cui dominano pochi predatori all’apice, come i grandi squali bianchi, le orche e le foche leopardo».

La Khinjaria acuta era lunga 7-8 metri, più o meno quanto un’orca, e faceva parte della famiglia dei Mosasauridae, o mosasauri, che non erano dinosauri, ma gigantesche lucertole marine, parenti degli odierni draghi di Komodo e degli anaconda, che dominavano gli oceani 66 milioni di anni fa, mentre a terra vivevano tirannosauri triceratopi.

Lo studio, che ha coinvolto ricercatori dell’University of Bath, del Musée de Marrakech, del Museum National d’ Histoire Naturelle di Parigi (NMNH), della Southern Methodist University – Texas e dell’Euskal Herriko Unibertsitatea di Bilbao, si basa su un cranio e parti dello scheletro raccolti in una miniera di fosfati a sud-est di Casablanca e i paleontologi spiegano che «Khinjaria aveva mascelle potenti e lunghi denti simili a pugnali per afferrare la preda, conferendole un aspetto da incubo. Faceva parte di una fauna di predatori straordinariamente diversificata che abitava l’Oceano Atlantico al largo delle coste del Marocco, poco prima che i dinosauri si estinguessero».

Il principale autore dello studio, il britannico Nicholas Longrich del Department of biology and biochemistry e del Milner Center for Evolution dell’università di Bath, evidenzia che «Ciò che è notevole qui è l’assoluta diversità dei principali predatori. “Abbiamo diverse specie che diventano più grandi di un grande squalo bianco e sono i predatori all’apice, ma hanno tutte denti diversi, suggerendo che cacciano in modi diversi. Alcuni mosasauri avevano denti per perforare la preda, altri per tagliare, strappare o schiacciare. Ora abbiamo Khinjaria, con un muso corto pieno di enormi denti a forma di pugnale. Questa è una delle faune marine più diversificate mai viste ovunque, in qualsiasi momento della storia, ed esisteva poco prima che i rettili marini e i dinosauri si estinguessero».

Un’altra autrice dello studio, Nathalie Bardet, del Centre de Recherche en Paléontologie de Paris del NMNH, ha ricordato che «I fosfati del Marocco si depositarono in un mare epicontinentale poco profondo e caldo, in un sistema di upwellings; queste zone sono causate da correnti di acque profonde, fredde e ricche di sostanze nutritive che salgono verso la superficie, fornendo cibo a un gran numero di creature marine e, di conseguenza, sostenendo molti predatori. Questa è probabilmente una delle spiegazioni per questa straordinaria paleobiodiversità osservata in Marocco alla fine del Cretaceo».

Un Co-autore dello studio,  Nour-Eddine Jalil  dell’NMNH, conferma: «I fosfati del Marocco ci immergono nei mari del Cretaceo superiore durante gli ultimi tempi geologici dell’era dei dinosauri. Nessun giacimento ha restituito così tanti fossili e così tante specie di questo periodo. Dopo il “titano dei mari”, Thalassotitan, il mosasauro dai denti a sega Xenodens, il mosasauro dai denti a stella, Stelladens e molti altri, ora c’è Khinjaria , un nuovo mosasauro con denti a forma di pugnale. L’allungamento della parte posteriore del cranio che accoglie la muscolatura della mascella suggerisce una forza mordace terribile».

Questi terrificanti rettili marini del Marocco vivevano poco prima che un asteroide colpisse la penisola dello Yucatan in Messico. La polvere e le particelle fini sparate nell’alta atmosfera hanno bloccato la luce del sole per mesi, causando oscurità e raffreddamento, che hanno portato all’estinzione la maggior parte delle specie del pianeta. Sulla terraferma i dinosauri furono spazzati via e una manciata di specie sopravvissute di mammiferi, uccelli e lucertole si diversificarono per prendere il loro posto. Lo stesso accadde negli oceani dove i mosasauri, i plesiosauri e le tartarughe marine giganti scomparvero, insieme a intere famiglie di pesci. Questo aprì la strada alle balene e alle foche e apparvero pesci come il pesce spada e il tonno.

Tuttavia, l’ecosistema che si era evoluto dopo l’impatto dell’asteroide era diverso. Longrich conclude: «Sembra che ci sia stato un enorme cambiamento nella struttura dell’ecosistema negli ultimi 66 milioni di anni. “Questa incredibile diversità dei principali predatori nel tardo Cretaceo è insolita e non la vediamo nelle moderne comunità marine. Non si è trattato solo di sbarazzarci dei vecchi attori e di ricollocarne di nuovi negli stessi ruoli. La storia è cambiata radicalmente. Gli ecosistemi moderni hanno predatori come i misticeti e i delfini che mangiano piccole prede, e non molte cose che mangiano grandi prede. Il Cretaceo aveva un numero enorme di specie di rettili marini che catturavano grandi prede. Non sappiamo se ci sia stato qualcosa nei rettili marini che avesse reso diverso l’ecosistema, o le prede, o forse l’ambiente. Ma quello era un momento incredibilmente pericoloso per essere un pesce, una tartaruga marina o anche un rettile marino».

Longrich ha spiegato la ricerca in modo più dettagliato nel suo blog: Yet another terrifying predatory mosasaur from Morocco