Vertice Italia-Africa: i 5 pilastri d’azione della Fao per supportare uno sviluppo sostenibile in Africa

Qu Dongyu ha ringraziato l’Italia anche per i progetti congiunti di mitigazione e adattamento climatico

[2 Febbraio 2024]

Il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, è intervenuto al Vertice Italia-Africa: un ponte per la crescita comune, che si è tenuto il 28-29 gennaio al Senato a Roma e ha detto che «La transizione verso sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili in Africa può aumentare la produttività agricola media di due o tre volte e incentivare il rinnovamento e lo sviluppo rurale, ha dichiarato».

Nel suo discorso, Qu ha sottolineato che «I sistemi agroalimentari sono la spina dorsale dell’Africa e forniscono il 62% dei mezzi di sussistenza». Pur elogiando i numerosi punti di forza dell’Africa, come le abbondanti risorse naturali, la giovane popolazione attiva, le tradizioni e le conoscenze, il direttore generale della Fao ha fatto notare che «Circa il 20% della popolazione del continente è ancora sottonutrita», ma anche che «Con oltre 350 milioni di ettari di terreno coltivato – il doppio dell’Unione Europea – l’Africa ha il potenziale per produrre cibo sufficiente a sfamarsi e a contribuire alla sicurezza alimentare globale».

Per sfruttare appieno il potenziale dell’Africa, Qu ha delineato «Cinque pilastri fondamentali che possono fornire soluzioni innovative per una trasformazione efficiente dei sistemi agroalimentari, supportata da partenariati strategici: investimenti mirati; la creazione di posti di lavoro per i giovani e l’emancipazione delle donne; uno sforzo collettivo nell’affrontare le cause profonde della migrazione portando nuova speranza e nuove soluzioni; innovazione e sviluppo delle competenze, in particolare per i giovani e le donne; il miglioramento dell’accesso al mercato e al commercio».

Il direttore generale della Fao ha sottolineato che «Valorizzare in modo sostenibile il potenziale dell’enorme mercato alimentare interno africano potrebbe contribuire a realizzare la visione di un’area di libero scambio continentale africana, con un possibile aumento del 20-30% del commercio inter e intra-regionale di prodotti agricoli entro il 2040. Ciò rafforzerebbe anche la resilienza agli shock e agli stress, creerebbe posti di lavoro e opportunità di mercato e contribuirebbe ad affrontare gli impatti della crisi climatica»

Anche se di tutto questo c’è poca traccia nel nebuloso Piano Mattei che punta soprattutto sulle fonti fossili africane, Qu ha elogiato il governo italiano per aver convocato il vertice per promuovere un partenariato paritario con l’Africa e per aver garantito che la regione rimanga al centro delle discussioni durante la presidenza italiana del G7 e  ha ringraziato l’Italia «Per i generosi contributi volontari, che vedono l’Africa come uno dei partner principali, e per la nuova collaborazione sul progetto congiunto “Città verdi per l’Africa“, nell’ambito dell’Iniziativa Città verdi della FAO. Il progetto mira a sostenere azioni di mitigazione e adattamento in dieci città africane».