La disuguaglianza e l’ingiustizia nascoste dietro gli scaffali dei supermercati (VIDEO)

Il caso Italia: sottopagate il 75% delle lavoratrici nei campi, e 430 mila i lavoratori vittime di caporalato

[21 Giugno 2018]

Ogni giorno, nel mondo e in Italia, milioni di donne e di uomini lavorano per far arrivare il cibo sugli scaffali dei supermercati e sulle nostre tavole ma, come denuncia Oxfam,  nel suo rapporto  “Maturi per il cambiamento” «sono intrappolati nel circolo vizioso della povertà, vittime spesso di condizioni di lavoro disumane, a dispetto dei profitti multimiliardari generati dall’industria alimentare.

Per l’Ong, che analizzato le politiche di alcune tra le maggiori catene di supermercati in Europa e negli Stati Uniti, nella filiera del cibo gli squilibri e le condizioni di sfruttamento sono in  crescita: «I supermercati trattengono una quota crescente del prezzo pagato dai consumatori, in alcuni casi fino al 50%. La quota destinata a lavoratori e produttori è spesso pari a meno del 5%. Nel 2016 le prime otto catene di supermercati Usa quotate in borsa hanno incassato quasi 1.000 miliardi di dollari, generando 22 miliardi di profitti e restituendo 15 miliardi agli azionisti. Un’indagine tra i lavoratori e i piccoli agricoltori in 5 Paesi con livelli di reddito molto diversi come Italia, Sud Africa, Filippine, Tailandia e Pakistan, ha rivelato un minimo comun denominatore: condizioni di povertà tali da compromettere la possibilità di sfamare adeguatamente sé e la propria famiglia. In Sud Africa oltre il 90% delle lavoratrici delle aziende vitivinicole dichiara di non essere riuscita ad acquistare abbastanza cibo nel mese precedente. Secondo le testimonianze raccolte da Oxfam, tra i  piccoli agricoltori nella filiera della frutta sono molti quelli esposti a pesticidi tossici,  In Italia ci sono circa 430 mila i lavoratori irregolari in agricoltura e potenziali vittime di caporalato in Italia erano “impiegati” in quasi tutte le principali filiere stagionali di frutta e verdura in vendita nella grande distribuzione.

Il disagio maggiore ricade sulle donne: in Italia il 75% delle lavoratrici nei campi intervistate da Oxfam, afferma di essere sottopagata e di rinunciare a pasti regolari e nel  2015.

Oxfam è convinta che basterebbe un po’ di buona volontà per cambiare le cose: «Se la grande distribuzione organizzata riconoscesse un prezzo equo ai produttori senza gravare sui consumatori, in molti casi sarebbe sufficiente restituire l’1 o il 2% del prezzo al dettaglio – pochi centesimi – cambierebbe la vita di donne e uomini che producono il cibo che finisce nelle nostre tavole. Parliamo di cibo, ma la storia che raccontiamo si ripete in tutti i settori dell’economia globale, da quello tessile a quello elettronico.Crediamo sia giunto il momento di costruire un’economia più umana che compensi il lavoro, non la ricchezza.

Oxfam dedica all’Italia il  caso di studio “Sfruttati” che si occupa del fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori informali in agricoltura. «Ci trattano come bestie. Controllano quante volte andiamo al bagno e ci dicono di tornare subito al lavoro. Se ti rifiuti di lavorare la domenica minacciano di non chiamarti più . ha detto a Oxfam una lavoratrice italiana ce racconta le condizioni di sfruttamento del lavoro agricolo in Campania« e una donna rumena che lavora in Sicilia aggiunge: «Negli ultimi due anni è stato estremamente difficile trovare un’alternativa. È per questo che non posso permettermi di denunciare gli abusi». Un un bracciante agricolo originario del Mali, che lavora nelle campagne campane conferma: «Lavoriamo dalle 6.00 del mattino alle 6.00 della sera, tutti i giorni della settimana, per 25 euro al giorno. Possiamo fermarci solo 10 minuti per mangiare».

Mentre il neo-ministro degli interni del “Governo del cambiamento” dichiara finita la pacchia per i migranti, in realtà nel nostro Paese ci sono centinaia di migliaia di persone senza diritti, sfruttate da delinquenti italiani e stranieri che violano le leggi italiane che Salvini dovrebbe far rispettare. Oxfam spiega che per l’80% si tratta di  lavoratori stranieri e il 42% è composto da donne che a parità di tipologia di lavoro vengono sottopagate rispetto agli uomini.

Il rapporto segnala che tra le più gravi forme di sfruttamento e violazione dei diritti ci sono: orari di lavoro nei campi fino a 12 ore al giorno; lavoratori esposti a pesticidi tossici e a temperature altissime in estate e estremamente rigide in inverno; abusi e violenze sulle lavoratrici; paghe medie tra i 15 e 20 euro al giorno, ben al di sotto del minimo legale di 47 euro al giorno.

Oxfam sta approfondendo la questione dello sfruttamento anche nei supermercati del nostro Paese: «Un’indagine integrativa, sempre sulla base di dati pubblici, è in corso anche in Italia per i più grandi operatori italiani della GDO (Conad, Coop, Esselunga, Gruppo Selex, Eurospin). I risultati saranno pubblicati ad ottobre 2018».

Videogallery

  • L'ingiustizia dietro al nostro cibo