La siccità avanza anche in Toscana, nell’ultimo mese piogge in calo del 57%

Monni: «Ci auguriamo che la realtà sia migliore delle previsioni, tuttavia stiamo lavorando su più fronti per farci carico del problema»

[8 Marzo 2023]

A causa della crisi climatica in corso il 2022 è stato l’anno più caldo registrato in Toscana almeno dal 1800 e, secondo di dati del Servizio idrogeologico regionale (Sir) comunicati ieri, si è accompagnato a un deficit pluviometrico pari al -11% in media, ma con forti disparità locali.

La siccità infatti ha colpito soprattutto alcune aree, con particolare criticità nella toscana nord-occidentale, dove si registrano deficit medi compresi tra il -32% e il -37% nelle valli del Magra, del Serchio e nella zona Versilia-Apuane. E se questa è la realtà maturata nel 2022, l’anno in corso non si presenta certo più clemente.

I primi giorni del 2023 avevano fatto sperare in un ‘recupero’ grazie alle precipitazioni nevose e piovose, verificatesi soprattutto a gennaio, ma il mese di febbraio ha visto piogge scarse, inferiori alla media, su quasi tutto il territorio regionale, registrando un deficit pari a circa il -57%.

«Ci auguriamo che la realtà sia migliore delle previsioni – commenta l’assessore regionale all’Ambiente, Monia Monni – tuttavia stiamo lavorando su più fronti per farci carico del problema e tentare di prevenire le criticità. Già lo scorso anno, grazie al Dipartimento di emergenza nazionale, abbiamo realizzato interventi per 4 milioni di euro finalizzati alla lotta alla siccità, tra cui nuovi pozzi, interconnessioni, manutenzione e riempimento depositi; inoltre, in virtù della proroga dello stato di emergenza nazionale, abbiamo potuto presentare nuovi progetti, sui quali siamo già al lavoro con Autorità idrica toscana e con i gestori. A questo dovrebbe aggiungersi il nuovo invaso di San Pietro in Campo in Val d’ Orcia, con un potenziale da 50 mln di metri cubi di acqua».

Nel frattempo la crisi idrica continua però ad avanzare. Nel mese di febbraio le portate fluviali in Toscana evidenziano valori medi inferiori a quelli storici (< 25° percentile), con criticità accentuate lungo il Serchio, nel Valdarno inferiore e negli altri bacini costieri centro-settentrionali.

Al contempo, l’analisi di 68 falde acquifere presenti sul territorio regionale mostra un evidente abbassamento nell’area centro settentrionale del territorio toscano. Registrate nei bacini del Serchio, in Versilia e nella riviera Apuana e fino al Magra soggiacenze inferiori ai valori medi storici (< 25° percentile). Condizioni di criticità persistono lungo la fascia costiera livornese, tra il fiume Cecina e S.Vincenzo, dove ancora si registrano abbassamenti significativi in particolare nell’area di S.Vincenzo.