In Europa sono diminuiti gli scarichi industriali diretti in acqua, ma quelli fognari aumentano

Rapporto Eea: «I livelli attuali sono ancora una sfida per le acque europee»

[21 Marzo 2019]

Secondo il nuovo rapporto “Industrial waste water treatment – pressures on Europe’s environment” dell’European environment agency (Eea), negli ultimi anni gli scarichi diretti nei corpi idrici  da parte di grandi siti industriali europei sono diminuiti. Ma l’Eea avverte che «Tuttavia, l’inquinamento industriale trasferito attraverso i sistemi fognari agli impianti di trattamento delle acque reflue urbane (Urban waste water treatment plants  – Uwwtp) è leggermente aumentato, mettendo pressione sulle infrastrutture di trattamento delle acque reflue». Il rapporto evidenzia: «Sebbene la legislazione dell’Ue tenga traccia delle emissioni delle grandi industrie, l’entità delle emissioni di molti piccoli impianti rimane in gran parte sconosciuta a livello europeo».

Il rapporto Eea si basa sui dati riportati nell’European Pollutant Release and Transfer Register (E-PRTR) e della legislazione dell’UE in materia di acque e .analizza i dati recenti relativi agli scarichi industriali direttamente nei corpi idrici e nei sistemi fognari e successivamente nei depuratori, concentrandosi a sulle ultime informazioni risalenti al  2016, quando circa 3 600 impianti industriali hanno segnalato all’E-PRTR database almeno un rilascio di inquinanti diretti o indiretti nell’acqua. Ma questi dati riguardano solo impianti che superano determinate soglie.

L’E-PRTR è il registro europeo che fornisce dati ambientali essenziali e  facilmente accessibili riguardanti gli impianti industriali negli Stati membri dell’Unione europea e di Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Serbia e Svizzera. Il registro contiene dati registrati annualmente in oltre 30.000 strutture industriali che coprono 65 attività economiche in tutta Europa.

Il rapporto dimostra che «I settori industriali con attività su larga scala tendono ad avere una percentuale più elevata di scarichi diretti nell’acqua, il che richiederebbe un trattamento sul posto più intenso. Polpa e carta, ferro e acciaio, approvvigionamento energetico, metalli non ferrosi e industria chimica sono esempi di tali settori. I settori con impianti tipicamente più piccoli e/o con acque reflue meno inquinate, come il manufatturiero e la produzione  food and drink, tendono a riportare percentuali più elevate dei loro scarichi nel sistema fognario, spesso simili nel carico di sostanze inquinanti agli scarichi da fonti domestiche».

Le maggiori pressioni ambientali causate dagli scarichi diretti di inquinanti nei corpi idrici, valutate utilizzando un sistema di ponderazione dell’eco-tossicità, provengono da singole grandi impianti, o da gruppi di impianti più piccoli. di centrali elettriche termiche. forni a coke e impianti di produzione chimica.

Secondo il recente EEA assessment on the state of water in Europe, «Solo il 40% circa dei corpi idrici superficiali europei è in buono stato ecologico e il 38% dei corpi idrici superficiali ha un buono stato chimico». Tuttavia, sulla base delle valutazioni nazionali, nella maggior parte dei Paesi le grandi fonti industriali di inquinamento sono considerate solo una fonte relativamente piccola di inquinamento per i corpi idrici. L’Eea evidenzia che «I dati suggeriscono che le strutture industriali non regolamentate dalla legislazione dell’Ue, cioè i siti più piccoli, possono attualmente esercitare una maggiore pressione sulla qualità dell’acqua rispetto alle grandi installazioni coperte dalla legislazione».

Infine, il rapporto identifica anche altre importanti lacune nella conoscenza e fornisce una serie di raccomandazioni pensate per supportare i responsabili politici e migliorare i meccanismi di segnalazione esistenti da parte dei gestori degli impianti di depurazione  e dei Paesi europei.