Commercio equo e solidale, la Camera approva la legge. Soddisfatto il mondo del fairtrade (VIDEO)

Realacci: «Cura omeopatica per un mercato più a misura d’uomo e uno sviluppo sostenibile»

[4 Marzo 2016]

La Camera ha approvato con 286 voti favorevoli e solo 4 contrari la legge Realacci-Rubinato-Baretta-Da Villa “Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale”. Ora il provvedimento passa al Senato. Altromercato dice che «per tutta la rete del Commercio Equo e Solidale è un grande giorno!», infatti, dopo una  decina di leggi regionali, la prima delle quali venne approvata dalla Toscana nel 2005, 17 articoli definiscono e disciplinano il fair trade a livello nazionale.

Il documento redatto dal Servizio studi della Camera spiega che «Per commercio equo e solidale si intende un rapporto commerciale con un produttore in forza di un accordo di commercio equo e solidale basato sul dialogo, sulla trasparenza, sul rispetto e la solidarietà, che è finalizzato all’equità nelle relazioni commerciali.
Per accordo di commercio equo e solidale si intende un accordo di lunga durata stipulato con un produttore allo scopo di consentire, accompagnare e migliorare l’accesso al mercato di quest’ultimo, che preveda alcune specifiche caratteristiche, in particolare il pagamento di un prezzo equo, misure a carico del committente per il graduale miglioramento della qualità della produzione e in favore dello sviluppo della comunità locale, il progressivo miglioramento dei livelli di impatto ambientale della produzione, l’obbligo del produttore di garantire condizioni di lavoro sicure e di remunerare in maniera adeguata i lavoratori e di rispettare i diritti sindacali».

Alessandro Franceschini, presidente di Equo Garantito, l’associazione di categoria che raccoglie le organizzazioni di commercio equo e solidale italiane, è molto soddisfatto: «Il dibattito parlamentare costituisce innanzitutto un grande riconoscimento del lavoro fatto in questi anni dal movimento del commercio equo. “Intendo quella forma di economia che è grande strumento di cooperazione internazionale. C’è stato consenso unanime su questo. In secondo luogo, la legge ha dei contenuti importanti. Tre gli aspetti principali: il primo è la definizione precisa di ciò che è commercio equo e solidale, con l’accento sul ruolo delle organizzazioni che lo promuovono. Il secondo aspetto è la tutela: nei confronti del movimento, nel contrasto agli abusi, nel rispetto del consumatore. Il terzo aspetto è la promozione: la legge mette infatti a disposizione risorse ingenti – fino un milione di euro per il primo anno – per sostenere a tutti i livelli il fair trade. La legge è stata scritta in collaborazione con Equo Garantito e per questo ci sentiamo molto rappresentati. L’iter parlamentare è stato rispettoso delle prerogative, e il documento su cui si basa la legge è la Carta dei criteri, la nostra Costituzione. Infine c’è il riconoscimento della filiera integrale: chi fa commercio equo dev’essere un’organizzazione che lo fa in prevalenza, senza fine di lucro. Siamo molto soddisfatti: quando la legge sarà approvata definitivamente sarà uno strumento per fare in modo che il Commercio Equo e Solidale non sia più solo un’avanguardia ma sappia coinvolgere sempre più consumatori».

Proprio mentre la Camera votava la legge Fairtrade pubblicava la settima edizione del report annuale  “Monitoring the scope and the benefits of Fairtrade”, la fotografia più ampia e dettagliata finora a disposizione sull’impatto per i produttori agricoli del circuito del commercio equo certificato, relativa all’anno 2014. Il rapporto realizzato da Fairtrade International  parla  di «1,65 milioni di agricoltori, lavoratori e produttori parte del sistema (+ 9% di nuovi produttori rispetto all’anno precedente, in prevalenza in Africa e Medio Oriente) che insieme generano un fatturato annuale di oltre 900 milioni di euro (+ 1%).

Il Fairtrade Premium, ovvero il margine di guadagno aggiuntivo da investire in progetti di sviluppo sociale ed economico, ha superato per la prima volta i 100 milioni di euro, che sono stati impiegati dagli stessi produttori in programmi di educazione, assistenza sanitaria e miglioramenti tecnici e infrastrutturali».

Marike de Peña, presidente di Fairtrade International, evidenzia che «Al di là dei successi economici relativi ai dati di vendita in continua crescita, è l’impatto sulla vita dei piccoli produttori e sulle loro comunità l’obiettivo primario del lavoro di Fairtrade. Il report fornisce un quadro globale dettagliato di cosa è oggi Fairtrade e dimostra chiaramente come il nostro lavoro – e quello di molti altri operatori del commercio equo – debba crescere ulteriormente e intensificarsi, al fine di generare un impatto sempre maggiore in futuro».

Il testo votato dalla Camera potrebbe dare una grossa mano in questo senso e uno dei padri della legge, Ermete Realacci (PD)  sottolinea che «Si tratta di un provvedimento importante, una cura omeopatica per un mercato più a misura d’uomo e un’Italia più sostenibile. Questo provvedimento riconosce al commercio equo e solidale e ai soggetti delle sua filiera la funzione di sostegno alla crescita economica e sociale dei Paesi in via di sviluppo, indica con definizioni precise significato e finalità di questa forma di commercio, da garanzie di trasparenza e di correttezza sulle modalità produttive e sulle prassi produttive ed organizzative attuate dalle organizzazioni del settore, promuove e finanzia azioni di sostegno per il settore. Il commercio equo e solidale è un aiuto allo sviluppo equilibrato, una forma di lotta alla povertà dei Paesi in via di sviluppo che si basa su pochi ma ben saldi principi: un prezzo più equo pagato ai lavoratori, relazioni commerciali durature, opere sociali per le comunità coinvolte, sostenibilità ambientale dei processi di lavorazione. Dal commercio equo e solidale, inoltre, arrivano oggi prodotti di qualità che incontrano il favore dei cittadini italiani. Non si tratta dunque di una forma assistenziale o umanitaria di sostegno al reddito, quanto piuttosto di una cooperazione duratura per sviluppare capacità imprenditoriali dei produttori, generalmente rappresentati da piccole organizzazioni a carattere familiare o strutturate in cooperative, favorendo la loro crescita economica attraverso la commercializzazione dei prodotti nei mercati dei paesi ricchi. Fra le misure previste dalla legge: l’istituzione di un Elenco nazionale del commercio equo e solidale, l’istituzione della Giornata nazionale dedicata a questa forma di commercio, il sostegno dei suoi prodotti negli appalti pubblici, l’istituzione di un fondo per la promozione del commercio equo e solidale di 1 milioni di euro per il primo anno dall’entrata in vigore della legge presso il Ministero dello sviluppo economico. La prima proposta di legge in materia fu presentata oltre 10 anni fa dall’Associazione interparlamentare per il commercio equo da me promossa».

 

Videogallery

  • Cos'è Fairtrade?

  • Fairtrade Climate Heroes: Kenya (sottotitoli in italiano)